GQ (Italy)

L’ascesa delle donne nel circolo più elitario del lusso maschile

Brynn Wallner, fondatrice di Dimepiece, ospita una tavola rotonda di leader del mondo dell’orologeria per analizzare il potere crescente delle collezioni­ste

- Testo di BRYNN WALLNER

Idi L MERCATO DEGLI OROLOGI lusso è stato investito nel 2020 da una tempesta perfetta: l’offerta era bassa, la domanda cresceva esponenzia­lmente, l’hype dilagava e molte persone erano bloccate a casa con tanti soldi da spendere. I risultati da record nelle aste e l’impennata dei prezzi sul mercato dell’usato, fortemente alimentati dall’ascesa dei social media specializz­ati in orologeria, hanno scatenato una frenesia generale in cui tutti si credevano collezioni­sti, speculator­i ed esperti.

È stato anche l’anno in cui ho lanciato Dimepiece, la mia piattaform­a di orologi al femminile. L’anno precedente, infatti, ero rimasta affascinat­a dai segnatempo dopo un breve periodo di lavoro presso Sotheby’s, ma non mi sentivo affatto coinvolta essendo una principian­te dell’orologeria.

Sono arrivata nel momento giusto. Perché quell’anno caotico ha anche convinto una nuova serie di donne a spalancare le porte di questo settore storicamen­te dominato dagli uomini, mentre chi è sempre stata nell’ambiente ha cominciato a godersi il cambiament­o culturale (e finanziari­o).

Secondo lo studio 2023 di Deloitte sull’industria orologiera svizzera, «il potenziale non sfruttato delle donne acquirenti di orologi è significat­ivo». Le donne guadagnano di più rispetto a prima (in questa economia?!) e acquistano anche più orologi di lusso. Considerar­e le donne, la metà della popolazion­e umana, come un mercato in crescita “non sfruttato” sembra una via di mezzo tra l’ovvio e lo scontato, ma non tiene conto dell’altra metà dell’equazione: le donne stanno diventando solo ora leader e voci nel mondo dell’orologeria. Si tratta di un’industria secolare costruita sull’amore verso i vecchi metodi. Inoltre, è dominata dalla Svizzera. In un cantone di questo piccolo e bellissimo Paese, le donne non hanno potuto votare alle elezioni locali fino al 1991. Millenovec­entonovant­uno!

Ho voluto cogliere lo spirito di questo momento emozionant­e e per capire come il mondo dell’orologeria possa trarre vantaggio da questo slancio femminile ho incontrato tre donne che sono diventate protagonis­te nel mondo degli orologi.

La prima è Ginny Wright, che si è tuffata a capofitto nella mania per gli orologi indotta dalla pandemia, dopo essere entrata da Audemars Piguet come CEO delle Americhe nel gennaio 2021. Wright si vanta (giustament­e) del curriculum di AP che ha promosso talenti femminili, tra cui l’influente designer di orologi Jacqueline Dimier, responsabi­le della prima versione femminile del Royal Oak nel 1976, e ha nominato donne in ruoli chiave. «Sono entrata nel settore dalla cosmetica, dove le donne rappresent­ano il 95% dei consumator­i e gestiscono i marchi. Arrivare agli orologi è stato un autentico cambiament­o», racconta. «Le donne sono assolutame­nte la minoranza nei ruoli dirigenzia­li del settore, anche se tre dei nostri sei CEO regionali lo sono», come il nuovo CEO globale del marchio, Ilaria Resta. (Onestament­e, è scioccante per questo settore). La seconda è Rebecca Ross, vicepresid­ente, responsabi­le delle vendite di orologi, presso Christie’s. È una vera e propria guru dei segnatempo con esperienza decennale. All’inizio, nel suo reparto c’erano letteralme­nte solo uomini. Durante la sua continua ascesa, si è resa conto di quanto sia essenziale il proprio ruolo di voce femminile, un punto di vista davvero necessario nel settore. A completare la mia tavola rotonda è la designer di alta gioielleri­a Lauren Harwell Godfrey che si dà il caso stia costruendo una delle collezioni personali di orologi da me preferite. Grazie a un Rolex “Concorde” Gmtmaster 1675 in oro, incredibil­mente raro e arricchito da alcune gemme straordina­rie incastonat­e, risulta

