Il Fatto Quotidiano

Le mamme che fanno tremare Maduro

A Caracas la marcia per contestare la repression­e del governo

- » IRENE TINERO

Eccoci,

siamo le mamme del Venezuela”. Sulle parole della leader dell'opposizion­e, Maria Machado, si è aperta ieri a Caracas la protesta di migliaia di donne contro il chavismo e la repression­e del regime di Nicolas Maduro. Le donne venezuelan­e hanno accolto l'appello di Liliana Tintori - moglie del principale leader dell'op posizione - ieri ha dichiarato: “Ne ssuno potrà cancellare la nostra voce: basta feriti, basta repression­e, basta attacchi”. La compagna di Leopoldo Lopez, condannato a 14 anni di carcere, venerdì aveva chiesto di “scendere in piazza vestite di bianco e con un fiore in mano”. Come già successo in passato, il presidente Maduro ha dispiegato in prima fila, davanti alle mujeres, un cordone di poliziotte che hanno bloccato la strada. Il corteo è partito da piazza Brion nel tentativo di raggiunger­e la sede del ministero degli Interni, in centro città; tuttavia pochi isolati dopo sono state fermate da agenti in tenuta an tis omm oss a. Ha sfilato al loro fianco, oltre alla Machado, che ha assicurato il proseguime­nto delle proteste “fino alla fine della tirannia” e che “questi sono gli ultimi giorni del regime”, anche Henri- que Capriles, il governator­e dello stato di Miranda noto nel Paese per la sua opposizion­e a Maduro.

IL LEADER di Justicia Prima ha parlato di “85 ufficiali arrestati perché rifiutano di partecipar­e alle repression­e”. Gli ha fatto eco la Machado, che ha parlato di un numero superiore: “So n o tanti ormai i militari che non ubbidiscon­o e che non inten- dono affrontare un popolo disarmato”. Con garofani e cartelli, al grido di No màs repression No màs dictatura le dimostrant­i hanno chiesto respeto: vogliono la fine di un regime dittatoria­le. Al momento, il bilancio delle manifestaz­ioni, iniziate ad aprile, è di 37 morti e 700 feriti. A Villa Rosario, nello stato del Zulia, un gruppo di studenti ha abbattuto e bruciato una statua di Hugo Chavez, come segno di protesta verso il successore Nicolas Maduro. Lo scorso 24 aprile era successo lo stesso anche nello stato di Carabobo, dove una statua del “com anda nte” in vesti militari era stata prima abbattuta e poi bruciata.

Proprio nel giorno in cui la Tintori chiamavaal­la mobilitazi­one le donne venezuelan­e, il consiglier­e statuniten­se per la sicurezza nazionale, H.R. McMaster, ha incontrato a Washington il presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, Julio Borges, oppositore del presidente Maduro.

Fonti della Casa Bianca fanno sapere che i due hanno convenuto sulla “necessità per il governo di aderire alla Costituzio­ne venezuelan­a, rilasciare i prigionier­i politici, rispettare l’Ass em bl ea Nazionale e tenere elezioni libere e democratic­he”.

Basta violenze Le donne si sono rivolte ai militari: “Fateci passare, per il regime questi sono gli ultimi giorni”

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Reuters Faccia a faccia Il confronto fra le donne in marcia e le poliziotte

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