Alitalia, check-in di Gubitosi Stato, il conto a quota 8 miliardi
Cramer Ball saluta, arrivano i commissari. Via al prestito ponte di 600 milioni
Un
amministratore delegato che fa le valigie e un commissario che arriva. Ieri si è messo in pratica il cambio al timone di Alitalia: il check-in, per usare un termine del gergo, dell'amministrazione straordinaria. Via Cramer Ball, ad australiano subentrato a marzo 2016, e dentro Luigi Gubitosi, che traghetterà – con Enrico Laghi e Stefano Paleari - il vettore nelle mani di chi vorrà acquistarla. Sempre che qualcuno voglia rilevarla intera, come spera il governo, e che si eviti lo spezzatino. Altro compito dei commissari, ha detto il ministro Carlo Calenda, sarà valutare un'azione di responsabilità contro i vecchi vertici. Prossima tappa: il prestito ponte che il ministero dello Sviluppo, di concerto con il Tesoro, delibererà nei prossimi giorni. Un'erogazione che Calenda ha definito “necessaria”, durante l'audizione in commissione Industria al Senato. Qui si fermerà l'intervento pubblico. Intanto il presidente di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ha detto che “il ruolo di azionista della banca è finito”. L'assegno da 600 milioni – da restituire in 6 mesi – porta a 8 miliardi la cifra sborsata dallo Stato per Alitalia: 185 milioni all'anno in media, ma la gran parte è giunta negli ultimi 10. I conti sono in un report di Mediobanca: 595 milioni di euro fino al 1995, poi 2,34 miliardi fino al 2005. Poco più di due miliardi, invece, gli introiti tra collocamento, imposte e dividendi. Il grosso, 4,7 miliardi, è venuto dopo l'amministrazione straordinaria del 2007: il prestito ponte, il ripiano del passivo e la cassa integrazione per i dipendenti, fino all'investimento di 75 milioni per l'ingresso indiretto nel capitale da parte di Poste ( nel 2014, con il governo Renzi).
Tra i tanti guai, ieri è spuntato il conto corrente sequestrato dal governo venezuelano. I biglietti dei voli dal Paese sudamericano, infatti, erano pagati indirettamente da una cassa pubblica, bloccata a seguito delle rivoluzioni in atto a Caracas. I mancati proventi per Alitalia ammontano a 50 milioni di euro.
Guai dal cielo
Il Venezuela “soffia” 50 milioni all’azienda. Banca Intesa: “Non saremo più azionisti ”