Orlando prova a salvare gli ex Ds: tra i suoi ci sono i futuri scissionisti
Se perde male, in parecchi verso Pisapia
Andrea
Orlando prova a salvare dentro al Congresso Pd quella che un tempo era chiamata la Ditta, che però adesso, dice, “è morta”, e quindi chiameremo più semplicemente il ceto politico ex Ds. Compito arduo, anche se l’ultimo giorno il ministro della Giustizia l’ha passato a litigare a mezzo stampa col collega degli Esteri Angelino Alfano sui migranti - scandendo la giornata anche attraverso la chiusura simbolica della sua campagna per le Primarie alla Comunità di Sant’Egidio (“qui c’è l’Italia migliore”) - e questo potrebbe portargli un po’ di consensi di “sinistra”. I sondaggi dell’ultimo minuto non gli riconoscono certo un risultato di quelli da ricordare: le sue percentuali oscillano tra il 20 e il 30% (ma se arrivasse al 30 sarebbe una gran sorpresa persino per il suo staff). In realtà, tutti aspettano domattina non tanto per dichiarare Orlando leader della minoranza democratica, quanto per capire quan- ta parte della sua mozione finirà prima o poi per seguire Pier Luigi Bersani e gli altri scissionisti di Articolo 1 verso i più rassicuranti lidi del listone sinistro-ulivista con vendoliani, Pisapia e quant’altro.
In caso di larga vittoria di Matteo Renzi nelle Primarie di oggi, eventualità non peregrina, tra i più accreditati a lasciare il Pd divenuto PdR (partito di Renzi) è Gianni Cuperlo, che dovrebbe approdare a Campo progressista e tra gli scissionisti ritroverebbe una buona metà della sua ex corrente, a partire dal capogruppo di Mdp alla Camera Francesco Laforgia. Anche i prodiani (a partire da Franco Monaco) sosterranno l’esperimento di Giuliano Pisapia, non è chiaro se dentro o fuori dal partito: l’idea è comunque spingere per una soluzione “ulivista”, cioè un Pd dentro una coalizione di centrosinistra, o altrimenti rifare l’Ulivo contro il PdR. Ma è sui territori che lo smottamento dovrebbe essere più consistente, anche per mere ragioni di opportunismo: coi sondaggi attuali, Renzi ha più gente a cui ha promesso un posto che poltrone su cui farle sedere. Alla fine il capo della minoranza potrebbe ritrovarsi con ben poche truppe.