Ampliare gli orizzonti
Ferrari, Harley-davidson e Vespa: tre brand con una grande storia alle spalle sono entrati in un nuovo settore, ma in modi diversi
MODA E MOTORI sono due settori che si intersecano da sempre, da quando hanno iniziato a circolare le prime motociclette e le prime automobili, praticamente biciclette e carrozze su cui venivano installati in modi creativi i primi propulsori a scoppio. Erano mezzi scarni e rudimentali, privi di qualsiasi protezione dalle intemperie e di ogni comfort, dunque l’abbigliamento era davvero importante. Le prime giacche da motociclista, oppure gli occhiali, i cappelli e i guanti driver erano delle vere e proprie necessità. Tutti questi capi e questi accessori hanno conservato la loro natura prettamente tecnica almeno fino agli anni ’60 e ’70, quando sono iniziate le prime intersezioni con il glamour. Dal chiodo ai giacconi da ingrassare per conservarne l’impermeabilità, fino alle prime giacche di pelle ispirate alla Formula 1 o alla 24 Ore di Le Mans, negli ultimi decenni i capi che derivano dal mondo dei motori e da quello del motorsport sono sempre più entrati nelle scelte quotidiane del pubblico generalista. Così negli ultimi anni sono nati progetti innovativi, come il brand Alphatauri che fa capo a Red Bull e che usa la Formula 1 come vetrina per far conoscere in tutto il mondo le sue collezioni di capi tecnici ma premium. Ferrari, invece, ha scelto una strada diversa, entrando nel settore della moda dalla porta principale, forte di un’immagine del brand che può permetterle quasi qualunque tipo di incursione in territori sconosciuti. Ovviamente non si tratta di un processo istantaneo, ma nemmeno di una sfida impossibile. Rocco Iannone è il direttore creativo di Ferrari dal 2019 e, stagione dopo stagione, sta riuscendo a rendere il brand emiliano credibile e desiderabile anche in un ambiente che non gli era mai appartenuto. Questo non vuol dire fare una collezione tutta rossa, o spalmare il cavallino rampante su ogni capo, ma alimentare e costruire con cura e devozione
una nuova estetica che è costantemente in dialogo con la propria storia, e al contempo è capace di reimmaginarla, reinventarla portando i tratti e le caratteristiche delle auto sportive di Maranello nell’abbigliamento. Il mondo della Formula 1, dunque, sembra essere sempre più il partner ideale per la moda, ma dimezzando il numero delle ruote il risultato non cambia. Anche la Vespa, probabilmente il veicolo italiano più famoso al mondo, ha iniziato ad avvicinarsi all’abbigliamento: qualche settimana fa la Vespa 946 Dragon ha illuminato la notte di Hong Kong con un evento organizzato in occasione del Capodanno Lunare. Si tratta di un’edizione limitata realizzata in onore dell’anno del Drago, che ha dimostrato ancora una volta come il carattere poliedrico della Vespa sia capace di legarsi a temi diversi. Poi, insieme al nuovo scooter è stata presentata anche l’inedita varsity jacket, che ne riprende lo stile: è realizzata con le maniche in lana a coste e pelle nappa, inoltre presenta un motivo a drago verde smeraldo insieme a stampe e ricami sulla tasca sinistra e sul pannello posteriore. Sul pannello frontale della giacca, invece, spicca il monogramma iconico a V di Vespa accompagnato da un antico proverbio cinese. La Vespa 946 Dragon, invece, è disponibile in una tiratura limitata di 1888 pezzi: sulla carrozzeria spicca il motivo a forma di drago che danza sul telaio dorato della Vespa, con un colore verde smeraldo a contrasto. Ogni Vespa è realizzata a mano in Italia ed è decorata con delle lettere in stile varsity americano, che rappresentano proprio gli anni del drago celebrati nel calendario lunare. C’è anche una linea accessori dedicata, composta da un casco e da una borsa bauletto: il primo riprende la grafica del drago, mentre la seconda è realizzata nello stesso materiale della sella. In questo modo Vespa ha portato il suo distintivo tocco italiano in strada, omaggiando il potere del drago, una creatura mitologica che detiene una forza senza eguali ed è considerata un presagio di prosperità.
Anche Harley-davidson ha deciso di esplorare il mondo della moda e negli ultimi mesi ha aperto alcuni pop-up store in Italia, Portogallo e Spagna. Negozi dove non si vendono moto, accessori o abbigliamento tecnico, bensì capi da indossare tutti i giorni, a prescindere dal mezzo che si guida o dal modo in cui ci si sposta. Una novità piuttosto consistente per un brand che è legato a doppio filo alla tradizione e che vive di rituali ben precisi. Ma Harley-davidson è anche sinonimo di uno stile di vita libero e avventuroso ed è proprio su questi concetti che si basano gli abiti. Chi sceglie di indossarli, potrebbe anche non acquistare mai una moto del brand americano, accontentandosi di portarlo addosso; tuttavia, per molte persone l’abbigliamento firmato Harley-davidson potrebbe essere il “primo contatto”, cioè la porta di accesso ai prodotti di un’azienda che negli ultimi anni ha posizionato i propri prodotti sempre più in alto, rinunciando a una clientela popolare e concentrandosi maggiormente su chi ha maggiore capacità di spesa. Oggi, per uscire dalla concessionaria in sella a una H-D bisogna spendere quasi 20.000 euro, ma così facendo bisogna accontentarsi di un modello quasi base. In realtà, la maggior parte dei clienti della Casa di Milwaukee spende molto di più. In effetti una volta il sogno americano era molto più abbordabile e degli anti-eroi come i protagonisti di Easy Rider potevano permettersi una Harley senza troppi problemi. È un universo ormai molto lontano, di cui è rimasta da un lato la nostalgia e dall’altro l’aspirazione. Tutti sentimenti che determinano i comportamenti di acquisto, e se una moto può essere inarrivabile per molte persone, una felpa è sicuramente molto più accessibile.