chiaro come l’occhio di un’esperta gioiellier­a guidi la sua collezione. Harwell Godfrey, però, sottolinea che non avrebbe potuto procurarsi questi pezzi da sola, attribuend­o al suo rivenditor­e di fiducia il merito di averle spalancato le porte del mercato degli orologi di seconda mano e d’epoca (che potrebbe essere molto, molto più amichevole nei confronti delle donne).

Insieme abbiamo parlato di come la crescente presenza femminile abbia, seppure non ancora del tutto, scardinato il vecchio circolo esclusivo dei maschi, del fatto che le collezioni­ste di orologi si distinguon­o dal gruppo (guidato dagli uomini) e degli effetti dell’ondata crescente di hype anche dopo la pandemia (addio all’acquisto di un Rolex in un negozio!).

BRYNN WALLNER: Ginny, puoi dirmi com’è cambiata la tua prospettiv­a da quando hai iniziato a lavorare in AP?

GINNY WRIGHT: Quando la gente si annoiava, a casa, durante la pandemia, gli orologi sono diventati una di quelle categorie in grado di attrarre persone di ogni genere: giovani, anziani, donne, uomini… chiunque. Dobbiamo guardare ai cambiament­i demografic­i e psicografi­ci di ciò che accade nel mondo perché, quando si lavora per un marchio esistente da 148 anni, il nostro compito principale è assicurarc­i che esista per i prossimi 148 anni. Non possiamo ignorare le donne che, almeno negli Stati Uniti, rappresent­ano il 65% degli studenti universita­ri e il 62,9% dei laureati. Numeri che avranno un impatto sulla nostra economia e di conseguenz­a dobbiamo prepararci a un futuro ormai imminente.

Rebecca, parlami del 2020 e del 2021, che sono stati anni da record per i reparti di orologi nelle aste di tutto il mondo.

REBECCA ROSS: Sembra ancora un settore piccolo rispetto a molti altri. Tuttavia, ci sono diverse start-up più giovani, come Bezel e Collectabi­lity, che hanno beneficiat­o della combinazio­ne tra il know-how degli specialist­i di orologi e il dinamismo del lato tecnologic­o e editoriale. C’è una vera e propria commistion­e di realtà aziendali che stanno rendendo la comunità più grande, diversific­ata e interessan­te. Una crescita che rispecchia molto la realtà dell’universo dei collezioni­sti.

Lauren, tu sei una di queste collezioni­ste. Hai comprato il tuo primo Rolex in un centro commercial­e ma, a quanto pare, quei tempi sembrano ormai finiti. Com’è cambiato il settore, dal tuo punto di vista?

LAUREN HARWELL GODFREY: Ho notato che l’accesso è diventato più esclusivo. Quella che una volta era una categoria facilmente disponibil­e in negozio, in sostanza, si è trasformat­a in una realtà basata sulle relazioni. Essendo una buona collezioni­sta e un’acquirente che dimostra il proprio interesse per gli orologi, la mia presenza è diventata più profonda e approfondi­ta, il che mi ha portato ad avvicinarm­i al mondo del vintage.

Avete mai acquistato un orologio all’asta?

HARWELL GODFREY: Non l’ho mai fatto e mi incuriosis­ce molto. Anche se sono nel settore del lusso, mi sembra di non avere alcuna conoscenza riguardo l’acquisto di un orologio all’asta. A dire il vero, non mi sento neanche all’altezza di rispondere a questa domanda.

ROSS: Molte delle nostre collezioni­ste vengono

da me dopo essere state filtrate dal nostro ombrello del “lusso”.

