LA FIDUCIA IN UN PICKUP
DUE RAGAZZE SEXY E RILASSATE
La prova alla guida del Fullback Cross è iniziata a nord di Bordeaux, su strade di campagna costeggiate dai vigneti da cui nascono i cognac migliori del mondo. Dopo alcuni chilometri di lunghi rettilinei, durante i quali abbiamo goduto di un comfort pari a quello di un SUV, è arrivato il tratto tortuoso: qui il pickup di Fiat ha dimostrato di possedere ottime doti di tenuta di strada e stabilità, segno di una buona geometria delle sospensioni e di un’efficace distribuzione dei pesi. La precisione dello sterzo, e il minimo sforzo con cui si gira il volante, ha reso piacevole la guida perfino nei tornanti.
Accelerando con decisione appena prima dell’uscita dalle curve, il Fullback Cross tende a diventare sottosterzante, ma grazie al controllo di trazione non si rischia mai di incappare in sbandate pericolose. In accelerazione il motore spinge bene dai bassi regimi e diventa vigoroso oltre i 2.500 giri, quando comincia a far sentire la sua voce e sprigiona tutti i 180 cavalli di cui dispone. In abbinamento con il cambio automatico a cinque rapporti, il Fiat Fullback Cross tocca il suo livello più alto perché, grazie anche alle palette posizionate dietro al volante, offre una guida decisamente brillante. Agli amanti delle escursioni in fuoristrada è però probabile che piaccia di più la versione con il cambio manuale a sei rapporti.
Il test è continuato sulla pista da motocross di Saint-jean-d’angely, dove si è svolta la prova del Mondiale MXGP, con il nostro Tony Cairoli alla caccia del decimo titolo iridato. Al termine di due manche spettacolari, con l’italiano sempre sul podio, nonostante il fondo molto fangoso e trivellato da solchi profondi oltre mezzo metro, abbiamo provato il Fullback Cross sullo stesso tracciato della gara: inserite le ridotte al tocco di un tasto, ci siamo arrampicati a tutto gas per circa ottanta metri sulla prima salita, che a occhio aveva una pendenza del 30% circa. E nonostante le gomme stradali in dotazione, il giochino è riuscito piuttosto facilmente, grazie anche al passo lungo, al differenziale centrale Torsen e alla gestione elettronica della trazione 4x4. Dopo un breve scollinamento abbiamo affrontato una curva cieca a destra e quindi una discesa ripida, percorsa interamente con l’aiuto del sistema automatico di mantenimento dell’aderenza. Trovata in breve tempo la giusta dose di confidenza, e di fiducia nel mezzo, possiamo assicurare che il resto del percorso è stato un divertimento assoluto. _
L’appuntamento è in un antico mulino del tardo medioevo, affacciato sulle sponde dell’arno, a pochi minuti dal centro di Firenze. In un cortile d’altri tempi ci aspettano i modelli della gamma “modern classic” di Triumph. Sul ciottolato in cotto fiorentino, spiccano le due principali novità: la Bobber Black e la Speedmaster, entrambe motorizzate con il noto bicilindrico parallelo di 1.200 cc. Lo stesso motore che equipaggia anche la capostipite Bonneville, la più iconica moto della Casa inglese, che quest’anno compie 59 anni. Per celebrare la “Bonnie” Triumph ha dato vita al concorso Spirit of ’59. Il premio più ambito tra i partecipanti è una Bonneville Special, realizzata in esemplare unico da Kaos Design, con la livrea azzurro/arancio celebrativa del primo modello.
Per il nostro test ride abbiamo affrontato un centinaio di chilometri, attraversando le colline del Chianti su strade circondate
da molte tenute agricole e da un’infinità di vigneti.
La Bobber Black è tanto radicale nelle linee, al punto da sembrare una special, quanto facile da guidare grazie anche al baricentro basso, all’elettronica e alla buona posizione di guida.
Le curve si affrontano con estrema semplicità, dosando il gas in entrata e spalancando in uscita. In accelerazione, grazie a una buona coppia, si avverte una spinta vigorosa. Le sospensioni garantiscono un sufficiente livello di comfort.
La Bonneville Speedmaster invece ha l’aspetto tipico delle custom americane, con le pedane avanzate e il manubrio a corna di bue. È forse più comoda della Bobber, si può anche viaggiare in due, per contro richiede uno stile di guida più deciso soprattutto in entrata di curva.