FULMINE DA LABORATORIO
Maserati Multi 70 è il trimarano sperimentale di Giovanni Soldini
C’è voluto il più grande velista italiano di ogni tempo per svelare i laboratori segreti del Maserati Innovation Lab. Creato da Sergio Marchionne, che vi rinchiuse i “200 samurai” per progettare la nuova Giulia Alfa Romeo, il cuore hi-tech di Maserati è stato aperto per la prima volta a fine novembre, quando Giovanni Soldini ha raccontato come la sponsorizzazione iniziata con il monoscafo Maserati Vor 70 sia diventata ora una vera partnership tecnologica con il trimarano Maserati Multi 70. Tra la via Emilia e l’oceano il punto di contatto è l’aria, quella che deve fendere tanto una Grancabrio quanto l’imbarcazione di Soldini.
Maserati Multi 70 è infatti una barca-laboratorio ed è già da qualche anno che gli ingegneri di Modena stanno dando una mano al velista milanese. Prima informalmente, per sistemare qualche aspetto di sicurezza «come il foil sulla deriva, che abbiamo messo per primi su un trimarano oceanico e poi ci hanno copiato tutti», ha spiegato Soldini. E, anche, come i timoni retrattili grazie ai quali «abbiamo navigato per 15mila miglia dalle Hawaii a Cape Town senza nemmeno un danno». Ora, ufficialmente, la collaborazione con Maserati punta a migliorare l’aerodinamica di una barca che, come le vetture del Tritone, è nata per filare velocissima.
Così, per ottimizzare i flussi d’aria sull’imbarcazione e massimizzare la forza propulsiva delle vele sono stati usati i simulatori per la fluidodinamica computazionale. In pratica: hanno fatto un modello 3D di Maserati Multi 70, simulato il comportamento del vento quando naviga a 35 nodi in mezzo all’oceano, individuato dove si creano le turbolenze più fastidiose e trovato le soluzioni. Tutto al computer.
«Siamo intervenuti sotto la randa, tra il pozzetto e l’albero, sul braccio di prua, carenando i teli dei pannelli fotovoltaici sulle reti tra i bracci di poppa e prua dove si muove l’equipaggio e anche nella zona del genoa, dove la barca infrange l’aria», ha raccontato l’ingegner Donato Monteforte, aerothermal performance specialist di Maserati. Il risultato? Miglioramento del coefficiente di penetrazione aerodinamico della barca del 5%, aumento della forza propulsiva del 4% e riduzione della forza sbandante. «Sono evoluzioni che non si vedono a occhio nudo, questa barca viaggia facilmente intorno ai 40 nodi (circa 74 km/h, ndr) ma oltre è davvero difficile andare perché si crea un vero e proprio muro», ha ammesso Soldini. Di fatto, Maserati Multi 70 ha già toccato i 46 nodi («In acqua piana, ovviamente»). Non sono serviti a vincere la Cape2rio 2020, ma i 38 nodi toccati nell’atlantico potrebbero far realizzare i veri obiettivi del velista di quest’anno: il record Atlantico, da Bermuda a Plymouth, ad aprile, e quello della Manica, da Cowes a Dinard, nel mese di maggio.