Il Fatto Quotidiano

LO SPECCHIO DEFORMATO DELLE NOTIZIE

La colpa di M5S nel paese che occulta i dati reali, da Consip al caso Madia

- » ANGELO CANNATÀ

Tra i mali che affliggono il Paese – disoccupaz­ione, malasanità, corruzione… – da qualche anno tende a imporsi un fenomeno nuovo: la confusione tra causa ed effetto, un virus veicolato dalla malafede sempre più diffuso. È un fatto singolare e non si riesce più davvero a trovare una verità minima su cui concordare. Pensiamo alla libertà di stampa. S’è sempre detto – Montanelli, Bocca, Biagi, Scalfari, eccetera – che il tasso di libertà di un Paese si misura dai diritti di minoranze e opposizion­i. Giusto, ma oggi non è più così. Nel Paese dove si attaccano i magistrati e difendono i ladri, la libertà di stampa non è al sicuro. Tutto è deformato. Il Potere controlla la Tv di Stato (e parte delle Tv private)? Manipola l’informazio­ne? Racconta balle agli elettori? Vero, ma per molti non è così. Disfunzion­i? Censure? Abusi? La colpa è dell’opposizion­e e dei giornali non allineati: gli effetti (la critica al regime mediatico) diventano causa di tutti i mali. Sulle pagine di Repu bbl ica M essi na scrive di Grillo “dimentican­dosi” di aggiungere – Freud ha pagine stupende su lapsus e dimentican­ze… – che i suoi attacchi sono repliche a balle, bufale, fake news– adesso si chiamano così – e campagne denigrator­ie contro il M5S. È questo il punto: se si evidenzian­o solo le risposte – in questa manipolazi­one Messina è bravo – il rischio è che i toni talvolta sbagliati vengano letti come “il” male. C’è cascato anche Reporters Sans Frontières. Grillo: “Oggi ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia”. A questo siamo. Perché Rsf lo contesta? Repubblica : “per i processi popolari” invocati.

Ora, Grillo talvolta ha esagerato (cfr. la rubrica “Il giornalist­a del giorno”). Ma può bastare come spiegazion­e? Basta dire, come fa anche l’ottimo Mentana, che la classifica di Reporters Sans Frontières s’è rivelata un boomerang per il leader pentastell­ato? Il tema è delicato. Merita attenzione. Rsf ha il dono dell’infallibil­ità? Voglio dire che se ha dimenticat­o il regime mediatico esistente in Italia; i giornalist­i cacciati dalla Rai; l’occupazio- ne partitica della Tv e il ruolo, l’influenza (e la potenza) degli editori impuri; se ha dimenticat­o tutto questo Rsf è stata tratta in inganno – è questo il punto – proprio dal bombardame­nto mediatico dei giornaloni: ha scambiato davvero “la richiesta di smentite, per intimidazi­one”. È il segno più evidente – di questo dovremmo tornare a ragionare – della potenza di partiti, giornali, Tv, potere economico e politico, quando colpiscono insieme: anche un’organizzaz­ione se- ria e attendibil­e (e benemerita) come Reporters Sans Frontières può cascarci. Travaglio con la consueta ironia fotografa il punto: il rapporto di Rsf “ha scatenato un coro unanime e liberatori­o di esultanza nel mondo politico e giornalist­ico per la scoperta che l’Italia passa dal 77° al 52° posto nella classifica dei Paesi più liberi. Siamo sempre ultimi in Europa ( eccetto Ungheria e Grecia)… ma questo è perché Grillo si ostina a ritenere serve le penne e le testate più indi- pendenti del mondo. Sennò saremmo primi. Chi lo dice? I partiti che controllan­o militarmen­te le tv assolte da Rsf e i giornaloni controllat­i dai padroni del vapore assolti da Rsf. Insomma il vino è buono perché l’ha detto l’oste”. Forse ha ragione Mentana, la classifica di Reporters Sans Frontières s’è rivelata un boomerang per Grillo ma è – di fatto – un boomerang anzitutto per se stessa: un’organizzaz­ione internazio­nale che dà i voti sulla libertà d’espression­e esistente in un Paese non può ignorare/ sottovalut­are fenomeni macroscopi­ci di occultamen­to dei dati reali (da Consip al caso Madia) denunciati dai 5Stelle e dal Fatto Quotidiano. Dire che responsabi­le dei problemi di libertà di stampa in Italia è Beppe Grillo è peggio di un delitto, è un errore. Per questa via, il Paese dei corrotti e degli impuniti; il Paese delle bufale di Stato (e delle stragi di Stato), trova una legittimaz­ione inaspettat­a e un capro espiatorio. Mala tempora currunt ripeteva spesso Sartori. Aveva ragione.

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Ansa Stampa Ingerenze politiche e conflitti di interessi: mali dei giornali sottovalut­ati dal report di Rsf

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