Roma, 3 maggio: morte del senegalese Magatte Niang
Felice Besostri, affermato avvocato milanese e di sinistra (Pd), è noto in Italia per aver dichiarato incostituzionale sia il Porcellum che l’Italicum e per essere stato protagonista della campagna per il “No” al Referendum. Dell’Italicum però è stato dichiarato incostituzionale l’unico aspetto condivisibile, la necessità di un doppio turno, mentre sono rimasti in piedi elementi aberranti, come la soglia al 40% anti-ballottaggio, il premio di lista e non di schieramento e le liste bloccate sono state incise solo in parte. Il ragionamento giuridico è che il premio di maggioranza debba essere attribuito solo se si raggiunge una soglia minima. Sebbene sia la Corte costituzionale a vederla in questi termini, si tratta di un ragionamento giuridico del tutto erroneo: il doppio turno è un meccanismo a formazione progressiva; il popolo ha la parola finale e così la mancanza di soglie minime è irrilevante in quanto chi la pone in evidenza si ferma sulla prima tappa, trascurando la seconda, veramente decisiva.
Besostri critica il doppio turno anche da un punto di vista politico: al contrario, il proporzionale consente un sistema plurale con alleanza. Questo ragionamento è frutto di un equivoco: con il secondo turno si valorizzano sia l’identità sia la governabilità.
Per quanto riguarda le alleanze politiche o vengono scelte dagli elettori con il maggioritario a doppio turno o dagli eletti con il proporzionale. Un progetto politico alternativo al capitale finanziario può essere proposto solo con il maggioritario a doppio turno e solo con questi il populismo può passare dalla protesta alla proposta.
Caro Enzo Biagi, anche il Giro del 1955 fu incivile e volgare
Nell’articolo che avete riproposto di Enzo Biagi, il grande cronista racconta della “tristezza della maglia rosa” di Fiorenzo Magni a conclusione del Giro del 1948. Ebbene le stesse manifestazioni di tifo incivile e volgare le ho viste e sentite a conclusione del Giro del 1955, vinto ancora da Magni per una manciata di secondi su Fausto Coppi. Avevo una decina di anni ed ero stato accompagnato al Vigorelli da un graduato della Polizia Ferroviaria, nostro vicino di casa e tifosissimo, come me, di Coppi. Quando Magni fece il consueto giro d’onore con tanto di mazzo di fiori fu accolto da un tripudio di insulti e fischi. Ad aspetta- CARO FURIO COLOMBO, dopo l'epica vicenda della cavalleria che spazza via gli ingombranti migranti senza casa a Milano, assistiamo a un vigoroso intervento (vigili urbani) contro la malavita senegalese di Roma che pretende di sopravvivere vendendo in strada, come tanti altri ambulanti. Le autorità (non ci hanno detto quali) hanno deciso che non va bene. Segue rastrellamento e investimento di senegalese quarantenne da parte di auto dei vigili urbani. Segue morte dell'inseguito. Ecco una pagina esemplare da inserire nei nostri prossimi libri di lettura, età 6-9 anni, per formare come si deve i nuovi cittadini. PER PRIMA COSA, nelle cronache della vicenda, colpisce il silenzio dei cittadini romani presenti all’operazione “caccia al senegalese”. Siamo in mezzo alla strada, in piena mattina, ma nessuno ha visto niente. Se si sia trattato di investimento di uomo in fuga da parte di inseguitori, non lo sapremo mai.
Pare che i senegalesi, quando li allontani dai luoghi ingiustamente invasi dalla loro pretesa di diventare commercianti, muoiano così: cadono per terra e basta. Ora non c’è dubbio che sappiamo troppo poco di una morte che in un solo senso era stata annunciata: dal fatto che re Coppi invece uno straordinario entusiasmo: fin quando non si avvicinò alla tribuna per consegnare il mazzo di fiori a una signora e gli insulti volarono ancora e più triviali di prima. La destinataria era la Dama Bianca. Mi è rimasta impressa nella memoria la violenza di quei volti che scagliavano insulti, come se da quelle bocche spalancate uscissero pietre.
Franceschini così vuole rilanciare la cultura in Italia?
Domenica pomeriggio torinese, in fila al GAM ( Galleria d’Arte Moderna). Alle ore 16.40 mi metto in coda. Dopo pochi minuti vedo il cancello poco più avanti chiudersi per metà. Penso che sia per evitare che la gente si accalchi.
Non è così. Arriva un addetto e ci informa che non riusciremo ad entrare, la cassa chiude alle 17.00. Rimango tuttavia in fila, speranzosa di riuscire nel mio intento. Niente. L’addetto informa che alle 17.00 la cassa inderogabilmente non eroga più biglietti, né convalida gli Abbonamenti Torino Musei. Cultura ad orologeria! Gli amministratori si esaltano a constatare le code ed i ca- gli immigrati non hanno alcuno spazio legittimo in cui stare né alcuna attività, benché pacifica e ordinata, che possa essere tollerata e magari anche protetta. Le fughe precipitose di adulti che non stanno commettendo alcun reato e che potrebbero essere parte viva e attiva e utile di questo Paese, sono uno spettacolo umiliante anche per chi li guarda. Intorno, gli spacciatori professionali e i bravi corrieri di droga a domicilio, camminano tranquilli, stanno facendo i consueti giri di consegne nella città. Fuggono a precipizio i venditori di borsoni e finti gioielli, perché hanno imparato a temere qualunque autorità. E nessuno ha avuto l’idea di creare un centro di protezione, orientamento ed eventualmente di assistenza nella denuncia di violazione dei loro diritti. Educati da Salvini, molti di noi credono che, vivi o morti, quei senegalesi che cercano dignità col mestiere di vendere, e che, a un certo punto, ogni giorno, devono scappare come bambini cattivi (e qualcuno può anche darsi che muoia nella corsa precipitosa), semplicemente non dovrebbero esserci. Non avrebbero dovuto venir fuori vivi dal mare.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it pannelli di gente davanti ai musei, ma non fanno nulla affinché le persone possano accedervi con facilità. È un altro piccolo episodio che comprova lo scollamento tra la vita “reale” e quella immaginata da chi si occupa del paese. Le persone in coda avrebbero pagato un biglietto se non avevano addirittura un Abbonamento Torino Musei. In occasione delle feste, ci si limita a fare la conta delle presenze, disinteressandosi di come la città possa essere fruibile, almeno questa è la considerazione che tali episodi inducono a pensare.
Un turista, ma anche il cittadino che vive una qualsiasi città, desidera sfruttare al meglio il proprio tempo. Ciò è inconciliabile con l’orario ministeriale delle proposte culturali, ma forse gli amministratori preferiscono che le persone vengano dirottate nei centri commerciali, aperti sia di giorno che di notte.
Una proposta: basta “Notti bianc he ”, eventi speciali, campagne “Pubblicità e progresso”. Torniamo a una semplice e sana normalità esistenziale. Informate il ministro della Cultura. Leggendo l’identikit di Andrea Scanzi su Roberto Benigni di ieri mi sono trovata d’accordo su quasi tutto, ma ancora non ci credo. Come poteva esprimere così nobili sentimenti ? Parlava della “Costituzione più bella del mondo” e poi, come se nulla fosse, ha cambiato totalmente visione. E con quale sveltezza e faccia tosta. Si è ridotto a essere un qualsiasi voltagabbana come i tanti opportunisti cambia casacca che ci vediamo sfilare davanti ogni giorno. È indubbiamente dotato di talento, ma allo stesso modo ha dimostrato di avere davvero pochi scrupoli. È un “furbacchione” per dirla con Mario Monicelli e neanche così ingenuo e disinteressato.
È a proposito de La vita è bella. Eravamo andati al cinema apposta, un modo per sentirci meno vecchi, per vederlo subito: mi aveva così tanto coinvolta. Ma ora con quel falso nel finale, prima ignorato, non riesco più a vederlo. Non mi associo all’autore nel richiamo, accorato o meno, al ritorno del primo Benigni. Non ci credo più. DIRITTO DI REPLICA
Caro direttore Travaglio, In relazione al suo pezzo nella rubrica “Ma mi faccia il piacere”, apparsa ieri, in cui vengo da Lei ampiamente “v i r g o le t t a t a ”, provvedo a risponderLe quanto segue. Ognuno campa come può: io alzandomi alle 7, percorrendo 60 km di Pontina, in tutte le condizioni meteo e stradali possibili, e prendendomi cura al meglio dei miei 140 ragazzi, per renderli studenti e cittadini più consapevoli. Da anni. A 1.400 euro al mese. Lei, invece, gettando fango sul prossimo. Da anni. A molto, molto, di più. Trovi le differenze.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
In effetti, cara signora, tra me e lei c'è una differenza fondamentale. Se qualcuno riporta quello che io dico o scrivo, non mi offendo e non gli invio lettere risentite. Lei invece rilascia un'intervista e poi, quando io ne riporto alcuni brani memorabili, si offende e mi invia una lettera risentita. Tragga lei le conseguenze sulla qualità e lo spessore delle sue parole. Molti auguri per la sua futura carriera politica e, soprattutto, per la consapevolezza e lo spirito critico dei suoi 140 ragazzi. I NOSTRI ERRORI
Ieri, nella pagina 23 a cura di Leonardo Coen, abbiamo scritto per errore che Vincenzo Nibali ha vinto il suo secondo Giro d’Italia nel 2014: in realtà, la meravigliosa vittoria c’è stata nel 2016. Ce ne scusiamo con gli interessati e i lettori.