Il talento dell’uniforme
Vestire una divisa omologante può avere un lato romantico. Almeno per CRAIG GREEN
«È il sogno di ogni designer creare un capo che sia un marchio di fabbrica e lui ci è riuscito fin dall’inizio. La sua giacca workwear trapuntata in verticale è diventata subito un pezzo di moda che i beninformati volevano avere. Il ragazzo è geniale». Bruce Pask, il men’s fashion director di Bergdorf Goodman e Neiman Marcus, esprime così il suo parere, non isolato, su Craig Green, il designer inglese che nel 2013 – un anno dopo aver conseguito il Fashion Masters al Central Saint Martins – ha fatto la sua prima uscita a Londra presentando modelli in passerella con il volto coperto da impalcature di legno. Da allora fino a oggi continua a dividere: c’è chi riesce a riconoscere il suo talento e chi non lo vede affatto. Basta dare uno sguardo alle sue collezioni, da sempre ispirate alle uniformi da lavoro. «Mio padre era idraulico e mia madre faceva l’infermiera, lavori per cui era necessario indossare una divisa». Il brand è completamente imperniato sul concetto di abbigliamento “condiviso”, «perché credo che ci sia qualcosa di romantico nelle persone che si vestono allo stesso modo», precisa il designer.
La moda di Craig Green non risponde ai criteri e le esigenze di carattere commerciale, perché qualsiasi capo da lui disegnato va oltre il senso classico dell’abito, a cominciare dalla vestibilità; i suoi capi sono architetture che stravolgono la relazione fra l’indumento e la forma del corpo di chi lo indossa, senza per questo essere in distonia. L’effetto di chi guarda è di sbalordimento, fascinazione. Pura immaginazione. Le stesse premesse da cui è partito Moncler Genius, il nuovo progetto del marchio guidato da Remo Ruffini che ha coinvolto 8 designer d’eccezione per 8 capsule collection: da quella di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino e autore della prima capsule, fino a quella firmata da Craig Green, appunto. Pur mantenendo questa idea, l’obiettivo commerciale (di Moncler) è quello di ridurre il lasso di tempo che intercorre tra la presentazione delle collezioni e l’arrivo nei negozi offrendo una collezione “seasonless” e, come nel caso di tutte quelle disegnate da Green, one size, ossia uniformi che si adattano al corpo di chiunque, uomo o donna che sia. Un approccio a una silhouette decostruita più che “genderless”, come piace dire a molti. «Questo progetto rappresenta per me una continuazione di un’idea, la mia idea», spiega il designer appena rientrato dall’india e pronto a ripartire per l’inghilterra per rimettersi al lavoro sulla nuova collezione. «Come prima cosa ho cercato le similitudini tra i due marchi e ho trovato in protezione e funzionalità il punto di incontro; poi ho ripreso il concetto a me caro dell’uniforme da lavoro ma l’ho rielaborato in maniera diversa. Subito mi è venuta in mente la giacca da sci che vedevo da bambino quando andavo in montagna (ce l’avevano tutti!) e l’ho personalizzata nelle forme e nei dettagli scoprendo le possibilità, ma anche i limiti, che offrono alcuni tessuti tecnici utilizzati per l’abbigliamento sportivo».
Nella capsule da lui disegnata le silhouette somigliano a quelle di moderni samurai pronti a sfidare le temperature più rigide in un dialogo tra umano e superumano. I volumi sono importanti ma al tempo stesso comunicano leggerezza e protezione, in una visione futuristica del vestire che pone la presenza umana al centro del suo habitat naturale. «Ho lavorato sull’heritage del marchio creando la classica giacca da sci Moncler apponendovi la mia firma con tante cuciture e lacci imbottiti per creare un effetto gessato e donare al capo un senso materico», aggiunge Green.
La collaborazione con Moncler probabilmente continuerà, ma a una condizione: «La mia idea è quella di rimanere indipendente, per conservare la libertà di poter fare ciò che voglio, ciò che mi piace, ossia sperimentare. Questa esperienza me l’ha garantito, in qualche modo mi sono ritrovato in “famiglia”».
La collezione, intanto, è già in vendita in tutte le boutique Moncler e in esclusiva su ssense.com.