Video erotico e gogna sul web Un altro caso Tiziana Cantone
Cyberbullismo Otto mesi fa la ragazza napoletana si è uccisa per le umiliazioni social. Ora un’altra donna finisce alla gogna
■ Un ragazzo e una ragazza napoletani vengono filmati mentre fanno sesso. L’amico che riprende incita: “Vai, Francè!” E diventa un tormentone virale
Quando Tiziana Cantone si è impiccata a una porta, sola e rassegnata a una giustizia lenta e confusa, ho avuto un pensiero cinico. “Ora che è morto qualcuno, le cose cambieranno”. Ho creduto che la morte di Tiziana avrebbe regalato una coscienza a quello che qualcuno chiama “il popolo del web”, ma che in fondo siamo noi e basta. Ero convinta che chiunque, anche quelli più anaffettivi, spietati o incoscienti del male che il cyberbullismo o la “derisione collettiva” possono fare, avessero sviluppato un briciolo di empatia. Mi ero sbagliata. Dopo otto me sin eh ola certezza.
DA QUALCHE GIORNO, su uno dei soliti gruppi Facebook aggregatori del peggio, è stato diffuso un nuovo video su cui minorenni, adulti, ragazzi, giovani universitarie e un branco di trogloditi infoiati, sghignazzano. Il video ha come protagonisti un ragazzo e una ragazza napoletani ripresi mentre fanno l’amore. Nella stanza c’è anche un amico di lui che incita il ragazzo: “Vai Francè!”(il vero nome è un altro, ma non voglio collaborare a diffondere il video). Il volto della ragazza si intravede, quello del ragazzo che ansima su di lei è chiarissimo. Era un gioco fra tre persone adulte che è finito sul web.
Questo video, così come accadde per quello della Cantone, in quel gruppo è diventato oggetto di fotomontaggi, meme umoristici e battute goliardiche da parte dei 270.000 utenti e anche di qualche amministratore che, anziché rimuovere il tutto, si è aggregato alla derisione. L’hashtag #vaifrancè è il tormentone dei vari deficienti. Alcuni utenti diffondono il link per scaricarlo e scatta la caccia all’identità dei protagonisti.
“FRANCÈ” È STATO-individuato subito. È di un paese vicino Napoli e ha la bacheca che trasuda misoginia. Uno di quelli che “le donne sono tutte puttane”, per intenderci. Qualche appartenente a quel gruppo (una certa Lucia) gli scrive: “Hey Francè, sai che nel nostro gruppo sei diventato un mi to ?”. Francè risponde: “Ahahha addirittura? Non lo sapevo. Sai, io non l’avrei messo quel video, ma mi rubarono il cellulare e l’hanno mandato in giro…”. La ragazza pubblica divertita la conversazione.
La faccenda diventa chiara: la ragazza del video non ha certo dato il consenso alla pubblicazione e quel video, ci crediamo tutti, è stato diffuso da un ladro di cellulari. Il tormentone, la storia del cellulare rubato, un video che doveva essere conservato da chi ha partecipato a un gioco erotico tra adulti che viene dato in pasto al web: tutto somiglia in maniera inquietante alla vicenda Cantone. Altri utenti scrivono a Francè: “Ma poi sei venuto?”, vomitano oscenità. Poi si passa a individuare l’amico, definito “il motivatore”. Si chiama Roberto. Viene trovato (anche da uno degli amministratori del gruppo) e contattato da un utente, che poi pubblica la conversazione.
Roberto lascia note vocali in cui se la ride, dice che ormai quel suo “vai Francè” è un segno di riconoscimento. Le sue parole generano altra ilarità collettiva soprattutto tra ragazze insospettabili. Wilma, Eleonora, Cristina, Sofia (alcune sono studentesse universitarie, non casi umani) sghignazzano :“Ah ahha muoio!”, “Come vorrei sentire quel vocale!”…. Se perfino le donne trovano esilarante la vicenda, Tiziana Cantone è morta inutilmente.
FRANCÈ COMINCIA a postare sue foto con hashtag # vaifrancè sulla sua pagina. L’amico, su Facebook, scrive “Francè spezza e femmn!”. In tutto questo c’è solo un particolare: la ragazza. Si potrebbe dire : “Vabbè, la sua faccia si intravede, poco male”. Certo. Peccato che il vero divertimento per alcune di queste bestie non sia tanto fare dell’onanismo, ma fare del bullismo. Individuare la vittima e condannarla alla gogna. E qui comincia la parte più avvilente: la caccia al nome di lei.
C’è chi pensa di averla individuata, schiaffa nome e cognome, poi si corregge, no, non è lei. Parte il toto nomi. È Valeria, no Francesca, no Ludovica, no Anna. Vengono pubblicate foto di ragazze estranee alla vicenda. Poi finalmente Roberto fa il nome giusto. Dice dove trovarla su Facebook. Gli squali si avventano. Daniel pubblica il messaggio che le ha inviato: “Ciao, saresti così gentile di inviarmi il
IL GIOCO EROTICO A TRE DIVENTA VIRALE Sui soliti gruppi Facebook parte il dileggio, poi la caccia ai protagonisti del filmato: lui viene esaltato, lei linciata
IL RAGAZZO RIPRESO
Sai, io non l’avrei messo quel video, ma mi rubarono il cellulare e l’hanno mandato in giro… Conversazione pubblicata sul gruppo Facebook
video di Francè che ancora non ho avuto modo di vederlo? I miei ossequi”. Umiliazione, derisione.
Io a quel punto contatto privatamente Eleonora, una delle ragazze che si diverte a ridere del video. Studia medicina, pare una ragazza ragionevole, capirà che la deve smettere. Si è impiccata una ragazza otto mesi fa per una dinamica simile, non è possibile che se lo sia dimenticato. Le scrivo se quello che sta facendo la fa sentire una persona migliore. Mi aggredisce. Dice che i miei lettori sono “down”, che ho pestato i piedi alla persona sbagliata, con velate minacce. Poi, da perfetto membro del branco, corre nel suo gruppo di bulli e posta la foto del mio messaggio, in modo che scatti la gara all’insulto.
SOLO ALLORA uno degli amm i ni s t ra t o ri , Fulvio Treppiedi, capisce che potrebbe avere qualche grana e, dopo giorni in cui si è lasciato che tutti si divertissero alla faccia di chi non voleva che quel video fosse pubblicato e alla faccia della Cantone, scrive un post sul gruppo in cui si finge irritato: “Basta con ‘ste porcate, ci dissociamo, se continuate vi bannerò!”. Intanto però ha lasciato tutto il tempo al suo socio amministratore di ridersela col gruppo e agli altri di scovare l’identità di lei.
Nessuna empatia, nessuna pietà. Solo un branco di squali giovanissimi e feroci, uomini e donne. Tiziana Cantone è morta per niente.
Alla prossima vittima.