Disoccupati, per i giovani resta il peggio
▶I GIOVANI
italiani potevano godersi il loro momento di popolarità ogni mese, quando uscivano i dati sulla disoccupazione. Almeno per qualche ora avevano l’impressione che la politica si occupasse di loro. Ma ieri l’agenzia Ansa rilancia un dato del comunicato Istat: a marzo 2017 i disoccupati tra gli over 50 hanno superato quelli nella fascia 15-24, 567.000 contro 524.000. I giovani perdono pure il loro primato. Spodestati anche dai titoli dei giornali.
Ma è un’illusione statistica, perché in Italia i vecchi sono molti più dei giovani, quindi è fisiologico che ci siano più disoccupati anziani che ragazzini. Infatti l’incidenza dei disoccupati sul totale dei 50-64enni è soltanto del 4,4 per cento, mentre nella fascia 15-24 rimane più del doppio, 8,9 per cento. Negli ultimi 12 mesi, ci sono stati 267.000 occupati in più tra gli over 50 e soltanto 42.000 tra i 15-24enni. Quando Matteo Renzi si attribuisce il merito dei 700.000 occupati durante i 1000 giorni del suo governo, omette di dire che si tratta in gran parte di over 50 bloccati dalla riforma Fornero che ha spostato la pensione. Come hanno scritto Giampiero Dalla Zuanna e Anna Giraldo su Lavoce.info, “nel 2016, il tasso di occupazione fra i lavoratori maturi sarebbe stato del 33 in luogo del 38 per cento fra gli uomini, del 20 in luogo del 23 per cento fra le donne”. Varrebbe poi la pena di dedicare un minuto di silenzio alla fascia di età più penalizzata che non ha però un nome adatto a finire nei titoli dei giornali. Quella dei giovani adulti tra i 25 e i 34 anni. È in quel gruppo di persone che hanno l’età giusta per dare il meglio, fare carriera, accendere un mutuo, avere un figlio, che si registra l’incidenza maggiore di disoccupati: 13,1 per cento sul totale. Ma nessuno sembra preoccuparsene particolarmente, tutti i commenti e i dibattiti sono dedicati ai giovani disoccupati o a quelli anziani, che votano e guardano la tv, dunque interessano molto ai partiti.