→ Il giro d’onore del Carrera
Per il 60° anniversario del Carrera, TAG Heuer ripropone un suo grande classico: l’elegante versione in oro resa famosa da Niki Lauda e Mario Andretti, nonché dal Ken di Ryan Gosling
1971, Jack Heuer, pronipote NEL del fondatore di TAG Heuer e all’epoca CEO della stessa azienda svizzera di orologi, si recò a Maranello, la città italiana dove ha sede la Ferrari. Entrato nell’ufficio di Enzo Ferrari, propose un accordo: in cambio di visibilità sulle auto e sulle uniformi del team Ferrari di Formula 1, TAG Heuer avrebbe offerto loro gratuitamente un’attrezzatura da cronometraggio all’avanguardia. In più, nell’accordo era inclusa la fornitura ai piloti Ferrari di una pregiata variante del Carrera: l’iconico cronografo in acciaio inossidabile di TAG Heuer, tanto apprezzato dai piloti per misurare con precisione i tempi dei propri giri. Il nome del Carrera, ispirato a una gara di rally in Messico notoriamente insidiosa, era già associato alla storia dell’automobile. Il modello noto come 1158 CHN, dove CH sta per il colore champagne del quadrante e N per i contatori noir, esercitava un fascino particolare sulla nota casa automobilistica ed era disponibile in oro a 18 carati.
Il Carrera d’oro è diventato l’orologio preferito dai leggendari piloti Ferrari: Jacky Ickx, Niki Lauda e Clay Regazzoni. Mario Andretti, invece, si orientò verso una variante leggermente diversa, senza i contatori neri. Non si limitavano solo a sfoggiarlo davanti alle telecamere e agli obiettivi fotografici. «Quei ragazzi indossavano davvero gli orologi», testimonia Jeff Stein, esperto del marchio e fondatore del sito web Onthedash, specializzato nel mondo di TAG Heuer.
«Questo accadeva in un periodo precedente a quello in cui gli stilisti hanno cominciato a consegnare ai corridori gli orologi prima di salire sul podio». Secondo Jack Heuer, che nel 2023 compie 91 anni, il piano ha dato i suoi frutti. «Abbiamo immediatamente riscontrato un aumento delle vendite», afferma. «Eravamo stupiti nel vederli vendere così bene».
A distanza di oltre mezzo secolo, la sponsorizzazione dei piloti dell’epoca d’oro della Ferrari continua a essere fruttifera: il CHN è uno dei pezzi classici del marchio e di recente è apparso in un cameo al polso di Ken nel film Barbie. Il modello originale è stato prodotto in poche centinaia di esemplari, mentre quello attuale è un po’ più accessibile. Quest’anno ricorre il 60° anniversario del Carrera e il marchio ripropone il CHN, insieme ad altri gioielli degli archivi TAG Heur: un elegante quadrante a panda modellato sul Carrera originale; il coloratissimo Skipper, creato per la nautica. In effetti, si potrebbe affermare che stiamo vivendo nell’era del Carrera: gli appassionati sono stati a lungo affascinati da orologi sportivi in acciaio inossidabile come il Daytona di Rolex, e TAG Heuer si sta ritagliando un posto nel pantheon dell’orologeria.
Il nuovo Carrera si presenta esattamente come i collezionisti lo desiderano: un modello quasi identico all’originale del 1971. La storia per un marchio di orologi è però un’arma a doppio taglio. Secondo Nicholas Biebuyck, direttore del patrimonio di TAG Heuer, il rifacimento di un classico rappresenta una sfida, dato che gli aggiornamenti moderni sono sicuramente in grado di infastidire i puristi sempre legati alla storia. La nuova versione presenta alcuni dettagli senz’altro evidenti e suscettibili di critica, come l’aggiunta di un terzo contatore. Tuttavia, la maggior parte dei collezionisti sarà felice di potere finalmente possedere una versione di un orologio raro che spesso viene venduto all’asta per cifre superiori a 30.000 dollari.
Il modello 1158 CHN, a detta di Stein, si colloca ai vertici del marchio. «È molto ambito», afferma. «Chi possiede l’1158 è come se appartenesse idealmente a un club esclusivo». Di certo è il club al quale sono più interessato a unirmi. Se avessi a disposizione una fata madrina dell’orologeria, il mio desiderio da esaudire sarebbe il TAG Heuer da aggiungere alla mia collezione. Il CHN era inizialmente un pezzo strano: un crono indossato dai piloti di auto da corsa e realizzato in oro massiccio in un’epoca in cui tutti gli altri modelli erano in acciaio. Ma nel 2023, quando gli orologi più alla moda sono quelli che uniscono sport e lusso, basti pensare all’audemars Piguet Royal Oak e al Patek Philippe Nautilus, niente ha più senso di un sontuoso segnatempo d’oro reso famoso dalla Ferrari.
Ñ Cam Wolf