Ho visto un’alba all’ora del tramonto
IL 2O GIUGNO DEL 2023 a Parigi, su un Pont Neuf pavimentato d’oro e eccezionalmente chiuso per l’occasione, è successa una cosa che rimarrà probabilmente impressa nella storia del costume e della cultura pop. Era l’ora del tramonto, però se quella sera hai avuto la fortuna, toccata anche al sottoscritto, di essere fra gli invitati, la sensazione che provavi era più quella di trovarti all’alba di qualcosa. L’evento era la prima sfilata di Pharrell Williams come direttore creativo della linea maschile di Louis Vuitton, ma la moda come la conosciamo c’entra fino a una certo punto. O meglio, c’entra ma il discorso non si esaurisce coi vestiti e le passerelle. E se avete dimestichezza con la biografia di Pharrell – artista musicale di fama planetaria, precursore delle incursioni dello star system negli uffici stile dei grandi marchi, creativo senza confini, simbolo degli ultimi vent’anni di pop culture globale – la cosa non vi stupirà. L’alba dicevamo. Di cosa? Detto veloce: della definitiva convergenza fra moda e cultura pop, due mondi che da sempre si nutrono a vicenda, ma che ora sono pressoché diventati la stessa cosa. O almeno, così la pensano Pharrell e chi lo ha scelto. Spiega tutto molto bene Noah Johnson nell’incredibile storia di copertina di questo numero. Quest’alba, questo nuovo inizio, lo dobbiamo a qualcuno. E quel qualcuno è Virgil Abloh, il genio creativo scomparso troppo presto di cui Pharrell ha raccolto il testimone, personaggio chiave della cultura contemporanea che non ringrazieremo mai abbastanza, uno dei primi a intuire che la forza prorompente della creatività a 360 gradi non si sarebbe fermata di fronte a steccati e prese di posizione del passato. Pharrell da Vuitton non sarebbe stato possibile senza Virgil Abloh da Vuitton. Così come Virgil Abloh da Vuitton non sarebbe stato possibile senza tutto ciò che Pharrell aveva fatto nei vent’anni precedenti per dare vita a un nuovo paradigma. E prima di considerarlo normale, ricordiamoci sempre da dove sono partiti sia Abloh che Williams. Perché questa è prima di tutto una grande storia di sogni che si realizzano grazie alla forza di volontà. Il messaggio è potentissimo e questo è il momento di celebrarlo. Avremo poi tempo di parlare degli effetti collaterali di questo allineamento globale. Perché ce ne sono eccome, e in molti scelgono legittimamente di guardare altrove. Sarà bellissimo raccontare dove, come sempre.