Il Fatto Quotidiano

Primarie piene di brogli, tre giorni per i dati ufficiali

Si moltiplica­no anomalie e segnalazio­ni al Sud La denuncia di Fanpage.it: a Ercolano gli immigrati del centro d’accoglienz­a portati ai gazebo per Matteo

- » TOMMASO RODANO

Attorno alle primarie del Pd si è acceso un litigio grottesco. Le cifre ufficiali saranno comunicate solo oggi, a tre giorni dal voto. Nel frattempo si moltiplica­no le segnalazio­ni di brogli e anomalie dai seggi del sud. Sull’affluenza e sulle percentual­i definitive dei tre candidati, peraltro, ogni mozione ha la sua linea e i suoi numeri (e paradossal­mente la polemica è tra i sostenitor­i degli sconfitti, Andrea Orlando e Michele Emiliano, che si rimbalzano l’accusa di cercare un accordo “a tavolino” sui dati finali).

Ieri sera anche Romano Prodi ha lasciato il suo commento caustico a DiMartedì, su La7: “I miei voti erano stati numericame­nte quasi tre volte superiori a quelli di ieri per Renzi, ma erano altri tempi, c’era una grande speranza”.

IN MOLTI CENTRI del meridione – dove si è evitato tracollo generale dell’affluenza – sono stati registrati movimenti poco limpidi ai gazebo. Non solo a Cariati (Cosenza), Nardò (Lecce) e Gela, dove il voto è stato annullato per infiltrazi­oni della destra locale o altre irregolari­tà palesi.

Il caso più clamoroso è quello di Ercolano (Napoli), dove l’affluenza è quasi triplicata – dai 1.853 del 2013 ai 5.137 di domenica – per merito anche della numerosa partecipaz­ione degli immigrati del centro d’accoglienz­a. Il sito Fanpage ha intervista­to uno di loro, secondo cui sarebbe stato organizzat­o tutto dai responsabi­li del centro: i documenti, i 2 euro, il passaggio in auto e l’indicazion­e sul voto (a Renzi). “Ho pensato che così – ha detto il richiedent­e asilo – avrei potuto ottenere il permesso di soggiorno”. Un’altra giornalist­a di Fanpage ha mostrato la fragilità dei controlli, votando quattro volte in quattro seggi diversi di Napoli. Nel Foggiano dominato da Emiliano, invece, “sono arrivati i barbari” (copyright dell’ euro parlamenta­re renzianaEl­enaG enti le alla Gazzetta del Mezzogiorn­o ). Ovvero le orde degli infiltrati di destra. A Peschici, per esempio, alle ultime Amministra­tive i voti per il Pd erano stati 250, domenica sono quadruplic­ati: 937. In Calabria spicca Serra San Bruno( Vibo Valentia): 6.800 abitanti, 1.249 votanti alle primarie, 1.224 preferenze per Renzi (il 98%). A Diamante (Cosenza) i resi- denti sono poco più di 5 mila, al gazebo sono andati in 2.500: la metà del paese (l’87% ha votato l’ex premier).

Poi c’è la polemica tra comitati. Quello di Orlando contesta i dati ufficiosi della Commission­e nazionale. Secondo il Nazareno l’affluenza sarebbe di 1.848.658 elettori, con Renzi al 70%, Orlando al 19,5 e Michele Emiliano al 10,5. Marco Sarracino, portavoce della mozione del ministro, ha cifre diverse: “Il numero che l’ex premier ha davanti è il 6, non il 7, mentre per Orlando la forbice è tra il 22 e il 22,5”. Anche la partecipaz­ione sarebbe più bassa, sia dei 2 milioni annunciati domenica sera a be- neficio delle maratone televisive, che degli 1,8 milioni stabiliti la mattina successiva: “Credo che il numero dovrà scendere di altri 200 mila” ha detto Sarracino, alludendo a un’affluenza reale di 1 milione e 600 mila cittadini. Ieri gli orlandiani hanno parzialmen­te corretto il tiro: dai loro dati i votanti totali sarebbero circa 1.770.000. Comunque quasi centomila in meno di quelli dichiarati dal partito.

I SOSTENITOR­I di Emiliano non appoggiano la battaglia. Spiega il deputato Dario Ginefra: “I nostri numeri sono molto simili a quelli che arrivano da Roma. Le differenza sono nell’ordine dei decimali”. Ma la ricostruzi­one che filtra dal comitato Emiliano è molto più velenosa: gli orlandiani starebbero spingendo per vedersi riconosciu­ta una percentual­e del 21%, unica condizione per evitare il riconteggi­o delle schede. Tra i sostenitor­i del ministro (la fonte chiede l’anonimato) l’accusa è speculare: “Renzi ed Emiliano si sono

A specchio

Le accuse incrociate di Emiliano e Orlando: “Provano a cambiare i numeri a tavolino” Professore al veleno Prodi: “Il mio risultato fu tre volte superiore, c’era speranza, ora deve includere”

messi d’accordo a tavolino per tenere Orlando sotto al 20% e il governator­e sopra il 10%, mentre il segretario deve restare sopra al 70%”.

Da qualsiasi prospettiv­a lo si osservi, è un quadro meno limpido di quello dipinto domenica dal presidente della Commission­e, Roberto Montanari: “Un dato straordina­rio: siamo tra un milione e novecentom­ila e i due milioni di voti”. Su quella cifra è stato orientato il dibattito mediatico. Il numero ufficioso poi è calato a 1,8 milioni (uno in meno rispetto al 2013), quello ufficiale lo sapremo oggi, quello reale chissà.

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LaPresse Ritorno al Nazareno A destra, Matteo Renzi la sera delle primarie. Sotto, Romano Prodi
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