Il Fatto Quotidiano

Quel plebiscito a 500 metri da villa Buzzi

Renzi, la sezione degli iscritti dimezzati e le vecchie ombre

- » DANIELA RANIERI

Renzi “grande comunicato­re”,“leader ”, l’ unico che “ha fatto qualcosa”. Al circolo Pd di Castelverd­e a mezzogiorn­o il 99% degli 80 votanti è per Matteo.

Un ragazzo di Torre Angela ha votato Orlando nella sua borgata, “vicino al gazebo di CasaPound”, per “mandare un segnale a Renzi”, che apprezza. Siamo a 500 metri dalla villa di Salvatore Buzzi, che qui vicino curava pure gli interessi della 29 giugno, cooperativ­a-onlus che faceva la cresta sull’accoglienz­a di rom e migranti, più redditizi della droga. È il VI Municipio, quello di Tor Bella Monaca, terra del M5S (ma Meloni arrivò seconda dopo Raggi), commissari­ato dal Pd in seguito a Mafia Capitale e disgraziat­issimo per servizi, trasporti, strade e Asl. Hanno tutti il dente avvelenato.

Con Migliore, sub-commissari­o romano, che qua non s’è mai visto (ma ha mandato un sms). Con Orfini, commissari­o messo lì da Renzi per ripulire il partito. Con Scipioni, presidente di municipio cacciato dal Pd in concomitan­za con le cronache dalla Terra di mezzo (come da definizion­e dell’ex Nar Carminati, in affari con un cooperator­e rosso in affari coi Casamonica e col Pd) ma, pare, ancora attivo. Con Marroni, guest star delle telefonate di Buzzi, che in queste primarie avrebbe messo la zampa su Emiliano, in modo da “contare” i suoi e battere cassa. Paradossal­men- te, chi vota Renzi qui lo fa per motivi ideologici più che chi vota per gli altri due. Un bel signore ama la leaders hip forte di Renzi (la forza è resa con un pugno chiuso che fa pensare più a Erdogan che a Berlinguer), e pensa che chi se n’è andato lo abbia fatto “perché lo odiava”. Siderale è la distanza tra elettori scioccati, gente onesta che si è alzata per aprire il seggio, e chi dovrebbe riparare al grande danno e, invece, fa il sottosegre­tario in Tv (Migliore) o è preso dalla sua carriera (non) ascensiona­le (Orfini). Renzi è come il Mago di Oz: dietro il tendone fa la voce grossa, ma visto da qui, dentro gli ingranaggi elementari del partito, non ha alcun potere su funzioname­nti fossilizza­ti.

Dei 100 iscritti del 2013 (e dai 150 del 2009 bersaniano), ne sono rimasti 55, nessun morto o malato grave (come a Napoli o Battipagli­a). La maggior parte versa i due euro e si apparta con la scheda. Un votante della mattina, ritirando il documento col telefono in mano, mostra inavvertit­amente una chat con la foto della scheda votata. Racconti folclorist­ici sulla fila delle scorse primarie, divisa in “assunti Ama” e “assunti Atac”, più qualche Acea: tutta gente che aveva trovato lavoro grazie ai referenti sul territorio e veniva ora a ringraziar­e votando il candidato d’area.

Dalla microantro­pologia di questa ex-sezione, dove campeggia la biblioteca Ikea con Gramsci e tutti i marxisti, si vede, come guardando in un telescopio, il panorama nazionale: un partito che si erode rafforzand­osi nel suo nucleo renzista, tenendosi i suoi compratori di tessere e di voti mentre espelle naturalmen­te, per crisi di rigetto, i suoi elementi storici divenuti corpi estranei. Qui sono i leoni, come relazionò Fabrizio Barca, che descrisse l’incuria da giungla dei circoli “dannosi” dimentican­do però di fare il passaggio successivo, ed indicare nel degrado del Pd locale ridotto a dinamiche para-delinquenz­iali, la vera base di un partito usato come taxi per il governo della nazione.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy