GQ (Italy)

FRAMMENTI DI LIBERTË

Nove fotografi di GQ hanno scattato il progetto: My passion in Quarantine

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ALESSANDRO FURCHINO CAPRIA

«Per mantenere la distanze di sicurezza stiamo diventando dei segnali digitali». Autoritrat­to, Londra 2020

CHRISTOPHE MEIMOON

«Ho trascorso l’isolamento in campagna, testimone di come l’inverno ha lasciato il passo alla primavera. In questo periodo ho potuto osservare la bellezza che mi circonda: le distese verdi, gli alberi, le rose e gli animali. Questa è Maxime, una giumenta di 8 anni che incontravo ogni giorno»

ÁLVARO BEAMUD CORTÉS

«Quando è cominciato il lockdown stavo tornando in Italia da uno shooting in Messico: non essendo cittadino italiano, sono rimasto bloccato in Spagna. Sono stato quasi un mese senza vedere il mio fidanzato: questa è la prima foto che gli ho fatto quando sono rientrato a casa nostra, a Milano»

MAKI GALIMBERTI

«Ecco la foto della moto che mi aspetta nel garage di casa. L’ho comprata dieci anni fa, quando è nato mio figlio: è una signora del 1971. In città non c’è giorno che passi senza riscuotere ammirazion­e al semaforo. Durante il lockdown di tanto in tanto l’ho risvegliat­a dal letargo e l’ho accesa per qualche istante. Un giro con lei era la prima cosa che mi ero promesso di fare»

PABLO ARROYO

«Lockdown 2020. Luce / caos lavorativo / archivio.

Mio padre mi ha sempre detto che il regalo materiale più importante è un libro, e in questi due mesi da fermo ho continuato a viaggiare»

MARK PILLAI

«L’isolamento ti fa sentire come quando inspiri e scendi sott’acqua a occhi chiusi. Cosa vedremo quando saremo di nuovo in superficie? Come definiremo d’ora in poi la libertà? Impareremo a trattare la natura in modo adeguato, ora che abbiamo capito di farne parte? Che il cambiament­o ci trovi con gli occhi ben aperti...»

PHILIP GAY

«Quando è iniziato il lockdown ho capito quanto io sia fortunato a vivere nel centro di Parigi, e ad avere molto spazio. Ho passato più tempo in giardino a prendermen­e cura, e più tempo dentro casa. Non aver potuto lavorare come fotografo negli ultimi due mesi è stata dura, ma ho usato i giorni per scrivere il soggetto di un film che avevo in testa da un po’»

CARLO FURGERI GILBERT

«In giardino c’è un fenicotter­o rosa. Parrebbe abbandonat­o, immerso com’è tra le foglie. Ha smarrito il suo ruolo, quello di giocattolo, a volte preso in prestito da una certa movida estiva. Ma non pare smarrito, sembra anzi a suo agio. Parte di un nuovo paesaggio»

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