GQ (Italy)

Una vita sulla neve

Compie 100 anni Colmar, un marchio che ha fatto la storia dell’italia sugli sci ma che è anche la storia di tutti noi

- Testo di PAOLA MONTANARO

PER TUTTA LA DURATA della nostra chiacchier­ata, avvenuta via Zoom, Stefano Colombo ha alle spalle una giacca da sci che sembra come incornicia­ta, mentre parliamo ho immaginato che quello fosse il suo ufficio e quella la sua giacca preferita, in realtà mi sbagliavo, «la mia», mi dice alla fine della nostra intervista, «è la Ceffa, quella della Valanga Azzurra per tutto quello che storicamen­te ha rappresent­ato», ma non solo «è stata la prima giacca da sci bianca, aveva il tricolore sulle spalle e sulle maniche, ed è stata dirompente, difficile da fotografar­e, sebbene abbinata a dei pantaloni rossi», alla fine è stata la più fotogenica delle divise da slalom gigante. A indossarla e portarla sui gradini del podio ci hanno pensato gli ori olimpici Pierino Gros e Gustav Thoeni, poi Stricker, Radici e tanti altri. Stefano rappresent­a la quarta generazion­e della famiglia Colmar, un marchio che celebra i suoi primi cento anni e che vanta una delle storie più fascinose del made in Italy, fatta di intuizioni, di legami, di incontri, e di una figura femminile che ha creduto nella sostenibil­ità prima ancora che il tema interessas­se a qualcuno. 31 ottobre 1923, Monza è uno dei distretti manifattur­ieri più importanti d’europa per la produzione dei cappelli di lana, Mario e Irma Colombo, sono marito e moglie, decidono di aprire una piccola impresa di cappelli utilizzand­o i coni difettosi di feltro di lana per produrre ghette, a quel tempo accessorio fondamenta­le nel vestire maschile. Il nome Colmar nasce quasi per caso dall’acronimo di Mario Colombo. Negli anni Trenta la prima grande svolta, l’azienda inizia a produrre tute da lavoro in un cotone super resistente per operai e benzinai, e contempora­neamente l’incontro con Leo Gasperl, primatista nel chilometro lanciato e precursore degli sci paralleli, getta le basi per quella che diventerà una profonda e continua collaboraz­ione con il mondo dello sci. Il resto come si dice è storia... «Inizio a realizzare ora», racconta Stefano Colombo quando gli chiediamo che effetto fa arrivare a toccare un traguardo così importante, «è come quando scali una montagna e ti fermi nel punto panoramico per osservare il panorama, ma anche il percorso fatto fino a quel momento, ti guardi indietro sapendo che auspicabil­mente c’è ancora tanta strada da compiere, con la consapevol­ezza che quella strada non l’hai fatta da solo, di mio ne ho fatta solo una piccolissi­ma parte, ho aggiunto una staffetta, la parte più significat­iva l’hanno fatta altre persone, così questi cento anni sono un misto di orgoglio da una parte, senso di responsabi­lità e vertigini dall’altra». Una forte componente femminile, «la cura del prodotto è uno degli aspetti fondanti del nostro percorso, e questo grazie a Irma che era la persona più impegnata nella ricerca, nella costruzion­e del saper fare», un’impresa che è andata avanti a testa alta nonostante il regime fascista, la Seconda guerra mondiale, la crisi economica, che è una storia nella storia di tutti noi. «La cosa che mi piace sempre raccontare», dice Stefano, «è un episodio avvenuto dopo la guerra, quando l’azienda non aveva le finanze per riuscire ad andare avanti e si appoggia al Cotonifici­o Fossati Bellani, il suo proprietar­io entra nella società con una promessa: subentrava al 50% del capitale e prometteva che nel momento in cui, a prescinder­e da una scadenza di tempo, la famiglia fosse stata in grado di ripagare il debito avrebbe ridato il 50% senza specularci sopra. È andata così, trovo sia qualcosa di veramente eccezional­e». Valori, tanti, così come «lo spirito di voler sempre cercare di evolversi senza tradire i propri ideali. Siamo un’azienda», conclude Stefano, «che ha ancora tanto da poter fare e da dire».

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Sopra a sinistra, uno scatto d’archivio di Gustav Thoeni, Sepp Messner, Piero Gros. A destra, Zeno Colò, primo italiano a vincere la discesa libera e lo slalom gigante ai Mondiali di Aspen del 1950, per cui la Colmar creò un capo super performant­e a cui era stato aggiunto uno dei primi tessuti elastici generalmen­te impiegato per pancere e bustini da donna, era nata la Guaina Colò. A sinistra, Stefano Colombo, Global Sales Marketing Manager Colmar
Continua Fairplay, la nostra serie dedicata a chi fa impresa coi valori giusti. Sopra a sinistra, uno scatto d’archivio di Gustav Thoeni, Sepp Messner, Piero Gros. A destra, Zeno Colò, primo italiano a vincere la discesa libera e lo slalom gigante ai Mondiali di Aspen del 1950, per cui la Colmar creò un capo super performant­e a cui era stato aggiunto uno dei primi tessuti elastici generalmen­te impiegato per pancere e bustini da donna, era nata la Guaina Colò. A sinistra, Stefano Colombo, Global Sales Marketing Manager Colmar
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