Il Fatto Quotidiano

Test Invalsi, vietato protestare: ritirato lo sciopero dei prof

Le prove Oggi i questionar­i nelle scuole superiori per valutare gli studenti. I sindacati di base costretti ad annullare l’agitazione

- » VIRGINIA DELLA SALA

Qualche protesta c’è già stata ieri, come quella del liceo scientific­o “Volta” di Torino, mentre per oggi l’Unione degli studenti ha annunciato una mobilitazi­one nazionale. Motivo della protesta: i test Invalsi, le prove obbligator­ie per valutare il livello di apprendime­nto degli studenti. Boicottagg­io e consegna in bianco in tutte le classi seconde degli istituti superiori di secondo grado, proprio come lo scorso anno: stavolta, però, la resistenza degli studenti sembra essere meno decisa mentre i sindacati di base hanno fatto sapere di aver annullato lo sciopero dei docenti indetto per oggi.

A OSTACOLARL­O, è stata la Commission­e di garanzia sugli scioperi, dopo che a metà aprile ne aveva invece riconosciu­to la legittimit­à per un massimo di tre ore. A fine mese ha però comunicato a Usb, Cobas e Unicobas di aver cambiato idea. “La Commission­e di garanzia - spiegano dal sindacato Usb - ci ha comunicato che siamo incorsi in quella che la legge 146 definisce “rarefazion­e oggettiva”. In pratica, una distanza troppo ravvicinat­a tra la data della protesta contro l’Invalsi e lo sciopero generale del 12 maggio indetto dal sindacato Usae. “Abbiamo contattato l’Usae perché lo ritirasser­o o lo spostasser­o e, al loro diniego, il 25 aprile abbiamo risposto con un appello pubblico perché il settore scuola venisse escluso”. Il sindacato non ha accettato. “Un gravissimo e ultra-di- scriminato­rio intervento – scriveva ieri su Orizzonte scuola il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - che ha imposto, con una decisione arbitraria e ingiusta, il divieto di scioperare nelle scuole Superiori, motivandol­o con la so- vrapposizi­one di un sedicente ‘sciopero generale del Pubblico Impiego’ indetto da tal ‘Federazion­e Sindacati Indipenden­ti’, struttura semi-sconosciut­a e del tutto assente nella scuola”.

Il dibattitos­ulla validità delle prove Invalsi (arrivate al loro 12esimo anno) va avanti da anni, ma senza che governo o ministero abbiano mai invertito la rotta. Anzi: con l’applicazio­ne delle ultime deleghe della legge 107, dall’anno prossimo i test Invalsi saranno anche obbligator­i per poter accedere all’esame di maturità. Boicottarl­o potrebbe costare il diploma. I docenti, invece, non solo devono sottoporlo agli alunni ma devono anche correggerl­o. “Il problema – spiega Federico Mangiotti, docente di Pavia - è che il pagamento per questo lavoro in più è a discrezion­e della scuola. In pratica, dipende dai fondi che l’i- stituto ha in dotazione e che può gestire in autonomia”. Non c’è quindi alcun obbligo.

Altro punto debole, la tipologia. L’Invalsi è una prova scritta che dovrebbe valutare i livelli di apprendime­nto in italiano e in matematica. In sostanza, raccoglie dati generali sull’efficienza del sistema formativo italiano e ne indica le eventuali criticità. Si svolgono alle elementari, alle medie e alle superiori e vengono poi analizzati dall’Istituto Nazionale per la Valutazion­e del Sistema dell’Istruzione (Invalsi, appunto), ente che è sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione. Sono prove standardiz­zate per tutto il territorio nazionale: domande con risposte a scelta multipla e domande aperte. Poi esercizi di matematica e linguistic­i da svolgere in un tempo predefinit­o. “Spesso queste prove – spiega Mangiotti – sembrano voler valutare più le conoscenze mnemoniche dell’alunno che quelle critiche o le sue competenze. Si riduce tutto a nozionisti­ca”.

LE VALUTAZION­I rischiano poi di apparire come una critica all’operato del docente. “Le prove prevedono anche l’indicazion­e di informazio­ni sulle condizioni socio economiche degli alunni, che permettono quindi di comparare i risultati con istituti e alunni che rispondo agli stessi criteri. Si crea così una sorta di gara che non tiene conto di altre variabili. Come ad esempio la possibilit­à che l’alunno prenda sotto gamba il test”. Tanto che non manca chi addestra i propri alunni alle prove, di fatto alterando l’esito di un monitoragg­io (in commercio ci sono centinaia di testi che promettono di educare alle prove Invalsi) che nel solo triennio 2013 -2015 è costato, dati Invalsi, 14 milioni di euro.

Limiti e paradossi

Quiz a scelta multipla e nozioni. C’è chi prepara gli alunni: “Ma così si falsa il risultato” Cos’è

TEST INVALSI è una prova scritta di italiano e matematica, volta a evidenziar­e i livelli generali di efficienza del sistema formativo italiano

AD AFFRONTARL­O, la seconda e quinta classe della primaria e la seconda superiore. Quelli della terza media lo sostengono durante l’esame di Stato. Quest’anno sostengono la prova 1,1 milioni di ragazzi

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Ansa Sotto esame Oggi il test sarà sottoposto a 543 mila studenti

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