Al primario ex consulente del ministero anche la medaglia di Napolitano
Vita, opere e successi dello specialista, padre della legge sulle cure palliative
Una
medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica conferita dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Era il 16 aprile 2013. C’è anche questo nel denso curriculum di Guido Fanelli. Medico e luminare, primario all’ospedale di Pama. Una vita piena di elogi, di cariche anche pubbliche, di convegni e ora anche una vita con un’accusa devastante: associazione a delinquere.
NIENTE PIÙ ONORIper Fanelli. La presunzione d’innocenza, naturalmente, è d’obbligo e ci mancherebbe. Ma certo a sfogliare le pagine con cui il giudice ha disposto per lui gli arresti domiciliari si resta quantomeno frastornati. Difficile, infatti, mettere insieme il prima e il dopo di Fanelli. Ovvero una carriera medica luminosa e l’operato criminale descritto dai carabinieri del Nas. Classe ’55, Fanelli si laurea in medicina all’u ni v e rsità degli Studi di Milano. È il 1983.
Tre anni dopo la specialiazzazione che gli darà gloria e denaro: anestesia e rianimazione. Il primo impiego è di prestigio. Assunto dall’ospedale San Raffaele che all’epoca, è il 1991, naviga col vento in poppa e ben distante dalle secche giudiziarie che lo coinvolgeranno anni dopo. Nel 2002 Fanelli approda a Parma. Ci resterà fino a ieri. Nel 2008 viene poi nominato dal ministro della Salute nella Commissione permanente sulla terapia del dolore. Ci resterà per ben 4 anni. Ma già nel 2008 mette la sua firma sotto il Piano nazionale oncologico. Un ca- rica che gli resterà fino ad oggi. Nel 2010 ecco poi il grande colpo: è lui il padre della legge che in Italia regola la terapia del dolore, un tema delicatissimo che in molti casi sfiora il campo dell’eutanasia.
DAVANTI A TUTTO questo stridono le parole del giudice per il quale Fanelli “ha utilizzato la sua fitta, ramificata e profonda rete di relazioni personali, nell’ambiente di lavoro e istituzionale, stratificatasi con il tempo e in continua espansione, per conseguire profitti illeciti”. Molti finiti, secondo i pm, nella Consulting. Società con la quale Fanelli apparentemente non ha rapporti, anche se dispone di una carta di credito della società con un conto monster da 340mila euro.
E giusto per gradire in due mesi, tra pranzi, cene e acquisti di benefit, da questa lo stesso Fanelli spende oltre 14 mila euro. Insomma, è il mondo alla rovescia. Fanelli padre della legge sul dolore e Fanelli che il dolore lo trasforma in business. E spiega: “L’accordo lo facciamo noi, noi facciamo larghi trial da milioni di euro non è un problema questo”.
Il giudice “Fanelli ha utilizzato relazioni anche istituzionali per conseguire profitti illeciti”