ONG, FAKE NEWS E CATTIVA VERITÀ
In questi giorni ho vissuto una serie di esperienze sulla base del denominatore comune dell’emigrazione. Ho partecipato a Ventimiglia a una manifestazione a favore degli immigrati. Tutto nasce dall’infrazione del divieto del sindaco di Ventimiglia, tra l’altro non della Lega, ma del Pd, di soccorrere immigranti. Un ragazzo che aveva soccorso una famiglia di immigranti con la madre incinta e figli piccoli è stato rinviato a giudizio e assolto, con la motivazione che l’obbligo di soccorrere chi è in difficoltà è prioritaria rispetto a qualsiasi regolamento contrario.
QUELLO CHE VOGLIOdire è che sono d’accordo sul principio che i diritti umani vengono prima di tutto. Ma non sono più d’accordo se quegli stessi principi umani sono strumentalizzati per giustificare il business e negare l’evidenza dei fatti.
Al mio rientro ho trovato la segnalazione, da parte della redazione di Striscia la notizia, dell’attacco nei loro confronti da parte della stampa di sinistra. Mi hanno mandato in visione i servizi girati da loro sulle Ong che prelevano i migranti dalle coste libiche per sbarcarli in Sicilia e tutto mi è sembrato corretto.
Non ci sono appelli all’odio o letture ideologiche. Semplicemente si è data visibilità al servizio di un blogger che ha raccolto dati oggettivi sugli strani iti- nerari delle navi. Addirittura il servizio non stigmatizzava l’a cc oglienza, ma suggeriva, in alternativa, la creazione di corridoi umanitari. C’è un comportamento sospetto delle Ong che non solo non pattugliano il Canale di Sicilia, ma fanno la spola con l’Africa.
Che ci sia qualcosa da chiarire lo rivela anche la denuncia di Frontex. Avendo queste notizie, Striscia doveva renderle note, secondo me, con molte maggiori motivazioni, rispetto ad altri servizi che hanno per oggetto piccole truffe locali.
Quello che non mi aspettavo è però la risposta dura del prof. Dal Lago su Il manifesto. Dal Lago, uno dei sociologi italiani più importanti, si è inerpicato in una specie di teorema per cui, dato che la notizia favoriva la propaganda di destra e grillina, quella notizia non poteva essere che falsa. Mi spiego. Se una notizia conferma una teoria ostile, questa notizia è necessariamente una fake news. Ed è una fake newsa maggior ragione, perché falsifica la teoria buonista dell’immigrazione. Esistono dunque organizzazioni come le Ong che sono intoccabili perché stanno dalla parte giusta. La verità non è più un problema epistemologico, ma morale. Chi sta dalla parte giusta dice la verità. Chi dice il contrario mente necessariamente. Dov’è finito il glorioso principio di Falsificazione di Popper per cui se un fatto smentisce la teoria è la teoria che va abrogata e non il fatto?
Penso che conoscerete la metafora di Popper. Parla alternativamente di corvi e cigni. Se tutti i cigni sono bianchi basta un solo cigno nero a falsificare l’enunciato. Lo stesso vale per un unico corvo bianco che falsifica in un attimo la teoria che i corvi sono neri. Nel pensiero unico invece, posta l’invarianza della teoria, sono corvi bianchi e cigni neri a essere dichiarati fake. La fake news non è dunque un’invenzione ma, al contrario, l’evidenza empirica che va rimossa perché dà scandalo ed è immorale rispetto alla versione main stre am de lla realtà.
Questo passaggio dall’analisi delle cause alla mozione degli affetti è un effetto secondario della trasformazione della politica da sistema di gestione e regolazione del potere economico a pura campagna elettorale a favore del pensiero unico. La politica deve tornare secondo me, alle analisi di grande respiro. Sempre.
BARBARA SPINELLI ha pubblicato su Il Fatto Quotidiano un lungo e articolato articolo in difesa delle Ong, sulla base di principi, come il diritto alla vita del migrante, che naturalmente non sono contestabili, ma che, altrettanto naturalmente, non possono assolvere tutte le Ong da ogni e qualsivoglia sospetto, perché il cigno nero e il corvo bianco sono sempre in agguato.
Ma non è questo di cui voglio parlare. C’è una frase bellissima nel suo articolo che non possiamo che condividere: “Nessun profugo fugge senza soffrirne e i più muoiono nei deserti prima di arrivare in Europa. Il loro è un esito forzato. Come tutti noi, sono marionette di ‘grandi giochi’ geopolitici ed economici che hanno militarmente devastato o desertificato le loro terre”. Ecco, secondo me, è da qui che dovrebbe partire l’analisi. Le cause di quello che sta succedendo non sono irrilevanti. Al contrario, non esiste soluzione del problema se le cause non sono rimosse. I motivi dell’immigrazione non sono qualcosa di lontano ed estraneo a noi. Sono spesso effetto della nostra stessa politica. Non solo, a livello locale, nell’epoca della fine del lavoro, anche l’assistenza diventa business. Forse le Ong sono “buone”. Ma spesso i finanziamenti arrivano da quegli stessi filantropi che finanziano guerre e rivoluzioni colorate.