→ Un orologio per proteggere i rinoceronti
LA CAPACITÀ degli sportivi di toccare il cuore degli appassionati non sarà mai sufficientemente celebrata. Così, quando Kevin Pietersen, leggenda del cricket britannico, iniziò a giocare con mazze su cui erano disegnati dei rinoceronti, la gente cominciò a chiedersi il perché. Circa un decennio più tardi, quel disegnini sono diventati qualcosa di significativo e importante: un progetto chiamato SORAI (acronimo di Save Our Rhino Africa India) dedicato alla salvaguardia dei rinoceronti. Dal 2019 Pietersen è ambassador di Hublot, una collaborazione nata proprio sulla scia di questo impegno a favore dei rinoceronti: Hublot supporta attivamente SORAI, in particolare con la realizzazione di uno speciale Big Bang Unico – che ha visto negli anni tre diverse edizioni limitate – il cui ricavato delle vendite viene devoluto all’organizzazione e ai progetti che sostiene. «È una corsa contro il tempo: il numero di rinoceronti sta diminuendo a velocità esponenziale», racconta Pietersen. «SORAI parla di salvaguardia della specie, Hublot introduce l’elemento tempo – è una connessione perfetta. L’enorme seguito di Hublot è davvero importante, il brand ci permette di farci conoscere in diverse aree geografiche dove io, ex giocatore di cricket, non sarei in grado di arrivare. La capacità di incidere è qualcosa che mi entusiasma moltissimo di questa partnership».
Dopo i modelli del 2019 e del 2021, la terza edizione del Big Bang Unico SORAI presenta un quadrante con i colori del tramonto: è il momento in cui i bracconieri, i responsabili del rischio di estinzione dei rinoceronti, agiscono con il favore del buio per andare a caccia dei corni dell’animale, il cui prezzo al chilo vale più dell’oro. Ma quei colori – giallo, arancione, viola e rosa – rappresentano anche l’alba, come sinonimo di speranza e cambiamento: del resto, dalla sua nascita nel 2018, SORAI ha messo in campo tecnologie, squadre di sorveglianza e attrezzature adeguate per contrastare il bracconaggio e mettere al riparo una specie che, oggi, conta meno di 30mila esemplari in tutto il mondo, con una riduzione del 90 per cento negli ultimi dieci anni. «Ci è sembrato del tutto naturale unirci a Kevin nella corsa contro il tempo per sconfiggere i bracconieri», le parole di Ricardo Guadalupe, ceo di Hublot. «Abbiamo utilizzato le nostre edizioni limitate per aiutarlo ad accedere a un maggior numero di tecnologie all’avanguardia applicabili sul campo, a formare più squadre di sorveglianza e a salvare i rinoceronti feriti o orfani, con l’unico obiettivo comune di proteggere questa specie in via di estinzione».
Per capire da dove parte l’impegno di Pietersen, occorre andare indietro nel tempo. «Ho iniziato a interessarmi alla salvaguardia dei rinoceronti tra il 2012 e il 2013, di ritorno da un safari in Africa. Mentre venivano impiantati alcuni microchip su dei rinoceronti, i veterinari e i dottori parlavano di quanto fosse delicata la situazione della specie, che stava diventando a rischio estinzione. Ogni giorno, tre rinoceronti venivano uccisi: non potevo credere di non sapere nulla in proposito. Ho deciso che mi sarei impegnato a provare ad aiutare gli animali». Perciò, a un certo punto della sua carriera, Pietersen, tra i giocatori di cricket più in vista a
livello internazionale, ha cominciato a utilizzare quelle mazze con dei rinoceronti disegnati sopra. «Mi hanno fatto un sacco di domande in proposito, e questo mi ha aiutato a raccontare cosa succede ogni giorno nella savana. Ho iniziato a realizzare cappelli, braccialetti. Più ne producevo, più aumentava la richiesta. Perciò avevamo bisogno di diventare più professionali, di strutturare al meglio il progetto. Così è nata SORAI. Siamo così orgogliosi di questa organizzazione, perché siamo in prima linea nella difesa della specie e nel far capire alla gente quanto il bracconaggio sia brutale».
Le vendite del Big Bang Unico SORAI, realizzato in cento pezzi e dotato di una cassa dal diametro di 44 millimetri con movimento di manifattura a carica automatica Unico, aiuteranno a raccogliere i fondi necessari per dotare di telecamere gli elicotteri, sensibilizzare le scuole sulle conseguenze del bracconaggio e fornire supporto ai ranger sul campo. Con particolare attenzione al Sudafrica, il Paese che ospita oltre l’80 per cento della popolazione mondiale di rinoceronti e dove le azioni di bracconaggio sono più frequenti. «Se non si agisce in tempo, se non riusciamo a raccogliere i fondi sufficienti per sostenere le squadre anti-bracconaggio, se non si riesce a rendere globale il problema, rischiamo di veder scomparire i rinoceronti in Africa», sottolinea Pietersen. «I rinoceronti sono uno dei “Big Five” del continente, e l’africa non sarebbe la stessa senza di loro. Gli animali hanno bisogno di noi, sono in una situazione disperata: è necessario che le organizzazioni e i brand si oppongano con forza al commercio illegale».
L’intervento di SORAI fa capire che contrastare questa emergenza è possibile. «All’inizio di questo progetto», prosegue Pietersen, «venivano uccisi tre rinoceronti al giorno – ora siamo scesi a uno al giorno. I metodi di prevenzione che abbiamo introdotto hanno dimostrato di poter rallentare le pratiche di bracconaggio, ma c’è ancora del lavoro da fare. Per ora dobbiamo assicurarci che ci sarà una crescita positiva della popolazione dei rinoceronti, e fino ad allora continueremo a occuparcene. In futuro, vorremmo dedicarci a tutta la fauna selvatica a rischio, come le tigri».
Così, oggi, Pietersen sente di avere una grossa responsabilità: «Aver creato una campagna del genere mi rende incredibilmente orgoglioso. Ci sono decine di milioni di persone nel mondo che non sapevano nulla al riguardo, e negli ultimi anni penso di aver convinto un bel po’ di loro. Penso che le persone comuni possano fare tanto per contrastare il commercio illegale di animali selvatici e proteggere i rinoceronti: sostenendo SORAI, acquistando prodotti che appoggiano la nostra causa, o donando direttamente alle organizzazioni supportate da SORAI, come Care for Wild. Ma anche esprimendo le proprie preoccupazioni sui social media, oppure facendo del volontariato. Ci sono un sacco di cose che si possono fare, è più importante che mai far sentire la propria voce per fermare tutto questo».