Il Fatto Quotidiano

Le Pen fa la Républicai­ne (copia discorso di Fillon)

Gli avversari la prendono in giro, per i suoi era un modo per attirare voti di destra

- » LUANA DE MICCO

Gran parte degli “indomiti” di Jean-Luc Mélenchon preferisco­no non scegliere tra Macron e Le Pen e votare scheda bianca al ballottagg­io delle Presidenzi­ali.

È il risultato emerso dal “referendum” online che il leader della France Insoumise ha lanciato tra i suoi militanti sul comportame­nto da tenere alle urne domenica prossima. Dal voto del 23 aprile scorso Mélenchon era uscito sconfitto ma con un importante 19% che potrebbe fare la differenza il 7 maggio. La consultazi­one on line in realtà rivela una tendenza ma non si traduce in un’istruzione di voto.

IL LEADER del movimento della gauche ha scelto di non dare consegne precise, anche se ai suoi ha detto che non voterà Le Pen e che neanche un voto dovrà andare al Front National. L’opzione FN del resto non era presa in consideraz­ione. Il 36% degli indomiti che ha partecipat­o al voto (il 55% degli iscritti) voterà dunque scheda bianca. Il 29% si asterrà. Un terzo (il 34,83%) voterà invece Macron. Se i militanti di Mélenchon fanno fatica ad allearsi al “fronte repubblica­no” che dovrebbe portare il progressis­ta all’Eliseo, un appoggio inaspettat­o al candidato di En Marche! è arrivato da Yanis Varoufakis. “Votare Marine Le Pen oggi è più accettabil­e di quanto era votare per suo padre nel 2002? Macron è peggio di Chirac? Se la risposta è no, non capisco perché certi leader della gauche rifiutano di sostenere Macron”, ha scritto l’ex ministro delle Finanze greco su Le Monde . E anche se non ne condivide il programma economico, Varoufakis riconosce che l’ex ministro di Hollande è stato il “solo in Europa” a essere intervenut­o per “salvare” il suo Paese quando la crisi finanziari­a lo stava mandando in rovina.

Nella campagna per l’Eliseo oggi sarà un giorno determinan­te. I due candidati si sfidano per la prima volta questa sera in diretta tv. Da quando la Le Pen ha ufficializ­zato l’alleanza con Nicolas Dupont-Aignon, l’ex candidato di Débout la France (poco meno del 5% al primo turno) che diventerà il suo primo ministro in caso di vittoria, la pressione cresce su Macron, che invece non fa rivelazion­i sul suo futuro premier. Sono stati fatti diversi nomi. Alcuni sono stati smentiti, come quello di Lau- rence Parisot, l’ex presidente del Medef, la Confindust­ria francese. Si è fatto avanti il giovane rampante dei Républicai­ns François Baroin. Ma Macron rifiuta “coabitazio­n i” di governo. Il suo premier, ha fatto sapere, sarà una persona “esperta nell’a rt e parlamenta­re”.

SI PARLA di Jean- Yves Le Drian, attuale ministro della Difesa, e di Gérard Collomb, sindaco di Lione. “Ho uno o due profili di premier in testa, un uomo e una donna”, ha detto Macron a BFMtv e assicura: “Ho quasi scelto”. Il progressis­ta, che era partito col piede sbagliato con una cena troppo festosa la sera del primo turno, ora accumu- la consensi e conferma il suo posto di favorito nel prossimo scontro alle urne. Marine Le Pen invece passa un brutto momento. Ieri è stata ridicolizz­ata per aver copiato alcuni passaggi del suo discorso del primo maggio a François Fillon. Se ne è accorto il canale Youtube Ridicule Tvche ha sovrappost­o alcuni momenti del comizio della Le Pen a Villepinte e quelli di un discorso che l’ex candidato dei Républicai­ns ha tenuto un paio di settimane fa al Puy-en-Velay.

Le parole sono identiche. Per giustifica­rsi i due vicepresid­enti FN, Florian Philippot e Louis Alliot, si sono dovuti arrampicar­e sugli specchi: secondo loro non si deve parlare di plagio ma di una “strizzata d’oc chio” a Fillon e a suoi elettori. Sempre ieri sono emerse nuove rivelazion­i sui legami tra Mosca e FN. Si sa che nel 2014 una banca russa aveva accordato un prestito alla Le Pen. Ora, stando a M e d i apart, la leader frontista, che ha di recente incontrato Putin a Mosca, avrebbe moltiplica­to gli sforzi per ottenere nuovi prestiti da istituti russi per finanziare l’attuale campagna, servendosi del senatore Alexandre Babakov, consiglier­e del presidente russo, come intermedia­rio. Mediapart parla di una vera e propria “rete per aiutare il partito di Le Pen a ottenere milioni e nascondern­e la provenienz­a”.

Scherzi da gauche

Il 55% dei sostenitor­i di Mélenchon voterà scheda bianca, il 34% si schiera con Macron

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Sfida a dueEmmanue­l

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