GQ (Italy)

GENERAZION­E NO BORDER

La loro casa è l’italia, ma potrebbe essere il mondo. Perché nell’era dello streaming ogni debutto è un lancio senza confini

- Testo di VALENTINA CAIANI

Se c’è una generazion­e del cinema italiano che se la gioca facile, è quest’ultima: potere dello streaming, che trasforma un debutto locale in un fatto internazio­nale. Matteo Oscar Giuggioli e Mirko Trovato di questa leva fanno parte: 19 anni e milanese il primo, 20 anni e romano il secondo, si muovono agili tra cinema, television­e, web serie, videoclip e social media. Per loro l’italia è casa, ma potrebbe esserlo anche il resto del mondo. Matteo Oscar Giuggioli ha cominciato in due film tratti da bestseller − Gli sdraiati di Francesca Archibugi, da Michele Serra, e Succede di Francesca Mazzoleni, da Sofia Viscardi − è poi entrato nella quinta stagione di Un passo dal cielo, serie Rai Uno, e sarà in Sotto il sole di Riccione di Enrico Vanzina, che Netflix distribuir­à in 190 Paesi a primavera. Mirko Trovato ha debuttato adolescent­e in Braccialet­ti rossi, la serie di Rai Uno dai libri di Albert Espinosa, partecipat­o a tre commedie (Non c’è campo, Un nemico che ti vuole bene, Restiamo amici) e acchiappat­o la notorietà definitiva nella serie Baby, di cui Netflix ha annunciato la terza stagione.

Assodato che siete talenti precoci, confermate che era il vostro sogno? Matteo: In questo mondo ci sono capitato quando la vita non mi dava risposte. Al liceo continuava­no a bocciarmi: nella confusione delle intenzioni mi sono iscritto a un corso di teatro extra scolastico e me ne sono innamorato.

Mirko: È stato un caso, legato a un volantino per un casting trovato in un bar. Quella volta sono stato scartato, ma mi ha punto la curiosità: da un certo momento in poi, era esattament­e quello che volevo provare a fare.

A 20 anni si sogna in grande: come sarete quando ne avrete 25? Matteo: Voglio essere felice: ho intenzione di continuare su questa strada ma se dovessi scoprire qualcosa di più forte e coinvolgen­te, farò altro. Giocando a sognare, mi vedo tenere in mano un David di Donatello.

Mirko: Ho una ragazza americana e sono andato oltre l’italiano. Perciò mi auguro un’esperienza davvero internazio­nale.

A proposito di felicità: dove la provate, set esclusi?

Matteo: Sono fissato con i motori. Mi piace la Formula 1 e vado a correre in pista con mio cugino, che è campione di kart. Mi piace tutto quello che c’è attorno: l’odore della miscela e della gomma, la sensazione della velocità, il piacere del controllo. Mi scarica. E in prospettiv­a potrebbe servirmi per un ruolo. Mirko: Produco musica elettronic­a. È la mia valvola di sfogo: per ora mi rilassa, ma potrebbe anche diventare un lavoro. Ho iniziato da autodidatt­a, guardando un amico che realizzava delle tracce con un programma al computer. Stavo lì ad osservarlo finché, come si dice a Roma, mi è partita la “ciavatta”: ci ho perso la testa e non l’ho più mollata.

Fronte emozioni, ce n’è una che vi fa da motore segreto nella vita? Matteo: La malinconia. È uno stato d’animo da rivalutare, che fa crescere.

Mirko: Lo stupore. Quello che provo nella natura, specie davanti a un tramonto. Sono nato a Roma ma cresciuto al mare: da quando sono tornato in città mi manca seguire il sole oltre la linea del blu. Una sensazione di libertà unica.

Dove finisce l’attore e inizia il ragazzo davanti a un obiettivo?

Matteo: Che pasticcio. Il punto è che sono un essere trasparent­e e mi è difficile nascondere se sono a disagio o se, al contrario, c’è feeling. Quindi in un selfie mi si vede per quello che sono: un ragazzo, nudo nei sentimenti. Davanti a una telecamera invece consumo la grande bugia, ma ci credo così tanto da renderla realistica.

Che cosa fa di voi dei giovani gentlemen? Come vi definirest­e?

Matteo: Mi reputo una persona buona. E forse questo lavoro sta influenzan­do ulteriorme­nte il mio animo: incontrare tante persone diverse aiuta a considerar­e altri punti di vista, o addirittur­a a cambiare il proprio. Forse sto diventando anche più sensibile.

Mirko: Sarò sintetico: sono leale.

A 20 anni è presto per guardarsi indietro, ma in un ipotetico viaggio nel tempo dove vorreste andare? Mirko: Sono del 1999, a cavallo tra due millenni e sto benissimo dove mi trovo. Ma se potessi, tornerei a quando è iniziato il mio viaggio nel cinema. Per l’energia di quella prima volta sul set: un insieme di aspettativ­e, paure, sentimenti, curiosità e magia che in quelle precise proporzion­i non torna più.

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Trench in nylon, blusa effetto metallico con cappuccio, pantaloni mélange in macrogessa­to EMPORIO
ARMANI
Fashion Editor: Nicolò Andreoni Hair Stylist: Giovanni Ventura @ Giorgio Armani Beauty Make-up Artist: Donatella Ferrari @ Giorgio Armani Beauty Fashion Market Editor: Michele Viola Malierskso­iotlroavpa­itcoe, 208 anni. È Brandoèins­ubraabiy1, lian siemrime anteatflta­ixradninci­u-i Sostitutoè­appropceun­raasttoart­ea, serie tratta dcaoinrfoe­mrmaantzai di Mlaritoerl­iznaasvtae­gnieozniae
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Matteo Oscar Giuggioli, 19 anni. Sarà in Sotto il sole di Riccione di Enrico Vanzina, che Netflix distribuir­à in 190 Paesi a primavera Trench in nylon, blusa effetto metallico con cappuccio, pantaloni mélange in macrogessa­to EMPORIO ARMANI Fashion Editor: Nicolò Andreoni Hair Stylist: Giovanni Ventura @ Giorgio Armani Beauty Make-up Artist: Donatella Ferrari @ Giorgio Armani Beauty Fashion Market Editor: Michele Viola Malierskso­iotlroavpa­itcoe, 208 anni. È Brandoèins­ubraabiy1, lian siemrime anteatflta­ixradninci­u-i Sostitutoè­appropceun­raasttoart­ea, serie tratta dcaoinrfoe­mrmaantzai di Mlaritoerl­iznaasvtae­gnieozniae Blouson egpiaunbtb­aolottnoi in macr C og O e R ssa N to EL m I e A la N ngie, EM m P a O gl R ia IIOMAPRERM­IANLI, pantaloni CIRCOLO 1901,

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