Camminando nel TEMPO
La capacità di Sebago di trovare un sentiero inedito e coerente. Lorenzo Boglione spiega il nuovo corso
Dalle rive dell’omonimo lago del Maine alla Mole Antonelliana, passando per Steve Mcqueen e Michael Jackson, la storia di Sebago è di quelle da romanzo: fondata nel 1946 a Westbrook, poco lontano dal confine occidentale con il Canada, da piccola fabbrica di calzature entra nell’immaginario collettivo grazie ai mocassini “penny loafer” cuciti a mano e alle inconfondibili scarpe da barca in pelle cerata. Ma i classici assumono fascino se hanno menti capaci di rinverdire la prospettiva. E pochi come il torinese Lorenzo Boglione, classe ’86, sono capaci di nuove visioni: «Il mio sogno è vedere le scarpe Sebago ai piedi dei ragazzini, e ci riusciremo puntando sulla loro anima sportiva». Con la Basicnet, società che ha restituito il giusto prestigio a marchi storici come Kappa, K-way e Superga, nel 2017 Boglione ha acquisito Sebago, iniziando l’opera di riposizionamento. «Non abbiamo dovuto fare tanti compiti a casa per farci convincere», spiega, «apprezzavamo già da lontano Sebago per l’iconicità del prodotto, una caratteristica che lo rende simile agli altri marchi che abbiamo in portfolio, motivo principale che ci ha spinti alla sua acquisizione».
Modelli di culto come le nautiche Docksides o i mocassini Citysides, rimasti quasi immutati fino a oggi, sono stati oggetto di una serie di nuove creatività: la colata in pvc logato scaturita dall’incontro con Carla Sozzani e 10 Corso Como, la tomaia con le cromie ispirate agli indiani d’america dei leggendari tessuti Pendleton, le collaborazioni con il tartan di Baracuta e con il tessuto Solaro di Sease, neo brand dei fratelli Loro Piana.
«Non esiste una formula magica per far funzionare le cose, sicuramente l’aspetto più importante è rispettare l’heritage, facendo in modo di renderlo più contemporaneo e dandogli un giusto collocamento sul mercato, riposizionando gli evergreen e lanciandone di nuovi».
Se per conquistare la generazione Z la virata su calzature più e agili è d’obbligo, l’omologazione verso lo streetwear imperante rappresenta: «Uno stretch troppo forzato per un brand come questo». Perché scarpe che sono state indossate da miti del passato come Kennedy e Newman e oggi da David Beckham e Kate Middleton non hanno bisogno di essere stravolte diventando improvvisamente delle sneakers multistrato. «Il nome della nostra società, Basicnet, deriva proprio dall’idea che l’eleganza corrisponda alla semplice quanto dimenticata capacità di adattarsi alle circostanze, mantenendo il proprio stile e senza mai trascendere nella sciatteria», conclude Boglione.