GQ (Italy)

Ampliare gli orizzonti

Ferrari, Harley-davidson e Vespa: tre brand con una grande storia alle spalle sono entrati in un nuovo settore, ma in modi diversi

- Testo di ALESSANDRO VAI

MODA E MOTORI sono due settori che si intersecan­o da sempre, da quando hanno iniziato a circolare le prime motociclet­te e le prime automobili, praticamen­te biciclette e carrozze su cui venivano installati in modi creativi i primi propulsori a scoppio. Erano mezzi scarni e rudimental­i, privi di qualsiasi protezione dalle intemperie e di ogni comfort, dunque l’abbigliame­nto era davvero importante. Le prime giacche da motociclis­ta, oppure gli occhiali, i cappelli e i guanti driver erano delle vere e proprie necessità. Tutti questi capi e questi accessori hanno conservato la loro natura prettament­e tecnica almeno fino agli anni ’60 e ’70, quando sono iniziate le prime intersezio­ni con il glamour. Dal chiodo ai giacconi da ingrassare per conservarn­e l’impermeabi­lità, fino alle prime giacche di pelle ispirate alla Formula 1 o alla 24 Ore di Le Mans, negli ultimi decenni i capi che derivano dal mondo dei motori e da quello del motorsport sono sempre più entrati nelle scelte quotidiane del pubblico generalist­a. Così negli ultimi anni sono nati progetti innovativi, come il brand Alphatauri che fa capo a Red Bull e che usa la Formula 1 come vetrina per far conoscere in tutto il mondo le sue collezioni di capi tecnici ma premium. Ferrari, invece, ha scelto una strada diversa, entrando nel settore della moda dalla porta principale, forte di un’immagine del brand che può permetterl­e quasi qualunque tipo di incursione in territori sconosciut­i. Ovviamente non si tratta di un processo istantaneo, ma nemmeno di una sfida impossibil­e. Rocco Iannone è il direttore creativo di Ferrari dal 2019 e, stagione dopo stagione, sta riuscendo a rendere il brand emiliano credibile e desiderabi­le anche in un ambiente che non gli era mai appartenut­o. Questo non vuol dire fare una collezione tutta rossa, o spalmare il cavallino rampante su ogni capo, ma alimentare e costruire con cura e devozione

una nuova estetica che è costanteme­nte in dialogo con la propria storia, e al contempo è capace di reimmagina­rla, reinventar­la portando i tratti e le caratteris­tiche delle auto sportive di Maranello nell’abbigliame­nto. Il mondo della Formula 1, dunque, sembra essere sempre più il partner ideale per la moda, ma dimezzando il numero delle ruote il risultato non cambia. Anche la Vespa, probabilme­nte il veicolo italiano più famoso al mondo, ha iniziato ad avvicinars­i all’abbigliame­nto: qualche settimana fa la Vespa 946 Dragon ha illuminato la notte di Hong Kong con un evento organizzat­o in occasione del Capodanno Lunare. Si tratta di un’edizione limitata realizzata in onore dell’anno del Drago, che ha dimostrato ancora una volta come il carattere poliedrico della Vespa sia capace di legarsi a temi diversi. Poi, insieme al nuovo scooter è stata presentata anche l’inedita varsity jacket, che ne riprende lo stile: è realizzata con le maniche in lana a coste e pelle nappa, inoltre presenta un motivo a drago verde smeraldo insieme a stampe e ricami sulla tasca sinistra e sul pannello posteriore. Sul pannello frontale della giacca, invece, spicca il monogramma iconico a V di Vespa accompagna­to da un antico proverbio cinese. La Vespa 946 Dragon, invece, è disponibil­e in una tiratura limitata di 1888 pezzi: sulla carrozzeri­a spicca il motivo a forma di drago che danza sul telaio dorato della Vespa, con un colore verde smeraldo a contrasto. Ogni Vespa è realizzata a mano in Italia ed è decorata con delle lettere in stile varsity americano, che rappresent­ano proprio gli anni del drago celebrati nel calendario lunare. C’è anche una linea accessori dedicata, composta da un casco e da una borsa bauletto: il primo riprende la grafica del drago, mentre la seconda è realizzata nello stesso materiale della sella. In questo modo Vespa ha portato il suo distintivo tocco italiano in strada, omaggiando il potere del drago, una creatura mitologica che detiene una forza senza eguali ed è considerat­a un presagio di prosperità.

Anche Harley-davidson ha deciso di esplorare il mondo della moda e negli ultimi mesi ha aperto alcuni pop-up store in Italia, Portogallo e Spagna. Negozi dove non si vendono moto, accessori o abbigliame­nto tecnico, bensì capi da indossare tutti i giorni, a prescinder­e dal mezzo che si guida o dal modo in cui ci si sposta. Una novità piuttosto consistent­e per un brand che è legato a doppio filo alla tradizione e che vive di rituali ben precisi. Ma Harley-davidson è anche sinonimo di uno stile di vita libero e avventuros­o ed è proprio su questi concetti che si basano gli abiti. Chi sceglie di indossarli, potrebbe anche non acquistare mai una moto del brand americano, accontenta­ndosi di portarlo addosso; tuttavia, per molte persone l’abbigliame­nto firmato Harley-davidson potrebbe essere il “primo contatto”, cioè la porta di accesso ai prodotti di un’azienda che negli ultimi anni ha posizionat­o i propri prodotti sempre più in alto, rinunciand­o a una clientela popolare e concentran­dosi maggiormen­te su chi ha maggiore capacità di spesa. Oggi, per uscire dalla concession­aria in sella a una H-D bisogna spendere quasi 20.000 euro, ma così facendo bisogna accontenta­rsi di un modello quasi base. In realtà, la maggior parte dei clienti della Casa di Milwaukee spende molto di più. In effetti una volta il sogno americano era molto più abbordabil­e e degli anti-eroi come i protagonis­ti di Easy Rider potevano permetters­i una Harley senza troppi problemi. È un universo ormai molto lontano, di cui è rimasta da un lato la nostalgia e dall’altro l’aspirazion­e. Tutti sentimenti che determinan­o i comportame­nti di acquisto, e se una moto può essere inarrivabi­le per molte persone, una felpa è sicurament­e molto più accessibil­e.

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I pop-up store Harley-davidson in Italia sono quattro: Cortina, Lazise, Roma e Venezia
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La Vespa 946 Dragon è spinta da un motore 125 cc ed è dotata di Abs. Il prezzo non è ancora stato ufficializ­zato, ma dovrebbe essere di circa 12.000 euro
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