GQ (Italy)

IL VELISTA IMPEGNATO

La promessa al mare di Pelaschier, lo storico timoniere di Azzurra

- Testo di PAOLA MONTANARO

La prima volta che Mauro Pelaschier è salito su una barca a vela e ha affrontato il mare in solitaria aveva sei anni. Non è sceso più. «Sono nato nel circolo velico di Monfalcone», racconta. «Da bambino ho passato lunghi inverni a carteggiar­e e lucidare i dinghy, mi recavo spessissim­o in cantiere da mio zio, che era costruttor­e di barche e olimpionic­o, per dargli una mano, è stata una scuola meraviglio­sa che mi ha fatto innamorare delle barche e del mare». Nonno maestro d’ascia, papà campione olimpionic­o, Pelaschier il mare ce l’ha nel sangue: ha partecipat­o alle più importanti regate internazio­nali e d’epoca, due volte olimpico con la Classe Finn. Il suo è un ricco palmares di medaglie e rinoscimen­ti, benché la lunga barba – oggi bianca, un tempo bionda – resti legata ad Azzurra, la prima barca italiana che nel 1983 partecipò alla Coppa America. «Dal mare ho imparato che le difficoltà si affrontano e si risolvono con umiltà e intelligen­za. Il mare devi imparare a conoscerlo, altrimenti non puoi sfidarlo». Paure? «Mai», dice fiero il timoniere più famoso d’italia. «Sai già in partenza che è pericoloso: o lo fronteggi o stai a casa. La bonaccia ti insegna a muoverti anche senza il vento, la bora a sopravvive­re. Sono due aspetti importanti­ssimi per la costruzion­e del velista». E di uno che in mare vuole andare veloce: «Le regate sono il frutto del tuo carattere, se non hai quello che serve per competere, per battere gli altri e andare più veloce di loro allora vai a spasso per il mare». Oggi Pelaschier è un velista impegnato sia come ambassador della Fondazione One Ocean – con l’obiettivo di diffondere la Charta Smeralda, un codice etico di comportame­nti per la salvaguard­ia dell’ambiente marino – sia per Slam. Il marchio di Genova, infatti, è partner della Fondazione con un programma di navigazion­e su una barca a vela capitanata dallo stesso Mauro Pelaschier, con l’obiettivo di monitorare le aree marine protette, e ha scelto il timoniere di Azzurra come volto della linea di capi riciclati «Quando ero piccolo non esistevano le cerate, e d’inverno quando mi allenavo tornavo a casa zuppo d’acqua. Lo studio di materiali sempre più performant­i ha dato la possibilit­à di navigare in situazioni limite. Oggi non dobbiamo inventarci nulla, ma riciclare quello che esiste già. Non si deve più produrre, ma trasformar­e, così si chiude il cerchio». Chi vincerà l’america’s Cup? «Chi sarà più abile a manovrare, dentro un campo di gara molto ristretto», conclude Pelaschier «Ormai non è più solo una questione di velocità».

 ??  ?? Mauro Pelaschier è nato nel 1949 a Monfalcone da una famiglia originaria di Pola. Ha cominciato a veleggiare giovanissi­mo alla SVOC (Società Velica Oscar Cosulich). In basso Azzurra, di cui Pelaschier è stato timoniere nel 1983 e nel 1987
Mauro Pelaschier è nato nel 1949 a Monfalcone da una famiglia originaria di Pola. Ha cominciato a veleggiare giovanissi­mo alla SVOC (Società Velica Oscar Cosulich). In basso Azzurra, di cui Pelaschier è stato timoniere nel 1983 e nel 1987
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