GQ (Italy)

IL MONDO È IL LIMITE

Correre 8 ultramarat­one. Le più impegnativ­e del pianeta. È la sfida, vinta, di Simone Leo

- Testo di ILARIA CHIAVACCI Fargo

Cinquantan­ove ore e mezzo senza dormire. Correndo nella neve del Minnesota a meno 28 gradi. Trainando una slitta. Sembra una scena tratta da dei fratelli Coen, è l’ultima impresa di Simone Leo, 40 anni, ultramarat­oneta abbonato alle grandi distanze e alle situazioni limite. Completand­o a gennaio la Arrowhead 135 − 217 chilometri in solitudine, senza assistenza esterna, equipaggia­mento e viveri a proprio carico − Leo ha fatto suo un primato: ferroviere, atleta non profession­ista, è il primo al mondo ad aver completato, non vinto, le otto ultramarat­one più impegnativ­e del pianeta; le sette classiche, le Seven Sisters, più una. Per chi non è avvezzo: sono gare durissime, che richiedono totale determinaz­ione e un fisico estremamen­te adattabile.

Due giorni e mezzo di fatica assoluta, senza riposare: come le riescono queste imprese? L’ultima è stata tosta, ma ho fatto di meglio: 98 ore senza dormire per coprire 492 chilometri. Quello, in fondo, è l’ultimo dei problemi: nel mentre si riesce anche a riposarsi.

In che modo? Si dorme mentre si cammina e mentre si corre: ci si addormenta proprio, si sbanda un pochino, ci si riprende. Si chiamano micro sonni e la sensazione che danno è quella di aver dormito dieci ore.

Non si rischia la caduta?

Dopo tante ore, il movimento della corsa diventa normale per il corpo: si arriva a fare tutto quello che è possibile quando si è seduti sul divano. Mangiare una pizza dal cartone, cantare o dormire: tecnicamen­te si chiama “stato di flow”. I rari momenti in cui mi sono fermato è stato per prendere del cibo dalla slitta. Ne avevo portato un po’ legato in vita, ma è diventato subito ghiaccio.

Tra le ultramarat­one la Arrowhead pare sia la più massacrant­e.

Confermo: è una follia. Essere esposti a temperatur­e così estreme per tanto tempo devasta il corpo. Per la prima volta da quando corro ho pensato di mollare. È successo la seconda notte: non ho visto nessuno per quasi nove ore, né concorrent­i, né qualcuno dell’organizzaz­ione. Si è letteralme­nte in mezzo al niente, non c’è traccia umana: né un lampione, né una casa. Quando la temperatur­a media non supera i

 ??  ?? Simone Leo, 40 anni, ferroviere. Con la sua ultima impresa, nel gelo del Minnesota, ha stabilito un record: è il primo ad aver completato tutte le gare più estreme del suo genere. In alto, durante la Badwater 135, ultratrail nella Dead Valley, in California
Simone Leo, 40 anni, ferroviere. Con la sua ultima impresa, nel gelo del Minnesota, ha stabilito un record: è il primo ad aver completato tutte le gare più estreme del suo genere. In alto, durante la Badwater 135, ultratrail nella Dead Valley, in California

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy