Il Fatto Quotidiano

“Fabo aveva diritto di morire” Così i pm scagionano Cappato

Chiesta l’archiviazi­one: “Aiutare il suicidio di malati terminali non è reato”

- » DAVIDE MILOSA

■L’esponente radicale aveva accompagna­to il dj in Svizzera. Mina Welby: “Ora la legge sull’eutanasia”. Il teologo Mancuso: “L’iniezione letale non è la soluzione”

Se la richiesta della Procura di Milano sarà accettata dal giudice, la decisione che ne nascerà sarà certamente destinata a fare storia. Sul tavolo un tema delicato come l’eutanasia. Al centro il diritto alla dignità umana. Nel documento dei pm Tiziana Sicliano e Sara Arduini, depositato ieri, la richiesta di archiviazi­one della posizione di Marco Cappato, esponente radicale e tesoriere dell’associazio­ne Luca Coscioni, che lo scorso 28 febbraio ha accompagna­to in Svizzera, al centro Dignitas vicino a Zurigo, Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, il 40enne tetraplegi­co e cieco dopo un incidente di macchina. In Svizzera, Fabo è riuscito a fare quello che il governo italiano e la legge del nostro Paese vietano da sempre, ovvero decidere di morire.

ECCO, allora, il punto. Per quei fatti Cappato, dopo la sua auto-denuncia, è indagato con l’accusa di “aiuto al suicidio”. Nell’iscriverlo la Procura ha fatto riferiment­o all’articolo 580 del Codice penale, che prevede la contestazi­one per “chiunque aiuta o determina altri al suicidio ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’e se c uz i on e”. Reato che prevede una pena fino a 12 anni di galera. Ieri, però, la procura di Milano, in 15 pagine di mo- tivazioni, ha chiesto l’archiviazi­one, ma non, come avviene di solito, perché il reato o non è stato commesso oppure non è provato, ma proprio perché l’azione di Marco Cappato non è un reato, ma, e qui sta la grande novità, è un modo per favorire un diritto. Ecco allora cosa si legge nella richiesta dei pm: “Le pratiche di suicidio assistito non costituisc­ono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivam­ente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerab­ile e/o indegna dal malato stesso. Non pare peregrino affermare che la giurisprud­enza anche di rango costituzio- nale e sovranazio­nale ha inteso affiancare al principio del diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità”. Si esce dunque dalla sfera penale e si entra in quella, diametralm­ente opposta, dei diritti.

NATURALMEN­TE quella di ieri è solo il primo tempo di una fase giudiziari­a ancora tutta da definire. Ora, infatti, la palla passa al giudice per le indagini preliminar­i che potrà accettare la richiesta del pm oppure rimandarla indietro per ulteriori approfondi­menti. Se ci fosse una bocciatura e una seconda richiesta di archiviazi­one dei pm, allora il gip potrebbe decidere per un’imputazion­e coatta. Se dovesse succedere, allora la procura dovrà chiedere il rinvio a giudizio con conseguent­e apertura di un’udienza preliminar­e. In realtà la richiesta dei pm sembra ben motivata, visti i continui riferiment­i costituzio­nali. Come l’articolo 32 della Costituzio­ne, citato dai pm e che toglie a un atto il suo

I magistrati

“L’aiuto al suicidio di malati terminali o gravemente sofferenti non è reato”

valore antigiurid­ico se viene esercitato per agevolare il diritto alla dignità umana. Cosa, è il ragionamen­to della procura, avvenuta nel caso di dj Fabo. E del resto, già il 28 febbraio, il procurator­e di Milano Francesco Greco sull’iscrizione di Cappato aveva specificat­o: “Sarà valutata sotto tutti i profili giuridici, compresa la giurisprud­enza della Convenzion­e europea sui diritti dell’uomo. Ci sono diversi profili da affrontare”. In serata Cappato ha commentato: “Pren- do positivame­nte atto della richiesta di archiviazi­one avanzata dalla Procura dopo le indagini svolte nei miei confronti in merito alla morte di Fabiano Antoniani. In attesa della decisione, posso confermare che è in corso l’azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere, in Italia o all’estero, l’interruzio­ne delle proprie sofferenze, anche attraverso l’assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera”.

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Ansa Il videoappel­lo Fabiano Antonini, dj Fabo, nell’ultimo appello diffuso

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