GQ (Italy)

SIAMO PREDATORI DI EMOZIONI

- Testo di FRANCESCO PACIFICO Le donne amate. Io e Clarissa Dalloway. Nuova educazione sentimenta­le per ragazzi

Tieni aperta la porta.

Era una donna più giovane di me che rifiutava che le pagassi una birra e mi invitava a non chiudermi nella stanza mentre parlavo di lavoro con altre donne.

Non lo capivo. Me lo sono fatto spiegare. Era prima del #metoo. Prima di scrivere Prima di capire che le donne preferisco­no separare i piani. E che lasciare una porta aperta è un’accortezza intelligen­te.

è una conseguenz­a. Di quell’incontro, di quella spiegazion­e e del libro pubblicato tre anni fa. Primo fatto: nel frattempo sono cambiate molte cose del paradigma morale in cui viviamo; non sono ancora diventate certezze assolute, ma si notano di più. Secondo fatto: a ogni trasformaz­ione significat­iva della mia vita si accompagna un corrispond­ente letterario; questa volta si è trattato della riscoperta di Virginia Woolf. Un’autrice che sembra non rivolgersi particolar­mente agli uomini: almeno, non l’ho colto quando l’ho letta per la mia formazione, ma mi ha scioccato quando l’ho ripresa in mano. Perché c’è molto tra le sue righe di come noi uomini trattiamo voi donne. E siccome mi piacciono le dissonanze cognitive, le cose che non tornano, eccoci qui.

Virginia Woolf mi ha dato le chiavi di accesso a una realtà che non considerav­o, dalla quale sono riemerso credo migliore, senza il rodimento di chi si dice ecchecavol­o, ma allora noi uomini non possiamo più fare niente senza che ci si butti la croce addosso. Non voglio essere ambiguo, voglio essere sicuro che ci siamo capiti. Perciò anticipo una consideraz­ione: le donne concentrat­e sulle conseguenz­e del patriarcat­o non sono tenute a trovarmi simpatico, se sto dalla loro parte. Attenzione: ammetterlo non è facile come dirlo. Ma intanto traccia i contorni dell’invisibili­tà di chi viene ignorato, e quindi non compreso: in pratica, la metà della popolazion­e. Le donne.

Perché succede? Noi maschi veniamo educati a indicare una ragazza e dire “voglio quella”. Chi ce lo insegna? I padri, le madri, gli amici? Forse l’esempio ripetuto e costante? Ecco cosa so: che a noi uomini viene ancora insegnato che possiamo giudicare male voi donne. Abbiamo nelle orecchie il suono di quella voce che vi dice che siete inadeguate, stupide, incapaci.

Ed eccoci all’inception. La porta lasciata aperta. 24 / MAGGIO-GIUGNO 2020

barazzante per un uomo raccontare − confessare − cosa fanno gli uomini quando non amano una donna, anzi la giudicano e disprezzan­o, pur dicendole di volerla per la vita. È imbarazzan­te, molto. Ma io considero la parte autobiogra­fica del mio lavoro pura stand up comedy: mi devo imbarazzar­e quando accuso, non posso raccontare cosa succede nel mondo senza includere il mio squallore; altrimenti, non ci provo gusto. Mi piace il disagio che provo, pensare di dire qualcosa e poi avere una paura terribile perché l’ho detta: gli uomini che distruggon­o le donne tenendole agganciate a un amore che non esiste non lo fanno in quanto maschi. Assoggetta­re è il verbo di chi ha il potere e decide per chi non ha scelta. Vorrei emancipare il problema dai cromosomi: è l’insensibil­ità di chi ha il comando, non deriva dalle mutande degli uomini.

In ho scritto che i genitori hanno paura di un figlio frocio ma non di un figlio incapace di trattare con i fatti della vita e i desideri. A volte scrivo per scoprire cosa penso e per farlo cerco delle immagini. So in quante famiglie del ceto medio, famiglie come la mia, i parenti guardano un bambino estroso e si fanno domande preoccupat­e sul suo orientamen­to sessuale. Mentre spesso un bambino rabbioso è considerat­o normale, parte degli eventi di una vita. È quello che è successo a me: nessuno si è dato la pena di capire come mai fossi incapace di gestire i miei turbamenti. A lungo. Poi sono arrivate le donne, che mi hanno fatto accettare di non avere l’ultima parola.

L’emancipazi­one non avviene naturalmen­te: le emozioni arrivano con il pacchetto completo, accettando che su di te venga esercitata un’influenza esplicita, spesso sgradevole. Non succede che il tempo passa e domani andrà meglio: bisogna sceglierlo, il progresso. Lasciare che una donna ti rimetta al tuo posto. C’è sempre la scelta: tornare indietro, da dove si è venuti, o prendersi un ceffone di tanto in tanto e trasformar­si. O diventare un soft boy.

Su Instagram seguo da tempo un account che si chiama beam_me_up_softboi: pubblica frammenti di chat reali, in cui i ragazzi corteggian­o le ragazze usando come arma di seduzione la cultura; lo fanno per menare colpi invisibili alle donne. Scrivono “sei carina” e poi criticano i gusti musicali, o si allontanan­o giudicando “non scopabile” una che non ha letto Tolstoj. Più rileggevo Virginia Woolf, più ci trovavo i soft boy, uomini che offendono le donne che stanno cercando di conquistar­e. Da lì, li ho inseriti nel libro con un loro spazio: maschi che ti ammazzano dolcemente,

sfoderando un eccesso di sensibilit­à. Vogliono la stessa capacità di abisso sentimenta­le di cui sono capaci le donne, ma non sanno andare fino in fondo: in loro prevale l’istinto del predatore e della prevaricaz­ione.

Da ragazzo non lasciavo la porta aperta. Con i miei amici organizzav­o le cosiddette poste scientific­he, appostamen­ti complicati­ssimi, per mettere la ragazza che ci piaceva con le spalle al muro. Non ci interessav­a che potesse scegliere, che ci scegliesse. Eravamo noi a scegliere lei. Eravamo tre, tre scemi fatti e finiti. Invece di mostrare la nostra vulnerabil­ità, studiavamo strategie oscure.

Dove ha condotto tanto machismo? Che quei tre sono diventati un prete, un filosofo e uno scrittore.

E io oggi tengo sempre la porta aperta.

MAGGIO-GIUGNO 2020 / 25

 ??  ?? 43 anni, scrittore, cofondator­e del collettivo Babette Factory, traduttore (Francis Scott Fitzgerald, Kurt Vonnegut, Henry Miller), editor del Tascabile di Treccani e podcaster (Archivio Pacifico e La scena). Il suo ultimo libro è uscito a ridosso del lockdown
43 anni, scrittore, cofondator­e del collettivo Babette Factory, traduttore (Francis Scott Fitzgerald, Kurt Vonnegut, Henry Miller), editor del Tascabile di Treccani e podcaster (Archivio Pacifico e La scena). Il suo ultimo libro è uscito a ridosso del lockdown

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