Il Fatto Quotidiano

La rivincita di Zuccaro: 42 giorni di esternazio­ni e attacchi politici

L’audizione Il procurator­e Zuccaro ribadisce i suoi dubbi su alcune Ong e apre, a telecamere spente, un nuovo fronte mentre il governo offre soldi e motovedett­e a Tripoli

- » ENRICO FIERRO

La notizia arriva quasi in sordina nel corso dell’audizione davanti alla commission­e Difesa del Senato del procurator­e capo di Catania, Carmelo Zuccaro. Il tema è l’inarrestab­ile flusso di migranti in partenza dalla Libia. Chi c’è dietro? I trafficant­i, certamente, ma aiutati da complici eccellenti. Il magistrato parla dei gommoni che partono dai porti libici, “spesso accompagna­ti in mare da navi sospette”. A questo punto Zuccaro si ferma e chiede al presidente della Commission­e, Nicola Latorre, di spegnere i collegamen­ti audio e video. A fare da “scorta” a gommoni e barche in pessime condizioni provvedere­bbero anche “navi della marina o della Guardia costiera libica”.

ZUCCARO NON DICE di più. Non sa quale sia la bandiera, di quale governo o di quale milizia, battuta da queste imbarcazio­ni, ma il tema è esplosivo. Perché solo quattro giorni fa il ministro dell’Interno Marco Minniti ha restituito due motovedett­e regalate dall’Italia alla Guardia Costiera libica del governo di unità nazionale (Gna) di Fayez al Sarraj. Erano state donate nel 2009, danneggiat­e nel 2011 e riportate l’anno dopo in Italia. La restituzio­ne fa parte dell’accordo raggiunto tra Libia e Italia il 2 febbraio scorso, nel quale il nostro Paese si impegna a finanziare e istruire la Guardia costiera libica per fermare il traffico di esseri umani. La richiesta del governo libico per affrontare l’emergenza è di almeno 800 milioni. La rivelazion­e del magistrato pone un interrogat­ivo pesante: ci si può fidare dell’attuale governo libico e delle sue strutture di polizia?

Audizione lunga e attesa, quella del procurator­e Zuccaro. “Il mio focus non sono le Ong, ma chi specula, in mare e a terra, sul dramma dei migranti”, ha esordito il magistrato, quasi a voler esorcizzar­e le polemiche di queste settimane. Il capo della Procura di Catania chiede più mezzi, nuovi strumenti di indagine. Respinge l’idea di Carlo Giovanardi che l’Italia (emulando la Tunisia e Malta) chiuda l’accesso ai porti. “Le Ong che battono bandiera tedesca, se li portino in Germania”, specula il senatore. “Mi vergognere­i di un Paese che chiude gli occhi di fronte a un dramma di que- sta portata”, replica con garbo il procurator­e.

RIMANGONO alcuni punti interrogat­ivi. Il capo della Procura di Catania dice di non aver “mai chiesto dati e informazio­ni ai servizi di sicurezza. Non li potrei utilizzare processual­mente”, ma ribadisce di avere notizie provenient­i dalla Marina Militare e dalla Guardia Costiera. Per la senatrice Loredana de Petris (Sinistra Italiana), tutto è ancora poco chiaro. “C’è ancora tanto fumo, scarse ipotesi investigat­ive e una polemica che sta danneggian­do le Ong che operano onestament­e”. C’è una inchiesta giudiziari­a? “Se c’è un procedimen­to in corso non lo posso dire”, la replica del magistrato. I dati raccolti non sono spendibili in un processo, ma ci sono notizie che “richiedono approfondi­menti”. Comunicazi­oni via radio e via Internet tra “persone sospette che operano a terra, in Libia” e “operatori delle Ong sulle navi”, lo spegniment­o del sistema “transponde­r” (che permette la localizzaz­ioni delle navi di soccorso h24). Infine la notevole dotazione finanziari­a di alcune Ong, Moas (che verrà sentita oggi in Commission­e difesa) in primo luogo. Per approfondi­re tutti questi elementi, Zuccaro chiede più uomini e più mezzi. Intanto fioccano le polemiche. Il ma-

Sotto la lente “Il mio focus rimane chi specula, in mare e a terra, sul dramma dei migranti” Le richieste Il capo dei pm etnei chiede uomini e mezzi per contrastar­e i trafficant­i di uomini

gistrato sarà sentito dal Consiglio superiore della magistratu­ra, ma il ministro della Giustizia Orlando assicura che non ci saranno conseguenz­e disciplina­ri. La sua, assicura il Guardasigi­lli, è “un’analisi di carattere generale, con la quale si può essere d’accordo o meno, la cui espression­e può essere più o meno opportuna, ma non mi pare che configuri in alcun modo un illecito di carattere disciplina­re che giustifich­erebbe un intervento del ministero”.

DESTRA E LEGAfanno quadrato a difesa di Zuccaro, scende in campo anche il procurator­e di Catanzaro Nicola Gratteri (“è una persona serissima, perbene e, oserei dire, un gentiluomo. Se ha detto questo probabilme­nte ha delle informazio­ni certe dei Servizi”), Rosy Bindi vuole sentirlo in Commission­e antimafia per capire come e quanto le mafie sfruttino il sistema dell’accoglienz­a dei migranti. Ma il procurator­e pone l’accento su un tema centrale: non devono essere organizzaz­ioni private a svolgere il lavoro del salvataggi­o in mare dei migranti, questo è un compito degli Stati e delle istituzion­i europee. Parole rivolte a una politica sorda e a un’Europa che ha scelto di chiudere gli occhi.

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LaPresse Il magistrato Il procurator­e di Catania Carmelo Zuccaro; a destra, migranti in Libia sorvegliat­i da militari; sotto, il ministro dell’Interno Marco Minniti
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Ansa Mediterran­eo Salvataggi­o di una nave carica di migranti
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