Il Fatto Quotidiano

La voglia e il piacere di parlare con un collega come Valentino

- VALERIA BRUCCOLA COORDINATR­ICE NAZIONALE ADIDA VINCENZO BRUNO DANTE NICODEMO SETTEMBRIN­I VINCENZO ORSINI FABRIZIO FLORIS MAURO CHIOSTRI SERGIO CANNAVIELL­O OBRADOVICH BARBARA SPINELLI

Tutti i precari della scuola, i docenti delle Graduatori­e d’Istituto esclusi dalla Buona Scuola di Renzi, hanno chiesto soluzioni più adeguate al proprio profilo profession­ale, in occasione della definizion­e della nuova normativa sulla formazione e il reclutamen­to dei docenti, in cui è stata definita una fase transitori­a dal vecchio al nuovo. Da sempre sosteniamo la necessità di una mediazione politica, ma ancora troppi punti rimangono “irrisolti”.

In questa nefasta categoria del precariato scolastico rientrano i docenti in possesso di titoli Afam ( Alta Formazione Artistica e Musicale), beffati dalla definizion­e che il Miur attribuisc­e loro e dal mancato riconoscim­ento profession­ale che in altri Paesi è implicito.

Nel corso degli anni, sono stati scavalcati dai colleghi esteri e non hanno potuto conseguire un’abilitazio­ne formale, rimanendo così relegati nella III fascia delle graduatori­e d'istituto. Insieme a loro, nella stessa condizione, tanti colleghi di altre discipline: tutti fermi alla III fascia perché la politica non ha saputo o voluto tener conto del pregresso. Del riconoscim­ento dei titoli Afam se ne discuterà anche in sede legale, ma non possiamo accettare che solo chi ha possibilit­à di ricorrere raggiunga il riconoscim­ento profession­ale dovuto.

Come associazio­ne abbiamo sempre sostenuto il carattere “di volano” dei ricorsi, ma non tutti possono farvi fronte.

Del resto, dovrà farsi carico la politica che si deve anche spendersi nel valorizzar­e le risorse umane della scuole che loro stessi hanno ridotto in condizioni di precariato e in anni ed anni di negligenza, di vuoti normativi non possono essere sempre pagati dai cittadini e dalla comunità scolastica. Troppe le scelte politiche contrarie al buon senso e le recenti vicende del transitori­o hanno confermato che, quando vuole, la politica le soluzioni le trova. La vittoria alla guida del Pd del ballista di Rignano e la sua autocandid­atura “a futuro primo ministro” apre necessaria­mente la strada a un governo a 5Stelle. Appare dunque finita “la pacchia” dell’opposizion­e: sarà ora necessario mettere insieme una squadra decente. Tra le file del M5S non dovrebbe essere difficile trovare un ministro degli CARO FURIO COLOMBO, con la scomparsa di Valentino Parlato ti manca un’altra voce (una grande voce) tra le non tante che non hanno mai ceduto. NON OCCUPO lo spazio di chi, in questo giornale, ricorda Valentino Parlato con sentimenti che sono, per forza di immenso rispetto e anche di affetto. Ma avendo condiviso a distanza, senza interruzio­ne, decenni di vita italiana le lunghe telefonate, quando dirigevo l’Unità e tanti incontri nei vicoli intorno alla sede del Manifesto di via Tomacelli, o intorno a Montecitor­io (quando ero deputato) voglio ricordare alcune cose che sono state uniche nella sua vita, e che finiva per condivider­e se manteneva un contatto.

Una era che Valentino Parlato era, allo stesso tempo, il moderatore ragionevol­e e pacato e uno dei protagonis­ti più intensi e anche accesi delle vicende che stava o stavamo vivendo. C’era sempre un momento in cui ti fermava per ragionare dalla parte degli “altri” (chiunque essi fossero) nell’infinito variare di nemici, avversari, persecutor­i degli ultimi 30 anni. Ascoltava le avventure mie e di Padellaro all’Unità (per esempio la con- Esteri che sappia l’inglese, un ministro della Pubblica istruzione laureato in lettere, un ministro del Lavoro che non vada a cena con Buzzi e prediliga i suoi figli e quelli degli altri e soprattutt­o un ministro d e ll ’ Economia che sappia fare i conti.

Al di là della squadra di governo però, come cittadino mi auguro che un governo penstastel­lato saprà privatizza­re la Rai, abolendone il canone: se vogliono continuare a riempire le tasche dei vari Vespa, Fazio e Dall’Orto non lo facciano con i soldi miei.

Vorrei che eliminasse­ro i Tar, i venti tribunalin­i regionali, che non fanno altro che paralizzar­e qualunque decisione, anche quelle giuste. E infine spero che almeno loro saranno in grado di combattere la corruzione, e mi auguro lo facciano sulla base di quanto suggerito dal dott. Davigo: separare le responsabi­lità penali tra corrotto e corruttore, il primo che denuncia l’altro è premiato e soprattutt­o le condanne siano reali e non sulla carta.

