IL PRINCIPE DELLE MAREE
Avvocato degli oceani per le Nazioni Unite. Medaglia d’oro di nuoto. E poeta (con un libro: Chi è il musicista che ha fatto innamorare Miley Cyrus
Sembra che lei creda fermamente nell’amore e che sia disposto ad aspettarlo, a qualunque costo. Quello, e le storie che offre: è da lì che mi viene il gusto per la vita. L’amore eccita l’intelligenza e rende creativi, e a me piace ammantare le mie giornate di romanticismo, perché le fa svoltare. Il che, come musicista e come scrittore, è basilare. Che cosa cerca in un legame la sua generazione?
La collaborazione. La coesione. La passione. Saper stare bene con se stessi prima ancora che con gli altri. La solitudine per me è fondamentale, specie da un punto di vista creativo: perciò cerco chi sa rimanere nei propri spazi ed essere disponibile quando ce n’è bisogno.
La solitudine come valore, quindi? Assolutamente. Passo molto tempo con le persone che amo, ma altrettanto da solo. Leggo. Scrivo. Pratico meditazione trascendentale. Anche mentre cavalco le onde; è il mio allenamento zen. Il surf serve a centrarmi: essere così giovane e sempre in viaggio mi rende vulnerabile alle correnti, perciò è fondamentale avere un punto saldo interiore.
Tornando alla passione: nel suo caso ha molto a che vedere con l’impegno ambientalista.
Sono Ocean Advocate per le Nazioni Unite: parlo a nome dei nostri mari, specie per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Per alcuni è più facile liquidare la questione dicendo che non c’è via di uscita. Ma i giovani che ho incontrato la pensano diversamente: i nostri genitori hanno abusato del pianeta, noi stiamo cambiando abitudini per riprenderci il futuro. Quindi ha fiducia in Greta Thunberg? È senza dubbio la portavoce di una generazione: ha tracciato una linea ed è 126 / MAGGIO-GIUGNO 2020 stimolante vedere in quanti la seguono. Sì, credo che farà la differenza.
Lei ha un’infinità di tatuaggi: si sta scrivendo addosso la propria storia? La verità è che sono piuttosto casuali: quando mi annoio chiamo uno dei miei tatuatori e ne aggiungo uno. Credo siano una quindicina: ci sono le scritte, come Old Man River, la canzone, che aveva anche Heath Ledger sul braccio, e i disegni che riprendo perché mi piace la grafica. Scrive sia canzoni che poesie: qual è la differenza?
Le canzoni hanno una struttura di cui devi rispettare ritmo e cadenza. Nella poesia invece faccio ciò che sento, senza regole. È più un flusso di coscienza. Scorre libero. Mi rivolgo alla musica quando ho qualcosa di romantico da dire, mentre la mia poesia è decisamente più politica.
Le è sempre piaciuto giocare con le parole?
Da che ne ho memoria. Prendevo appunti, scrivevo storie, partecipavo a ogni gara scolastica. Ho ancora qualche quaderno, con moltissime canzoni: quando le rileggo è buffo, è come guardare le vecchie foto e vergognarsi un po’ per come ci si vestiva. E ora c’è il libro, Prince Neptune.
Ho iniziato a lavorarci quattro anni fa, a Venice Beach: stavo in spiaggia e scrivevo, immerso nella mitologia greco-romana; da qui il titolo con Nettuno, il dio del mare. Essendo un nuotatore e un surfista, devoto all’acqua, mi sento di volerne raccogliere l’eredità. Non sono l’unico a subire il fascino dei miti: credo che il successo dei supereroi al cinema sia proprio questo; il bisogno delle persone di ispirarsi a qualcosa che li innalzi dalla posizione di semplici umani. Come nuotatore professionista sarà consapevole del valore del suo corpo. Lo tratta come un tempio?
Un giorno ho visto l’immagine della struttura nervosa dell’essere umano: per la prima volta ho visualizzato quella fantastica rete di collegamenti che parte e riconduce al cervello. Da come nutri e alleni il tuo corpo dipende la salute della tua mente: quindi sì, lo tratto come un tempio. Modello, attore, cantante in un musical, musicista, poeta: sta mettendo alla prova i suoi talenti?
Non ho mai pensato a me stesso come a una scatola chiusa. Sono un curioso e voglio sperimentare, anche se questo comporta commettere degli errori: riuscire solo una volta su dieci è già, a mio vedere, una vittoria. Ricordandosi che guadagnare soldi non significa sempre dare lustro alla propria dignità artistica: a me preme costruire qualcosa in sintonia con un fine più alto.
E avere un nuovo inizio davanti a sé. È come quando peschi: tieni un pesce per mangiarlo, ma gli altri li ributti in acqua. La sfida è catturare quello che vuoi. Lo faccio anche con la mia carriera: quando raggiungo un livello, ricomincio da capo. Lei è cresciuto sotto i riflettori: a 14 anni era uno dei nuotatori con più follower. E oggi l’esposizione continua. Ne avevo 11 anni quando ho vinto due ori nazionali e la gente ha cominciato a riconoscermi: da allora ogni mia mossa è stata sotto gli occhi di tutti. È una vita che ti costringe alla ribellione: nel mio caso si è tradotto nel riprendere il controllo. In che modo?
Sul fronte musicale, creando una mia etichetta discografica: avevo 18 anni e volevo indietro la libertà delle mie scelte. Senza dimenticare la disciplina degli anni della mia formazione: so che per essere un buon musicista devo faticare ogni giorno, come facevo da nuotatore.
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