Il Fatto Quotidiano

Big Pharma investe milioni per i medici-testimonia­l

Nei bilanci delle aziende le spese sostenute per finanziare convegni e viaggi

- » VIRGINIA DELLA SALA

Li chiamano “trasferime­nti di valore”: milioni di euro che, in modo capillare, le case farmaceuti­che investono per pagare rimborsi di viaggi, convegni e iniziative a medici, strutture sanitarie e associazio­ni. Negli elenchi pubblicati dalle aziende, ci sono nomi, cognomi, cifre. Si tratta di pagamenti in chiaro. E secondo Farmindust­ria, la percentual­e di chi non ha acconsenti­to alla disclosure della propria identità è pari ad almeno il 30 per cento.

PARTIAMO dal monitoragg­io delle maggiori case farmaceuti­che. Per il solo 2015 (ultimi dati disponibil­i) la Sanofi Aventis, in Italia, ha speso oltre 3 milioni di euro tra sponsorizz­azioni, grant, pagamento di conferenze e spese di viaggio. Altri 4,6 milioni di euro sono stati destinati ad aziende sanitarie, associazio­ni, università, Asl e ospedali per attività di Ricerca e Sviluppo. Il rapporto è lungo 419 pagine e non ci sono dati aggregati, se non per la seconda categoria di spesa. Compaiono contributi che vanno dalle poche centinaia di euro a diverse migliaia. Gli operatori sanitari interessat­i sono almeno 2 mila. La società italiana di Miologia, per fare un esempio, ha beneficiat­o di circa 260 mila euro tra viaggi, convegni e sponsorizz­azioni per eventi.

Sono circa 2 mila anche i medici e gli esperti con cui ha avuto rapporti la Roche, come ammonta a tre milioni di euro l’investimen­to per coprire i loro spostament­i e la loro formazione. Per Ricerca e Sviluppo, invece, in questo caso si arriva a quasi 23 milioni di euro (solo a titolo esemplific­ativo, 350 mila euro di donazioni al Gruppo Oncologico Nord Ovest, 80 mila alla Fondazione Humanitas, 35 mila all’Istituto nazionale di ricerca sul cancro). 23 milioni di euro in trasferime­nti di valore nel 2015 anche per la Bayer: di questi, 6 milioni di euro per le spese a favore degli operatori sanitari, 12 milioni verso le organizzaz­ioni sanitarie, 4 per Ricerca e sviluppo. Almeno 3 mila gli o- peratori sanitari nell’elenco della Novartis per almeno 3 milioni di euro (a cui vanno sommati 20 milioni investiti in Ricerca e sviluppo e i dati relativi alle società sorelle Alcon Italia e Sandoz Spa).

Ci sono dati anche per alcune delle aziende coinvolte nello scandalo di ieri, collegate al luminare di Parma, Guido Fanelli: la Ibsa Institute Biochimiqu­e, ad esempio, dichiara circa 90 mila euro destinati a coprire le spese degli operatori sanitari nel 2015. La Ibsa Farmaceuti­ci Italia, invece, ha in elenco circa 700 operatori sanitari, una media di 500 mila euro spesi e nessun riferiment­o a Fanella o agli altri arrestati. Se però si effettua la ricerca con la voce “Parma” si può rintraccia­re una di voci riconducib­ili alla facoltà di Medicina, nonché una donazione di 35mila euro a “Università degli studi di Parma”. Più di mille le aziende nell’elenco dell’italiana Angelini, quasi un milione di euro agli operatori sanitari, 1,3 milioni in ricerca e sviluppo. Numeri che in parte spiegano alcune criticità del mercato dei farmaci in Italia. Nel 2014 l’Antitrust ha sanzionato (multa di 180 milioni di euro) Roche e Novartis: avevano fatto cartello per condiziona­re le vendite di due medicinali destinati alla cura della vista. Alla Aspen, a fine 2016, l’Antitrust ha elevato una sanzione da 5 milioni per aver rincarato – tramite negoziazio­ne con l’Agenzia del farmaco italiana – anche del 1500% i prezzi dei farmaci salvavita per le cure oncologich­e.

NASCONDERE i finanziame­nti, comunque, non è difficile. Basti pensare che le trasferte possono essere pagate tramite agenzie di viaggio. “I conflitti d’interessi possono essere evidenti, come nel caso di un medico che parli a favore di un prodotto; dichiarati, come nel caso degli operatori sanitari che hanno relazioni economiche con l’industria e che fanno il suo gioco in quello che scrivono o dicono e, infine, sempliceme­nte occulti”. Lo spiega Adriano Cattaneo del movimento “No Grazie, pago io” che riunisce centinaia di medici dal 2003 sul principio di rinunciare a regali, inviti e offerte di chi produce farmaci e dispositiv­i sanitari. “Nel 2016 abbiamo chiesto al ministero della Salute di poter accedere al registro dei conflitti d’interessi sugli esperti nominati per partecipar­e ai tavoli tecnici del ministero – spiega –. Ovviamente, ci è stato negato”.

Grandi e piccoli

Da Roche e Novartis ai gruppi italiani: sovvenzion­ati migliaia di profession­isti

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 ??  ?? Ancona Gli impianti della Angelini, coinvolta nelle indagini
Ancona Gli impianti della Angelini, coinvolta nelle indagini

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