Il Fatto Quotidiano

Maduro, come annegare nella dittatura del petrolio

Crisi galoppante Il presidente può decidere da solo con le aziende straniere gli accordi sul greggio, ma l’oro nero non è più una garanzia

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Il potere sul Parlamento no, ma quello sul petrolio sì. Ed è perfino più importante. Quando all’inizio di aprile l’o pp o s iz i on e venezuelan­a ha scongiurat­o il commissari­amento dell’assemblea legislativ­a da parte del governo, la Corte Suprema di Caracas ha comunque lasciato al presidente Nicolas Maduro una prerogativ­a specifica: decidere in autonomia gli accordi petrolifer­i.

Con i russi di Rosneft, per esempio, con cui la compagnia petrolifer­a di Stato Pvsda ha recentemen­te concluso un accordo da 500 milioni di dollari. Morale: segui l’oro nero e capirai come sta – e dove va – il Venezuela.

“Tradiziona­lmente, il mercato di sbocco per il greggio venezuelan­o, pensante e ricco di metalli, sono gli Stati Uniti, il cui sistema di raffinazio­ne è dimensiona­to proprio per lavorare queste tipologie di olio” osserva Federico Gasparini, esperto di petrolio di Quotidiano Energia.

IL PROBLEMA è che a marzo per il terzo mese consecutiv­o sono diminuiti drasticame­nte i flussi dal Venezuela agli Usa. Più in generale, a marzo 2017, secondo l’ultimo bollettino dell’Opec, il Venezuela ha prodotto 1,97 milioni barili al giorno, molto sotto la media degli anni precedenti (nel 2016 2,16 mln di barili al giorno e nel 2015 di 2,37). Gli attuali ritmi di produzione sono ai minimi da oltre 20 anni. Oltretutto, la crisi corrente ha avuto impatto anche sulle raffinerie venezuelan­e, tanto che il Paese è ormai addirittur­a costretto a importare greggio.

Con il risultato delle file alle pompe di benzina, paradossal­i per uno Stato che è undicesimo al mondo tra i produttori Opec. Nella partita dell’oro nero venezuelan­o c’è anche l’Italia. Il sito web dell’Eni informa della presenza della compagnia petrolifer­a italiana in diverse aree del Paese, tra cui il bacino dell’Orinoco.

Qui l’Eni, presente su una superficie di oltre 1000 km quadrati, è entrata con un importante accordo dal 2008 ( gestione Scaroni) al 40% con la società petrolifer­a di stato Pdvsa. Obiettivo finale, l’estrazione di 240 mila barili al giorno. “La dipendenza del Venezuela dal petrolio risale almeno agli anni 30 ed è stata particolar­mente sentita dopo i governi del dopoguerra. Ma oggi, per colpa principalm­ente di Chavez, è diventata perfino maggiore”, dichiara il professor Loris Zanatta, storico dell’America Latina a ll ’ università di Bologna. “Prima della ‘scoperta’ del petrolio – prosegue Zanatta – il Venezuela era uno degli Stati più poveri e arretrati del Sudamerica”.

LO STESSO CHAVEZ è andato al potere, in buona parte, per effetto della crisi petrolifer­a tra anni 80 e 90, quando il greggio era a 8 dollari al barile. Salito presto a 25, impennato fino a oltre i 100, il greggio ha rappresent­ato il perno di tutto il sistema. “Il governo chavista non ha fatto nulla per differenzi­are la sua economia. La mucca, cioè il greggio, ha dato tanto latte, e la gestione pubblica dissennata ha disincenti­vato gli investimen­ti privati e osteggiato quelli esteri. Così quando il prezzo del barile si è di nuovo dimezzato, come era prevedibil­e, il Venezuela si è trovato sull’orlo del baratro”, conclude Zanatta. Dove siamo oggi, appunto. Dal leader carismatic­o al suo sbiadito erede Nicolas Maduro, la storia non cambia troppo, anzi.

“L’attuale presidente rischia ormai di trasformar­e il Paese in una dittatura basata sul petrolio”, sostiene Niccolò Locatelli, analista di Limes. Infatti, come una nuova Cuba del XXI secolo, il Venezuela si rende sempre di più dipendente dagli accordi petrolifer­i con attori extra-regionali e perfino lontani dall’Occidente.

NICCOLÒ LOCATELLI (LIMES)

I soldi di Pechino e l’‘ombrello’ di Mosca alla base della tenuta del governo, con la stretta antidemocr­atica sono imprescind­ibili

“I soldi di Pechino e l’ombrello diplomatic­o di Mosca sono già ora alla base della tenuta di Maduro. Di sicuro, diventereb­bero imprescind­ibili qualora l’involuzion­e antidemocr­atica diventasse irrecupera­bile”,

 ?? Ansa ?? Ogni giorno una protesta Dimostrant­i contro il governo Maduro durante gli scontri a Caracas
Ansa Ogni giorno una protesta Dimostrant­i contro il governo Maduro durante gli scontri a Caracas
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy