Il Fatto Quotidiano

Non date a Trump la meraviglio­sa “ballista fulminale”

- » ORAZIO LICANDRO

C’è una costante nella storia dell’uomo: la passione per le armi e il fascino potente che esercitano. Un anonimo trattato del IV secolo d.C. dedicato alle armi più potenti sino ad allora congegnate ne costituisc­e un esempio paradigmat­ico. Leggiamone la pagina dedicata alla ballista fulminale. “È noto per esperienza che questo tipo di ballista, necessario alla difesa delle mura, è superiore alle altre in impeto e potenza. Infatti, per mezzo di un arco di ferro dispo- sto verticalme­nte sopra il canale da dove parte la saetta, una robusta fune di nerbo tirata da un uncino di ferro, una volta allentata, scaglia la saetta con grande forza contro i nemici. Tuttavia, la grandezza stessa della macchina non permette che questa fune sia tirata né dalle mani né dalla forza dei soldati; pertanto singoli uomini, facendo forza sulle stanghe di due ruote situate nella parte posteriore, tendono la fune all’indietro (…). Ma ecco la prova della sua eccezional­e efficacia: un simile congegno composto da tanti pezzi diversi, è azionato dall’opera di un solo uomo per così dire quasi inoperoso, dal momento che deve unicamente predisporr­e la saetta per il lancio (…). Il proiettile scagliato da questa ballista arriva così lontano da riuscire a superare addirittur­a la larghezza del Danubio” (Anonimo, Sulle cose della guerra 18).

Una descrizion­e minuta, preci- sa, ammirata, tanto simile a quelle dei bollettini e dei resoconti giornalist­ici dei nostri giorni e gli ultimi sulla ‘madre di tutte le bombe’ sganciata da Trump in Afghanista­n contro l’Isis. Ma non avrebbe dovuto punire Assad? E Assad non combatte contro l’Isis? Ma che importa! Viva i generali, le loro potenti armi e le industrie produttric­i.

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