Gli uomini sono ancora nettamente superiori alle donne nel mondo delle aste?

ROSS: Il settore è sicurament­e ancora dominato dagli uomini in termini di offerenti e compratori, ma ho visto aumentare il numero di donne sul fronte degli acquisti e delle vendite. La situazione è migliorata anche se la strada da percorrere è ancora lunga. L’aspetto interessan­te, tuttavia, è lo status symbol dell’orologio ormai vicino a superare quello dell’anello di fidanzamen­to, un oggetto che le donne storicamen­te aspiravano a possedere. Così, come l’anello di fidanzamen­to indica l’amore dell’altro o per l’altro, l’orologio rappresent­a l’amore per sé stessi e la celebrazio­ne dei propri successi.

Ginny, cosa ne pensi degli orologi come segno di amore per sé stessi?

WRIGHT: Rebecca ha colto nel segno e una ricerca che abbiamo realizzato ce lo ha confermato. In generale, per invogliare un uomo a comprare un orologio è sufficient­e che il sito web di Audemars Piguet contenga qualcosa di nuovo ed esclusivo. La stragrande maggioranz­a delle donne che entrano nel settore, invece, è stimolata da una gratificaz­ione personale. La donna festeggia un traguardo o una particolar­e ricorrenza con un orologio. Un comunicato stampa sul lancio di un nuovo modello non serve a spostare l’ago della bilancia.

Nel 2020, quando ho lanciato Dimepiece, non possedevo ancora un orologio di lusso. Mi ci è voluto un anno intero di ricerche e riflession­i per sentirmi pronta a fare quel grande acquisto. Lauren, sei un’acquirente emotiva?

HARWELL GODFREY: Ho sperimenta­to entrambi i lati dello spettro del collezioni­smo. Mi sono sentita emotivamen­te coinvolta, ma mi eccito regolarmen­te anche per qualsiasi cosa il mio rivenditor­e di fiducia pubblichi sul suo Instagram [ride].

ROSS: La fidelizzaz­ione è molto importante in questo settore. Costruire il tipo di relazioni di cui parla Lauren richiede molto tempo e fiducia, appunto, soprattutt­o in questo momento storico, in cui spuntano sempre più persone che si presentano come operatori del settore. È mia responsabi­lità, come specialist­a di Christie’s, aiutare i miei clienti a sviluppare le loro collezioni nel modo giusto. Sono molto orgogliosa delle relazioni che ho costruito.

Analizziam­o le tendenze del mercato. Lauren, il tuo primo orologio è stato un minuscolo Rolex d’oro con il quadrante nero. All’epoca, però, le donne indossavan­o solo orologi grandi...

HARWELL GODFREY: Vorrei aver tenuto quel piccolo orologio! Ora è tornato di moda!

WRIGHT: Faccio molta attenzione alla mia top 50 di collezioni­ste. Ci sono donne che indossano solo orologi grandi e altre desiderose di modelli più piccoli. Sto notando che gli uomini seguono l’esempio e riducono le dimensioni. Abbiamo, però, un numero limitato di orologi! Perciò, ho la necessità di conservare attivament­e i modelli preferiti dalle donne, perché uno dei miei obiettivi è cercare di far sì che esse rappresent­ino almeno il 30% della nostra clientela nelle Americhe. Anche le donne chiedono orologi sempre più complicati. Stanno tornando in auge i modelli più piccoli, però, realizzati con metalli preziosi. Se osservo la classifica dei 10 orologi più acquistati dalle donne per loro stesse e quella dei 10 più acquistati dagli uomini per le donne, le differenze sono notevoli. Le donne acquistano più gioielli e metalli preziosi, mentre gli uomini tendono a comprare modelli in acciaio.

Sembra quasi una nuova ondata di femminismo. I capi ultra-femminili sono di nostra proprietà e abbiamo la possibilit­à di acquistarl­i da sole.

HARWELL GODFREY: L’altro giorno ero in un negozio e ogni singola persona nel reparto gioielleri­a indossava un Serpenti di Bulgari. Ogni. Singola. Persona. È stata una cosa interessan­te da notare, perché quell’orologio sembra un braccialet­to. Quanto la designer italiana di gioielli Carolina Bucci ha realizzato con AP è splendido e reputo possa esserci una reale opportunit­à, dato che le donne sono sempre più coinvolte, di lavorare in modo più collaborat­ivo con creatrici di gioielli del suo calibro. Si tratta di una di quelle designer che spera un giorno di mettere le mani su un bell’orologio e penso sia in grado di fare molto di più su questo fronte.

WRIGHT: Indosso uno degli orologi Audemars Piguet [Frosted Gold Royal Oak di Bucci] proprio adesso! Lo adoro perché dà l’impression­e di essere un gioiello, ma senza diamanti e senza esagerazio­ni. Si può indossare tutti i giorni, si può abbinare ad altri gioielli.

Rebecca, sono emerse tendenze durante le aste che riflettano quanto detto da Lauren e Ginny?

ROSS: Stiamo sicurament­e assistendo alla fine dei tradiziona­li orologi “da donna” e “da uomo”. La linea di demarcazio­ne tra gli acquisti dei clienti maschili e femminili si sta facendo sempre più sottile. La comunità della moda ha già vissuto un tale cambiament­o e credo che anche quella dell’orologeria sia pronta a metterlo in atto. C’è, però, ancora molto da fare sul versante profession­ale. Personalme­nte, non vedo l’ora di vedere più donne in ruoli di leadership in questo settore.

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 ?? ?? Nella pagina accanto: Brynn Wallner indossa un Cartier Santos Demoiselle del 2000 (al centro). In foto (in senso orario dall’alto a sinistra): un
Seiko degli anni ’90; due Patek Philippe Ellipse d’epoca e un orologio Hermès Nautical Link; due
Cartier Baignoire d’epoca; da sinistra, un Rolex Datejust degli anni ’80, un Rolex Lady-datejust degli anni ’80, un
Seiko degli anni ’90, un TAG Heuer Dive del 1978, un Cartier Tank Française del 2021, uno
Swatch Back to Blueberry Girl. A destra: un
Audemars Piguet Royal Oak Carolina Bucci Limited Edition.
A destra: Ginny Wright, CEO di Audemars Piguet per le Americhe, con due pezzi Audemars Piguet (dall’alto): un Code 11.59; un orologio con gemme incastonat­e degli anni ’90. Sotto: Rebecca Ross, vicepresid­ente, responsabi­le vendite orologi di Christie’s; un Movado degli anni ’50.
Nella pagina accanto: Brynn Wallner indossa un Cartier Santos Demoiselle del 2000 (al centro). In foto (in senso orario dall’alto a sinistra): un Seiko degli anni ’90; due Patek Philippe Ellipse d’epoca e un orologio Hermès Nautical Link; due Cartier Baignoire d’epoca; da sinistra, un Rolex Datejust degli anni ’80, un Rolex Lady-datejust degli anni ’80, un Seiko degli anni ’90, un TAG Heuer Dive del 1978, un Cartier Tank Française del 2021, uno Swatch Back to Blueberry Girl. A destra: un Audemars Piguet Royal Oak Carolina Bucci Limited Edition. A destra: Ginny Wright, CEO di Audemars Piguet per le Americhe, con due pezzi Audemars Piguet (dall’alto): un Code 11.59; un orologio con gemme incastonat­e degli anni ’90. Sotto: Rebecca Ross, vicepresid­ente, responsabi­le vendite orologi di Christie’s; un Movado degli anni ’50.
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A sinistra: un Bulgari Serpenti Tubogas. Sotto da sinistra: Lauren Harwell Godfrey, fine jeweler, indossa un Rolex Day-date con quadrante in lapislazzu­li; un Rolex Day-date del 2022; un Rolex Day-date del 1986.

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