La rivoluzione del 1° maggio “L’ultimo golpe di Maduro”
Il presidente invoca una “assemblea del popolo” per esautorare il Parlamento. L’opposizione torna in piazza, le proteste dilagano
“Oggi , 1° di maggio, annuncio che, nel pieno uso dei miei poteri presidenziali come capo dello Stato, come stabilito dall'articolo 347, convoco al potere costituente per permettere al popolo e alla classe operaia di convocare l’assemblea per cambiare la Costituzione”: con questo annuncio il presidente venezuelano Maduro ha di fatto annunciato l’ultima mossa per restare al potere. E per mettere subito le cose in chiaro ha precisato che la Costituente “deve essere dei cittadini e non dei partiti perché ci occorre un potere superiore per sconfiggere la guerra economica e permettere che i beni e i servizi arrivino al popolo” invitando i venezuelani a occupare il Paese per congelare i prezzi. “L’assemblea – ha continuato – è necessaria anche per sconfiggere il colpo di Stato che l’opposizione sta organizzando, dopo un mese di proteste”, che hanno finora causato oltre 30 morti.
“La manovra costituisce un altro tentativo di colpo di Stato, dopo quello che Maduro stesso aveva fallito tempo fa attraverso una manovra nei confronti del potere giuridico”, ha dichiarato da Caracas al Fatto Augustin Berrios, esponente dell’opposizione e rappresentante del sindaco di Caracas, Antonio Ledezma (da tempo agli arresti domiciliari, ndr) nel Mud (la Mesa de Unidad Democratica, il tavolo delle trattative dell’opposizione). “Un ’ altra delle sue trovate per giustificare la dittatura, visto che anche questa manovra è completamente illegale: la Costituzione bolivariana, promossa da Hugo Chavez, stabilisce che questi poteri appartengano al Parlamento, dove però Maduro è in netta minoranza”.
Il tentativo di aggirare Parlamento e Corte costituzio- nale che doveva secondo Maduro esautorare l’Assemblea nazionale ha riportato con ancor più convinzione le opposizioni in piazza: decine di migliaia di persone hanno manifestato contro Maduro.
A CARACAS UNO DEI CORTEI è sfociato in violenti scontri con le forze dell’ordine quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere, superando i blocchi degli agenti in assetto antisommossa, l’ufficio delle commissione elettorale nazionale e la sede della Corte Suprema: la folla è stata dispersa con gas lacrimogeni. Negli scontri è rimasto ferito un deputato dell’opposizione. Lo stesso è avvenuto con il corteo che partiva dalla zona est della Capitale: quando i manifestanti hanno cercato di entrare in una delle strade principali gli agenti hanno cominciato a usare lacrimogeni per allontanarli.
L’intervento di Papa Francesco, che in una dichiarazione di ritorno dal viaggio in Egitto aveva affermato di voler intervenire in forma più decisa sulle autorità venezuelane in modo da contare “con condizioni molto chiare per uscire dalla crisi”, ha di fatto messo Maduro con le spalle al muro e secondo molti osservatori, l'intervento di Sua Santità è stata la causa della manovra sulla Costituzione.
Maduro ha spiegato che l’annuncio del 1° maggio trasformerà lo Stato, “e soprattutto l’attuale Assemblea nazionale marcia” e che l’attuale Costituzione, creata nel 1999 dal suo predecessore Hugo Chavez, deve essere rafforzata. “Sarà una Costituente eletta con voto diretto dal popolo per eleggere i circa 500 membri di cui 200-250 eletti dalla base della classe operaia, dei comuni, delle missioni e degli indigeni”, ha spiegato il presidente. Inoltre, ha chiesto ai dirigenti chavisti di scendere in strada per spiegare ai cittadini in cosa consiste questo cambiamento e ha annunciato che verrà nominata una commissione apposita presieduta dal ministro dell’Educazione, Elías Jaua, e a cui parteciperanno anche la cancelliera Delcy Rodríguez, e la First LadyCilia Flores
Lo zampino del Papa La forzatura del leader bolivariano giunge forse in risposta all’appello di Francesco