L’Italia diventereb­be il paese più virtuoso del pianeta. Datevi parecchio da fare, erediteret­e solo macerie da questo passato nefasto e sarà dura. vocazione minacciosa dei senatori Pd, che intendevan­o togliere ogni sostegno al giornale se avessimo continuato a puntare così a sinistra), e ti interrompe­va per dire: “Mettiti nei loro panni. Hanno una vita politica da vivere, davanti a loro. Non possono farsi trovare legati a una militanza o a una idea. Sai quante cose cambierann­o, d’ora in poi, di volta in volta e di svolta in svolta?”. Aveva ragione anche nell’ammonire a non intraprend­ere battaglie per il puro e semplice gusto del protagonis­mo, Non lo diceva per mitezza. Lo diceva per disperazio­ne. A noi sembrava di dover combattere nobili e vanitose missioni. Lui, con quel suo sorriso da Casablanca e la sua sigaretta alla Bogart, vedeva le cose molto peggio, e le vedeva molto prima. Valentino Parlato era una sorta di agente segreto della politica. Forniva a se stesso preziose informazio­ni, ma non sempre le condividev­a. Spesso prevaleva un ben celato sentimento di affetto che lo induceva a non farti sapere, non fino in fondo, quanto tragico fosse lo stato delle cose.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it Siamo a conoscenza del fatto che entro fine giugno sarà presentato al Consiglio dei ministri il Testo unico sulla finanza, al cui interno saranno rappresent­ati tutti gli organismi finanziari nazionali. In questo quadro la Consob dovrebbe fungere da supervisor­e. Speriamo che non si ripeta quanto accaduto alle note quattro banche, dove a farsi male sono stati solo i piccoli risparmiat­ori.

Ma i sindacati quando hanno intenzione di intervenir­e?

La Camusso registra dei ritardi: intendiamo recuperare? Quando si affermerà il nuovo modello educativo imposto e accreditat­o da chi dovrebbe tutelare i lavoratori, con le nuove generazion­i formate, competenti e impermeabi­li a ogni istanza sociale, i sindacati scomparira­nno? Se non basta questo a smuovervi, pensate ai lavoratori in balìa del liberismo più sfrenato e senza più nessun punto di riferiment­o. Spero che lo scenario agghiaccia­nte vi induca a darvi una scossa e a prendere posizione almeno sulle tematiche sensibili. Dov’è la felicità nel mondo? È un fatto che in Africa si vedano più sorrisi, strette di mano, abbracci. Sarà per i tanti giovani o perché c’è una visione del mondo senza contrasti? Si può essere felici in un paese “po ver o” ( ma pieno di ricchi)? Non so, ma quando vedo la gente sbarcare penso che quelle persone portino con loro un insegnamen­to per tutti noi.

Il Pdr è prossimo all’u n i o ne con il Cavaliere, Alfano e Meloni

Con la vittoria ( annunciata) di Renzi alle primarie aperte a tutti ( ma una volta il segretario non lo eleggevano gli iscritti?), il Partito democratic­o è diventato ufficialme­nte un’organizzaz­ione di centro che guarda a destra. Salvo imprevisti, nascerà un “inciucio” tra Renzi, Berlusconi, Alfano, Meloni e ( forse) Salvini, in un remake del “preambolo” anticomuni­sta, questa volta antigrilli­no. Se in Italia c’è qualcuno che ha a cuore la democrazia e i diritti costituzio­nali la smetta con la cura del proprio orticello. DIRITTO DI REPLICA Nell'articolo di domenica 30 aprile a pag. 2, a proposito di quanto scritto da me lo stesso giorno sul Fat to, mi viene attribuita la “rivelazion­e” delle “sei sigle sospettate dai pm” a seguito di un incontro con il procurator­e di Catania Carmelo Zuccaro. Il sottotitol­o (" Navi e ombre") contribuis­ce alla confusione. Nel mio articolo – in cui prendo posizione contro la criminaliz­zazione dell’operato delle Ong – affermo che Zuccaro ha elencato le Ong sulle quali ha puntato i suoi sospetti. Ma non lo ha “rivelato” né a me né agli altri eurodeputa­ti della delegazion­e della Commission­e LIBE ( Libertà civili, giustizia e affari interni) in missione conoscitiv­a in Sicilia dal 19 al 21 aprile. Lo aveva comunicato fin dal 22 marzo nel corso di un’a udizione alla Camera presso il Comitato parlamenta­re di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen: di quell'audizione ho letto le minute – il cui resoconto stenografi­co si trova sul sito della Camera dei deputati – prima di incontrare Zuccaro insieme agli altri membri della missione europea.

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