Test Invalsi, vietato protestare: ritirato lo sciopero dei prof
Le prove Oggi i questionari nelle scuole superiori per valutare gli studenti. I sindacati di base costretti ad annullare l’agitazione
Qualche protesta c’è già stata ieri, come quella del liceo scientifico “Volta” di Torino, mentre per oggi l’Unione degli studenti ha annunciato una mobilitazione nazionale. Motivo della protesta: i test Invalsi, le prove obbligatorie per valutare il livello di apprendimento degli studenti. Boicottaggio e consegna in bianco in tutte le classi seconde degli istituti superiori di secondo grado, proprio come lo scorso anno: stavolta, però, la resistenza degli studenti sembra essere meno decisa mentre i sindacati di base hanno fatto sapere di aver annullato lo sciopero dei docenti indetto per oggi.
A OSTACOLARLO, è stata la Commissione di garanzia sugli scioperi, dopo che a metà aprile ne aveva invece riconosciuto la legittimità per un massimo di tre ore. A fine mese ha però comunicato a Usb, Cobas e Unicobas di aver cambiato idea. “La Commissione di garanzia - spiegano dal sindacato Usb - ci ha comunicato che siamo incorsi in quella che la legge 146 definisce “rarefazione oggettiva”. In pratica, una distanza troppo ravvicinata tra la data della protesta contro l’Invalsi e lo sciopero generale del 12 maggio indetto dal sindacato Usae. “Abbiamo contattato l’Usae perché lo ritirassero o lo spostassero e, al loro diniego, il 25 aprile abbiamo risposto con un appello pubblico perché il settore scuola venisse escluso”. Il sindacato non ha accettato. “Un gravissimo e ultra-di- scriminatorio intervento – scriveva ieri su Orizzonte scuola il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - che ha imposto, con una decisione arbitraria e ingiusta, il divieto di scioperare nelle scuole Superiori, motivandolo con la so- vrapposizione di un sedicente ‘sciopero generale del Pubblico Impiego’ indetto da tal ‘Federazione Sindacati Indipendenti’, struttura semi-sconosciuta e del tutto assente nella scuola”.
Il dibattitosulla validità delle prove Invalsi (arrivate al loro 12esimo anno) va avanti da anni, ma senza che governo o ministero abbiano mai invertito la rotta. Anzi: con l’applicazione delle ultime deleghe della legge 107, dall’anno prossimo i test Invalsi saranno anche obbligatori per poter accedere all’esame di maturità. Boicottarlo potrebbe costare il diploma. I docenti, invece, non solo devono sottoporlo agli alunni ma devono anche correggerlo. “Il problema – spiega Federico Mangiotti, docente di Pavia - è che il pagamento per questo lavoro in più è a discrezione della scuola. In pratica, dipende dai fondi che l’i- stituto ha in dotazione e che può gestire in autonomia”. Non c’è quindi alcun obbligo.
Altro punto debole, la tipologia. L’Invalsi è una prova scritta che dovrebbe valutare i livelli di apprendimento in italiano e in matematica. In sostanza, raccoglie dati generali sull’efficienza del sistema formativo italiano e ne indica le eventuali criticità. Si svolgono alle elementari, alle medie e alle superiori e vengono poi analizzati dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (Invalsi, appunto), ente che è sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione. Sono prove standardizzate per tutto il territorio nazionale: domande con risposte a scelta multipla e domande aperte. Poi esercizi di matematica e linguistici da svolgere in un tempo predefinito. “Spesso queste prove – spiega Mangiotti – sembrano voler valutare più le conoscenze mnemoniche dell’alunno che quelle critiche o le sue competenze. Si riduce tutto a nozionistica”.
LE VALUTAZIONI rischiano poi di apparire come una critica all’operato del docente. “Le prove prevedono anche l’indicazione di informazioni sulle condizioni socio economiche degli alunni, che permettono quindi di comparare i risultati con istituti e alunni che rispondo agli stessi criteri. Si crea così una sorta di gara che non tiene conto di altre variabili. Come ad esempio la possibilità che l’alunno prenda sotto gamba il test”. Tanto che non manca chi addestra i propri alunni alle prove, di fatto alterando l’esito di un monitoraggio (in commercio ci sono centinaia di testi che promettono di educare alle prove Invalsi) che nel solo triennio 2013 -2015 è costato, dati Invalsi, 14 milioni di euro.
Limiti e paradossi
Quiz a scelta multipla e nozioni. C’è chi prepara gli alunni: “Ma così si falsa il risultato” Cos’è
TEST INVALSI è una prova scritta di italiano e matematica, volta a evidenziare i livelli generali di efficienza del sistema formativo italiano
AD AFFRONTARLO, la seconda e quinta classe della primaria e la seconda superiore. Quelli della terza media lo sostengono durante l’esame di Stato. Quest’anno sostengono la prova 1,1 milioni di ragazzi