Il M5S apre al Pd e resuscita il ballottaggio: “Parliamone”
Legge elettorale I 5Stelle indicano come “base di discussione” la legge presentata dal dem Fragomeli, che prevede “secondo turno” e liste bloccate
Sorpresa, i Cinque Stelle hanno nostalgia del ballottaggio. Così riprendono la proposta di un deputato del Pd e la calano come la loro carta sul tavolo della legge elettorale. È la mossa, in un lunedì da pokeristi di Palazzo, con tutti - Pd, M5s e Forza Italia - che giocano a stanare tutti. E i 5Stelle che provano il contropiede: propongono al partito di Renzi di partire da una legge con il “secondo turno”, come l’Italicum, e col premio di maggioranza alla lista che scatta al primo turno per chi supera il 37 per cento anziché l’attuale 40 (la soglia di sbarramento resta al 3). E soprattutto con le liste bloccate modello “Porcellum”, fino a ieri condannate dal M5s.
UN “ITALICUM DEPURATO” nella definizione del M5s, proposto in un ddl che ha come primo firmatario il deputato lombardo del Pd, Gian Mario Fragomeli. Depositato lo scorso 13 marzo, quindi dopo la sentenza della Consulta che a gennaio aveva stroncato proprio l’Italicum, impostato sul ballottaggio: incostituzionale, a detta dei giudici, perché permetteva anche a una lista con una quantità limitata di voti di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, un’inaccettabile “distorsione”.
Eppure i 5Stelle ripartono da lì. “Sulla base del testo di Fragomeli e del Legalicum proposto dal M5S, cerchiamo di trovare una sintesi in commissione” invocano in una nota i deputati Danilo Toninelli, sherpa del Movimento in tema di legge elettorale, e Andrea Cecconi. Che giurano: “Confermiamo totale disponibilità al Pd”. Così rilanciano, dopo che domenica Luigi Di Maio l’aveva ridetto a In Mezz’ora: “Il Pd scelga se fare una legge elettorale per il Paese o se deve farla per Berlusconi, Alfano e Casini”. Perché il vicepresidente della Camera punta a stare al tavolo che conta: con due obiettivi primari, tenere il premio alla lista e abbassare la soglia per il premio di maggio- ranza. Su tutto il resto si può trattare secondo Di Maio, che proprio ieri si è esposto sul suo ovvio futuro: “Ho sempre detto che sarei disposto a candidarmi come premier”. I renziani lo sanno. E nel lunedì del post assemblea dem lanciano sorrisi al M5s, con un duplice scopo: dare un segnale al Quirinale, irritato per il Renzi che domenica aveva buttato la palla in tribuna (“la legge dipende dagli altri”) e stanare Forza Italia.
E infatti Silvio Berlusconi non si sottrae: “Siamo disponibili a fare la legge in tempi brevi, in fondo conviene a tutti”. Effetto anche delle parole del renzianissimo Matteo Richetti: “Se Di Maio e il M5S fanno sul serio, è possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa”. A cui si aggiunge il capogruppo Ettore Rosato, che nel Transatlantico mezzo vuoto scandisce: “L’accordo con i 5Stelle si può fare, è la volta buona”. Ma quando e come chiuderete? “Dettagli non ne do neanche ai miei, altrimenti scrivete e salta tutto”. Però una prima scadenza c’è già, ed è giovedì, quando il presidente della commissione Affari costituzionali Andrea Mazziotti (di Civici e innovatori, gli ex montiani) dovrebbe presentare un testo base: una proposta di sintesi tra le indicazioni dei vari partiti, che incontrerà tra oggi e domani.
NEL FRATTEMPO, veri contatti tra Pd e 5Stelle non ce ne sono. “Ma ci sono stati nei giorni scorsi”, spiega una fonte. La certezza è che i parlamentari grillini delle commissioni Affari Costituzionali si consultano. E virano sul ddl di Fragomeli. Un testo che piace al M5s anche perché prevede un quorum di validità al secondo turno, fissato al 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. E che prevede l’accesso al ballottaggio a tutti i partiti che abbiano preso il 20 per cento. Difficile che il Pd possa accettarlo. Ma per ora ai renziani basta muoversi su più fronti: a Fi, per esempio, hanno ventilato una legge con il 50 per cento dei seggi assegnati tramite collegi e l’altra metà con il proporzionale. Tatticismi.
Rilanci
Il renziano Richetti: “Possiamo chiudere in fretta”. Giovedì il testo base in commissione