Macron forse è il diavolo, ma il Lepenismo è feccia
“NON VOTARE né per Le Pen né per Macron significa metterli sullo stesso piano e riconoscere a entrambi analoghi difetti, il che è ovviamente inaccettabile”.
SMS DI UN AMICO: “Chi ha finanziato Macron negli ultimi due anni? Chi gli ha pagato la campagna elettorale? Sarebbe opportuno saperlo”.
La domanda non è affatto retorica e, giustamente, indica uno spazio vuoto accanto al nome di colui che questa sera sarà, secondo i sondaggi, il nuovo presidente francese. Come ha fatto il giovane uomo di Amiens, in così poco tempo, a organizzare sul territorio un movimento, “En marche”, nato dal nulla e che alle legislative di giugno potrebbe diventare il secondo (dopo il “Front National”) e perfino il primo partito di Francia? Con i risparmi di famiglia?
Ho risposto che Macron potrebbe essere il diavolo ma sarà sempre meglio dalla feccia che il lepenismo rappresenta. E ciò al di là della figura di Marine Le Pen e del suo apprezzabile tentativo di rinnegare il padre, Jean-Marie, monumento del peggior fascismo. Del resto fino da tempi di Jacques Chirac i Le Pen sono stati i migliori nemici possibili per qualunque antagonista, che al grido di Annibale alle porte aveva buon gioco a coalizzare (anche a livello locale) l’intero front rèpubblicaine contro la destra estremista. Con abilità e fortuna Emmanuel Macron ha talmente massimizzato questa paura da rendere perfino inopportuno il soffermarsi sulla sua biografia di uomo della grande finanza e dei poteri forti. È il guaio delle forze cosiddette “antisistema”: nella loro guerra, spesso sacrosanta, contro le “sanguisughe” del popolo (si chiamino banche o euro o corruzione) si spingono talmente oltre da generare anche in molti simpatizzanti la fatale domanda: sì, ma “dopo” che succede?
Accade così che prendano tanti voti ma perdano le elezioni. È già accaduto in Austria e Olanda, sta per accadere in Francia, e se i 5Stelle non faranno attenzione un domani potrebbe accadere anche in Italia. In fondo, con tutte le sue ambiguità la forza di Macron risiede in quella che poteva rivelarsi una sua debolezza. Avere scelto di vivere la vita accanto a una donna, Brigitte, con tanti anni più di lui, contro tutto e contro tutti (e quando non era ancora Macron). Di uomo così tenace nella fedeltà al proprio amore forse c’è da fidarsi.
DANIEL PENNAC, “LA REPUBBLICA”