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LA STRATEGIA DELLA RISPOSTA

- Testo di LAURA PEZZINO DA BAMBINO ANDAI CON I MIEI IN UN NEGOZIO DI ELETTRODOM­ESTICI: APPENA VIDI UN COMPUTER LO ABBRACCIAI E MI MISI A PIANGERE ... LA STAR DEL WEB Siciliano, compie 30 anni il 24 febbraio. Ha iniziato a interessar­si di informatic­a quando

Un tempo c’erano la Bibbia e l’i Ching: dentro si trovavano le risposte a (quasi) tutti i quesiti della vita. Oggi a risolvere ogni dubbio c’è lui, Salvatore Aranzulla, almeno per la parte tecnologic­a dell’esistenza. Se infatti, su Internet, si digita «come fare/scaricare/installare» una certa app, un programma, qualunque cosa insomma, è quasi certo l’approdo su aranzulla.it, il sito che risolve ogni dilemma informatic­o. Questi i numeri: 600mila visitatori al giorno, una quota di mercato (settore computer news) pari al 40% e un fatturato di 3 milioni di euro l’anno. Un caso. Tanto che ormai si parla di “metodo Aranzulla”, Forbes ha scritto di lui, J-AX lo cita in una canzone, un brano dei

Pinguini Tattici Nucleari ha il suo nome, mentre il divulgator­e informatic­o italiano più famoso del web tiene corsi, conferenze, scrive libri, è testimonia­l di brand. Salvatore Aranzulla compie 30 anni il 24 febbraio. Qualche tempo fa aveva annunciato che, all’imbocco del quarto decennio, si sarebbe ritirato. Una sorta di auto pre-pre-pensioname­nto. Perché? Per capirlo conviene partire dall’inizio, cioè dal primo computer. «Da bambini, mio cugino possedeva uno dei primissimi modelli con riga di comando e, ogni volta che andavo a trovarlo, poi tornavo a casa disperato», racconta. Aranzulla è nato nel 1990 a Mirabella Imbaccari, meno di cinquemila abitanti in provincia di Catania, da una mamma casalinga e un papà infermiere che, oltre a lui, avevano altri tre figli maschi. «Nell’estate del 2000 i miei acquistaro­no un climatizza­tore: entrati nel negozio di elettrodom­estici, io andai dritto verso un computer, lo abbracciai e mi misi a piangere così tanto che furono costretti a comprarmel­o. Era un preassembl­ato. A quei tempi, le prime versioni di Windows erano piuttosto

instabili, bastava sbagliare qualcosa per mandare in crash il computer. Io cercavo di risolvere i problemi da autodidatt­a. Per quelli più grossi mi rivolgevo a Enzo, un amico di famiglia che mi regalò anche l’intera collezione di fascicoli De Agostini sull’informatic­a. Divenni un piccolo esperto al punto che, quando i miei amici o i loro genitori avevano delle difficoltà, chiamavano me. Quando mi resi conto che certe domande – tipo «come installare una stampante» – erano ricorrenti, pensai di scrivere la soluzione su un documento Word, con tanto di foto che spiegavano ogni passaggio». Era il seme di aranzulla.it. Con l’arrivo di Internet, Salvatore mise online il suo database. «Ai tempi la connession­e 56k, oltre a essere lentissima, era anche costosa: un giorno arrivò una bolletta che era tre volte lo stipendio di mio padre, e i miei mi tagliarono la linea. Poi, per fortuna, arrivarono le tariffe flat». Salvatore Aranzulla non è un informatic­o, e nel tempo il suo focus si è spostato all’editoria legata al settore. «Nel 2008 decisi di mettere in pagina un codice per misurare il numero di pagine viste, e mi resi conto che ogni mese 300mila italiani venivano sul mio sito. Così, per potermi permettere il trasferime­nto a Milano per studiare Economia aziendale in Bocconi, iniziai ad affiancare ai contenuti gratuiti alcuni banner pubblicita­ri. Il primo compenso da Google fu di 3mila dollari: avevo 18 anni e volevo trasformar­e la mia passione in un’azienda». Detto, fatto. Oggi la sua impresa è composta da dieci dipendenti, che lavorano da remoto, di cui la metà donne: «Sono bravissime». Nel tempo libero Aranzulla cammina, legge manga (è un fanatico del Giappone) e va in palestra, dove si allena basandosi su programmi personali e complessi fogli Excel. Oltre all’informatic­a, l’altra sua grande passione è la pasticceri­a. «Verso la fine dell’università mi sono iscritto al corso base dell’alma a Colorno, in provincia di Parma. Non ero abituato a stare in piedi per così tante ore e nemmeno agli orari folli, ma sono riuscito a finirlo e a iscrivermi al corso superiore». Cosa c’entrano i dolci con l’informatic­a? «La pasticceri­a è un’arte molto precisa, quasi una scienza esatta. Il margine di errore è basso se sai quello che fai». Il suo cavallo di battaglia è la pasta di mandorle: poiché le ricette in circolazio­ne non lo convinceva­no, per un anno si è messo a studiare i vari bilanciame­nti per trovare il proprio, «con meno zucchero e più mandorle». Ma, quindi, cosa succederà dopo il 24 febbraio? «Mi ero ripromesso di lasciare tutto in mano ai miei collaborat­ori. Anche se per automatizz­are i processi serve ancora del tempo, questo rimane il mio obiettivo. Ho bisogno di riposarmi. I miei ritmi sono folli, ci sono giorni che faccio anche 13-14 ore di sviluppo codici, e non recupero più come in passato. Dieci anni fa, la mattina prendevo un volo da Catania per Milano, andavo a lezione, in palestra e poi a casa a studiare e a lavorare. Oggi mi sembra fantascien­za».

PER POTERMI PERMETTERE IL TRASFERIME­NTO A MILANO E STUDIARE ECONOMIA AZIENDALE IN BOCCONI INIZIAI AD AFFIANCARE AI MIEI CONTENUTI GRATUITI SUL WEB ALCUNI BANNER PUBBLICITA­RI. IL PRIMO COMPENSO DA GOOGLE FU DI 3MILA DOLLARI: AVEVO 18 ANNI

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Salvatore Aranzulla negli Usa e, a sinistra, durante il convegno organizzat­o a Milano nel 2017: 500 posti disponibil­i subito esauriti

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