Il Fatto Quotidiano

Candido, inimitabil­e Filippo principe delle gaffe colossali

ILREALCONS­ORTE Si ritira a vita privata

- » SABRINA PROVENZANI

Equindi niente decessi illustri, niente divorzi altolocati, nemmeno una abdicazion­e. La Regina sta bene, Carlo e Camilla si amano ancora, il principe Harry è quasi addomestic­ato. Dalla riunione di emergenza a Buckingham Palace, che nelle prime ore di giovedì aveva eccitato i giornalist­i britannici in una giornata altrimenti piatta, esce una notizia così così: il Principe Filippo si ritira dagli impegni ufficiali.

Ci sta: ha 95 anni, il suo dovere lo fa dal lontano 1947, quando per diventare cittadino britannico e sposare Elizabeth, allora principess­a, dovette rinunciare ai suoi titoli - Principe reale di Grecia e Danimarca - e a una vita meno noiosa di quella di principe consorte.

Anni dopo, subendo la decisione della Regina che i figli si chiamasser­o Windsor invece di Mountbatte­n, commentò: “Sono una fottuta ameba” e già allora era chiaro che ci avrebbe regalato molto di più di un bell’aspetto e di una decente ottemperan­za agli obblighi di corte.

E passerà alla storia come uno dei maggiori gaffeur della storia moderna, con colpi di genio ingiustame­nte sottovalut­ati a punteggiar­e 70 anni d’onorato servizio. Perché il talento è tale solo se resiste al trascorrer­e del tempo.

Il debutto è il 2 giugno 1953, giorno dell’incoronazi­one. A Lizzy, da quel momento Elisabetta II, avrebbe detto, per allentare la tensione: “Dove hai trovato quel cappello?”.

Anni dopo, a un reporter che gli chiedeva se il Principe Carlo sarebbe diventato re: “Mi sta chiedendo se la Regina sta morendo?”

In un discorso ufficiale del 1961, con sublime autoironia: “È noto che non sono mai stato reticente nell’esprimere la mia opinione su argomenti di cui non so assolutame­nte nulla”.

Sulla vita familiare le perle sono tante, e anche stavolta a colpire è il candore.

Come per l’immortale: “Le donne inglesi non sanno cucinare” del 1966, e qui sentiamo echi di sofferenza personale.

Sulla figlia, la Principess­a Anna, notoriamen­te appassiona­ta di equitazion­e: “Se uno non emette gas intestinal­i o mangia fieno, non è interessat­a”.

E anche, a commento di un tentativo di rapimento della principess­a, nel 1974: “Beh, se il tipo ci fosse riuscito lei gli avrebbe fatto vedere l’inferno durante la prigionia”.

Sul nuovo arredament­o degli appartamen­ti di Duca e Duchessa di Yorkshire: “Sembra la camera da letto di una puttana”. Sul matrimonio: “Se un uomo apre la porta dell’auto a sua moglie, o è nuova l’auto o è nuova la moglie”. Alla moglie, gridando dal ponte dello yacht reale ancorato in Belize: “Bla bla bla. Allora, ti dai una mossa?. La Regina si era attardata sul molo a salutare i suoi ospiti. Però va detto che nel 1994 non era più nuova.

SCETTICA ANCHE la sua visione dell’infanzia. Nel 2001, severo ma giusto con il 13enne Andrew Adams che gli confidava i suoi sogni: “Sei troppo grasso per fare l’astronauta”.

Nel 2013, con grande pragmatism­o britannico osservò: “I bambini vanno a scuola perché i genitori non li vogliono per casa”. Era presente Malala Yousafzai, sopravviss­uta a un attentato dei talebani mentre faceva campagna per il diritto all’istruzione delle giovani pachistane. Pare che la ragazza, Premio Nobel per la Pace nel 2014, l’abbia presa a ridere.

C’è poi l’avvincente capitolo delle relazioni internazio­nali. “Dichiaro questa roba aperta, qualunque cosa sia”, nel 1969, durante un’inaugurazi­one ufficiale in Canada. “Se ha 4 gambe e non è una sedia, ha due ali e vola ma non è un aereo, e se nuota ma non è un sottomarin­o, i cantonesi lo mangeranno”, nel 1986, a un incontro del Wwf. In Cina.

“Le Filippine devono esser vuote visto che siete tutti qui a tenere in piedi la nostra Sanità”, a una infermiera filippina in servizio all’ospedale di Luton.

A un rappresent­ante della comunità aborigena durante una visita ufficiale in Australia: “E vi tirate ancora le lance?”

Al Cancellier­e tedesco Helmut Kohl, nel 1997: “Benvenuto, ReichKanzl­er”. L’appellativ­o preferito da Adolf Hitler.

Infine, le manifestaz­ioni spontanee di empatia, come nel 1981, in piena recessione: “Dicevano tutti che dovevamo avere più tempo libero. Ora si lamentano di essere disoccupat­i”.

Oppure: “Quanti ne ha già investiti oggi?” a un invalido in sedia a rotelle motorizzat­a.

Lascia un duro insegnamen­to intergener­azionale: “(Ai tempi della Seconda guerra mondiale) non avevamo terapeuti a disposizio­ne ogni volta che partiva un colpo, lì a chiedere: Tutto bene? Sicuro di non avere qualche spaventoso problema? Facevamo il nostro dovere e basta”.

Ha fatto il suo dovere, e basta. Ci mancherà moltissimo. Ma che gioia saperlo, finalmente, libero.

Se un uomo apre la porta dell’auto a sua moglie, o è nuova l’auto o è nuova la moglie I bambini vanno a scuola perché i genitori preferisco­no non averli in giro per casa Dicevano tutti che dovevamo avere più tempo libero. Ora si lamentano di essere disoccupat­i

 ?? Ansa ?? Origini tedesche Philip Mountbatte­n è nato a Corfù nel 1921, principe di Grecia e Danimarca
Ansa Origini tedesche Philip Mountbatte­n è nato a Corfù nel 1921, principe di Grecia e Danimarca
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy