Stile tecnico fin sotto le suole
Moncler esplora una nuova versione della Trailgrip, la scarpa che è il connubio perfetto tra gorpcore e utility style
IAMO SOLITI pensare a Moncler come il marchio del piumino. Vero. Prima indosso agli storici alpinisti, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli ne portavano uno durante la spedizione del ’54 sul K2; in tempi più recenti – negli anni Ottanta – scelto come uno dei capi di massima espressione della subcultura milanese dei Paninari, insieme ad altri pezzi eletti come imprescindibili. Tuttavia il brand che deve il nome alla sua terra di origine – Moncler è l’abbreviazione di Monestier-declermont, villaggio di montagna vicino a Grenoble – è molto di più. Da quando Remo Ruffini lo ha acquistato, nel 2003, il marchio ha intrapreso una strategia di espansione mondiale nel lusso, con dei risultati incredibili, basti pensare che nel primo semestre di quest’anno ha superato il miliardo di ricavi. Gli angles sono diversi, dalle collezioni Haute Couture (nate nel 2006 e nel 2009, poi terminate nel 2017, ndr) alla linea Moncler Grenoble (2010, ndr), fino al progetto, nel 2018, di Moncler Genius: un hub di menti creative impegnate a raccontare l’essenza del brand ognuna secondo la propria visione. Bingo! Portare più voci, credere nella diversità, amplificare il messaggio e allargare la propria scena è un boost di energia sempre nuovo, che nutre continuamente il marchio e che lo ha portato a confrontarsi anche in ambiti diversi, come per esempio quello del footwear. Che se lo scorso luglio è culminato con la collaborazione con Salehe Bembury, uno dei massimi guru in ambito sneaker, per questo autunno/inverno si spinge a
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