Quel borghese solitario in marcia sulla Piramide
Simboli e richiami L’individualismo liberale e la strada deserta del film di Buñuel, il “Quarto Stato” di Pellizza e il “Codice da Vinci”
La passeggiata solitaria di domenica sera sulla spianata del Louvre richiama la marcia senza fine dei borghesi di Buñuel nella Parigi degli anni Settanta. “Il fascino discreto della borghesia”. L’individualismo liberale e la volontà di potenza del Superuomo. L’esatto contrario del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, simbolo della sinistra. La Piramide, poi. È lì che, nel film di Ron Howard, il professore Robert Langdon conclude la sua ricerca del Santo Graal
Passi di vittoria, nella notte. Una lunga marcia solitaria sulla spianata del Louvre. Le luci. Il buio. Il popolo come punto d’arrivo e la controversa Piramide di Mitterrand alle spalle.
A smontare l’epica passeggiata di Emmanuel Macron di domenica è un dialogo del memorabile Il fascino discreto della borghesia, ambientato a Parigi negli anni Settanta.
È la scena in cui ci si interroga sul modo di bere il Martini Dry e gli eterni commensali di Luis Buñuel fanno un esperimento sociale con l’autista dell’a mbas ciat ore di Miranda, interpretato da Fernando Rey. “Bisogna anche capirlo: Maurizio è un uomo del popolo! Non ha avuto un’educazione”. Chiosa di Rey: “Ah, nessun sistema potrà mai dare al popolo tutta l’auspicabile raffinatezza. Eppure voi mi conoscete: io non sono un reazionario”. Ecco, appunto.
Trentacinque anni dopo, la marcia senza fine dei borghesi di quel film, in tutto sei, su una strada deserta, è incarnata dal fenomeno Macron. Il passeggiatore solitario, ma non quello dell’illustre connazionale Rousseau e delle sue fantasticherie, che va ad abbracciare la folla festante. Un viandante post-ideologico, che va da destra ai riformisti. Il borghese tecnocrate in blu ministeriale. Una marcia che è l’apolo-
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