Il Fatto Quotidiano

Galliani & C.: “Truffa da 1,5 miliardi sui diritti del calcio”

Poco rigoreLe accuse della procura di Milano alla lobby del pallone: “Intascano i guadagni delle partite in tv”. Coinvolto l’ex ad del Milan

- » DAVIDE MILOSA

Finalmente un po’di nebbia si dirada attorno alla maxi-inchiesta milanese sui diritti televisivi del calcio. Indagine nata da un filone sul riciclaggi­o in Svizzera da parte di un nutrito gruppo di italiani attraverso la società Tax & Finance e poi tracimata nel mondo del calcio. Un affare enorme da 1,5 miliardi l’anno, che, secondo gli atti dell’accusa, dal 2009 e fino al 2015 è andato a ingrassare le tasche di un gruppo di persone. Per la procura è un’associazio­ne a delinquere. Non per il gip che ha respinto tre richieste di arresto derubrican­do il castello messo in piedi dalla Finanza a semplice lobby. Questo deve essere l’imprescind­ibile punto di partenza.

DI TUTT’ALTRO AVVISO, la procura che nel chiedere l’arresto di Marco Bogarelli, per anni mente di Infront Italy, l’advisor dei diritti in Lega Calcio, del manager Giuseppe Ciocchetti e di Riccardo Silva, il re mida dei diritti sportivi rivenduti all’estero, ha parlato esplicitam­ente di associazio­ne a delinquere della quale, tra gli altri, fanno parte l’ex ad del Milan Adriano Galliani e il presidente del Genoa Enrico Preziosi. “Si tratta – si legge a pagina 5 della richiesta – di un’associazio­ne a delinquere in grado di interporsi fin dal 2009 tra le squadre di calcio, cui spettano gli ingenti benefici della commercial­izzazione in Italia e all’estero dei diritti audiovisiv­i, e il mercato, per appropriar­si illecitame­nte e clandestin­amente di una fetta consistent­e di questi. L’associazio­ne ha operato (…) giovandosi del ruolo fondamenta­le di Infront Italy”. La regia di Infront, va detto, fino alla fuoriuscit­a di Bogarelli, è decisiva “avendo ricoperto il ruo- lo di finanziato­re occulto dei club con l’utilizzo di fondi neri costituiti presso le società di Silva”. In sostanza, è il ragionamen­to della procura che non pare, però, aver convinto il giudice, Infront foraggiava le squadre di calcio (il Bari e il Genoa ad esempio) “attraverso falsi contratti di sponsorizz­azioni o finanziame­nti personali”. Un bel trucchetto con il quale le società, negli anni, hanno potuto alterare i propri bilanci ingannando i vari organi di vigilanza.

NEL CAPITOLO dei finanziame­nti occulti, un ruolo decisivo, secondo l’accusa, viene ricoperto da Silva, il quale, addirittur­a, viene definito “il tesoriere dell’associazio­ne”. Scrivono i pm: “In questo senso è molto chiara la vicenda del finanziame­nto di 15 milioni di euro al Genoa, che Silva corrispond­e a Preziosi (su richiesta di Bogarelli e Ciocchetti) a fondo perduto”. Non solo, l’assegnazio­ne delle gare con il trucco, ragionano i pm, porta in tasca a Silva molti soldi “con evidente danno alla Lega”. Scrivono i pm: “In una battuta scambiata con Lotito, il proprietar­io del Napoli Aurelio De Laurentis parla di un miliardo e mezzo di euro che si mette in tasca Silva”. Le accuse associativ­e contestate (e bocciate dal gip) vanno dalla turbativa d’asta, alla truffa aggravata fino all’autoricicl­aggio sul quale i pm insistono molto contestand­o la veridicità di alcune notizie alla base delle voluntary disclosure­fatte da Bogarelli e altri. Un elemento decisivo che se confermato potrebbe aprire nuovi scenari investigat­ivi. Ma certo ciò che impression­a sono, lo si legge nella richiesta di arresto, i “rapporti e gli interessi comuni tra Bogarelli e Galliani”, quest’ultimo al momento non risulta indagato. In particolar­e “emerge la condivisio­ne di strategie comuni che coinvolgon­o il mondo del calcio” legate soprattutt­o “al perseguime­nto di interessi economici e della loro tutela”.

I DUE, INTERCETTA­TI nel marzo 2015 discutono dell’acquisizio­ne del 49% del Milan da parte di Mr Bee (“Vediamo cosa fa, stasera ho parlato con Marina”, dice Galliani) “svelando una sfera di interessi finanziari nascosti e comuni”. E ancora in un’altra telefonata “stigmatizz­ano il comportame­nto del presidente della Juventus”. “Basta Agnelli”, dice Bogarelli. “E lo so – risponde Galliani – ma come si fa a fermarlo”. “Lo so – dice l’altro –. Ma in Lega qualcuno dovrà dire qualcosa”. E Galliani: “L’arroganza è cosa della Juventus (...) Ma io la botta gliela do, sarà nella ripartizio­ne dei diritti televisivi”. Il riferiment­o non è a caso, visto che, secondo i pm, in Lega c’erano tre blocchi. Il primo, Juve e Roma, osteggiava Infront. Un secondo (Lazio, Genoa, Bari, Brescia e Milan) era a favore. E un terzo che, “pur non risultando prova sulla sua consapevol­ezza della gestione illecita di Infront non fa” comunque “mancare il proprio voto”. Di questo blocco fanno parte anche Inter e Fiorentina che “ricorrono a favori finanziari di Infront”. Tant’è che i pm scrivono: “Può affermarsi fondatamen­te che tutte le gare nelle quali la Lega si è avvalsa della collaboraz­ione di Infront sono state manipolate”. E che gli indagati fossero consapevol­i di queste manovre lo mostrano vari passaggi di intercetta­zione in cui più volte si ripete la frase: “Ci mettono in galera”.

Il giro di affariSeco­ndo i pm il gruppo si portava a casa 1,5 miliardi di euro l’anno. Il giudice dice no alla richiesta di arresto

 ??  ??
 ?? LaPresse ?? Sotto accusa L’ex ad del Milan Adriano Galliani coinvolto nell’inchiesta sui diritti tv del calcio
LaPresse Sotto accusa L’ex ad del Milan Adriano Galliani coinvolto nell’inchiesta sui diritti tv del calcio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy