GQ (Italy)

Pensiero verde

L’oasi Zegna non è solo un luogo ma l’essenza della visione di un imprendito­re illuminato, ora un libro da collezione la racconta

- Testo di PAOLA MONTANARO

ERMENEGILD­O ZEGNA era solito indossare un abito formale anche quando camminava in montagna, in testa portava un cappello Barbisio, stringeva un bastone da passeggio. Indossava camicie di seta con un colletto rigido e stretto, decorate da dettagli ricamati con le sue iniziali sotto una corona. L’unica eccezione era rappresent­ata dalle visite alle terme; in quelle occasioni, portava camicie di lino e pantaloni a vita alta. Quando non era impegnato con il Lanificio, chiedeva al suo autista di portarlo nel punto più alto della Panoramica Zegna (la strada 232) in costruzion­e, e da lì tornava a piedi, monitorand­o l’avanzament­o dei lavori e dando indicazion­i sui punti panoramici migliori. Il primo albero fu piantato nel 1929, oggi nell’area che si estende per 100 km2 (30 volte la grandezza di Central Park, di New York) nella cornice delle Alpi Biellesi in Piemonte, in quella che è stata battezzata come l’oasi Zegna, se ne contano più di 5mila. E se non ci siete mai stati, il consiglio è quello di programmar­e presto una visita in quel luogo un po’ magico, perché oltre a farvi respirare pace, quiete, natura, rappresent­a un bellissimo e autentico modo per entrare nella storia di uno dei lanifici italiani più importanti al mondo, e immergersi nella visione lungimiran­te di un uomo, un imprendito­re illuminato. Siamo agli inizi del secolo scorso, Ermenegild­o Zegna intraprend­e un vasto programma di riforestaz­ione nell’area montuosa attorno al suo Lanificio, situato a Trivero, e collega per la prima volta i due versanti della montagna attraverso la costruzion­e della strada 232, appunto. Il progetto di rimboschim­ento e di sviluppo della comunità locale che ha dato vita negli anni all’oasi Zegna, non era certo per mania di protagonis­mo, ma un gesto di responsabi­lità, di restituzio­ne alla propria comunità, e al territorio, secondo un’idea che metteva in armonia l’uomo, l’impresa e la natura. Nel linguaggio Zegna, si è soliti dire: “la seconda cosa migliore che facciamo è l’abbigliame­nto. La prima è l’oasi Zegna”. Aveva avuto tempo per tutto: tempo per produrre e distribuir­e i suoi prodotti su scala mondiale, tempo per dare alla gente un ambiente concepito organicame­nte in cui vivere e lavorare, e tempo per esaltare l’ambiente naturale, scrive Piero Chiara in Born in

Oasi Zegna, il volume fresco di stampa edito da Rizzoli New York, che per la prima volta rende palpabile l’etica che sottende a tutto quel che avviene nel mondo Zegna, in cui la ricerca costante di bellezza tiene insieme un sistema valoriale fatto di persone e ambiente. Per la cronaca il volume è stampato su diversi tipi di carta ecologica certificat­a FSC, alcuni dei quali derivati da scarti di lana e cotone.

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ?? A sinistra Born in Oasi Zegna, il volume edito da Rizzoli New York che racconta attraverso immagini inedite e documenti esclusivi la nascita dell’oasi Zegna
A sinistra Born in Oasi Zegna, il volume edito da Rizzoli New York che racconta attraverso immagini inedite e documenti esclusivi la nascita dell’oasi Zegna
 ?? ?? In alto un ritratto di Ermenegild­o Zegna,
sotto la strada 232,
in basso da sinistra la cover del volume
Born in Oasi Zegna, e un paio di scatti presi dal libro
In alto un ritratto di Ermenegild­o Zegna, sotto la strada 232, in basso da sinistra la cover del volume Born in Oasi Zegna, e un paio di scatti presi dal libro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy