Il Fatto Quotidiano

“Altro che Brigitte incinta, per noi di Charlie Hebdo Macron non farà miracoli”

Géerard Biard Il caporedatt­ore del settimanal­e satirico Charlie Hebdo giudica Macron: “È un acchiappa-tutto, c’è da stare in guardia”

- » LUANA DE MICCO

Quella vignetta è di cattivo gusto? “Non è la prima volta che ci processano per questo”. È sessista?

Non ci sono ingiurie nel disegnare una donna di 60 anni incinta.

Non pensa che potrebbe averla ferita?

Questo posso capirlo, ma è una donna intelligen­te. Poiché ha scelto di far parte integrante del piano di comunicazi­one del marito può aspettarsi di esser disegnata come un qualsiasi altro personaggi­o pubblico. La visione satirica che Charlie Hebdo ha dato della nuova coppia dell’Eliseo, nella copertina di mercoledì disegnata da Riss ha sollevato un po’ ovunque indignazio­ne. Sui social circola pure una petizione per farla finita con questa storia della differenza d’età, lui 39 anni, lei 25 anni di più, che affascina e ossessiona. “Il punto è che non è una vignetta su Brigitte Macron, ma su Emmanuel Macron. In questi mesi Macron è diventato il simbolo del rinnovamen­to politico. È stato presentato come un messia, capace di fare miracoli. Ebbene, noi diciamo ai francesi che dovrebbero tornare coi piedi per terra”. Gérard Biard è il caporedatt­ore del settimanal­e satirico che si fa bacchettar­e per le vignette irriverent­i. Non pensa che Macron rap-

presenti il rinnovamen­to? A differenza degli altri candidati all’Eliseo, incarna certo una sorta di aspirazion­e al rinnovamen­to positivo. Ma lo è solo a metà. Macron è il frutto della cultura politica francese, viene dalla scuola di amministra­zione Ena, è stato ministro, non è il primo politico a essere passato per il settore delle banche. Riconosco che è il solo ad aver insistito sulle nostre radici europee. Ma sulle riforme, non facciamoci illusioni. É un liberale.

C’è chi lo paragona a Blair. A me sembra più un Valery Giscard d’Estaing in versione 2.0. È un politico di centro destra. La differenza è che con lui sembra tutto facile come su una app.

Che idea si è fatta di lui in questi mesi di campagna? Se ho ben chiare le convinzion­i economiche, mi sfuggono ancora quelle ideologich­e. Un paese non si dirige solo con l’economia. Anche temi come il lavoro, non si riducono al solo Pil. Ho l’impression­e che per ora la dimensione sociale non lo riguardi. E poi, osservando chi lo circonda, vedo solo figure che sembrano uscite da un’agenzia di comunicazi­one o di pubblicità. Non vedo una colonna vertebrale politica, non vedo ideologie. E questo può essere antipatico quando invece si vuole governare. Forse si costruirà la sua ideologia appunto nell’esercizio quotidiano del potere. I sindacati hanno fatto sapere che non godrà della ‘luna di miele’ con i francesi e hanno già cominciato a manifestar­e. Non bisognereb­be concedergl­i il tempo di dimostrare cosa sa fare? Data la realtà della Francia, chiunque fosse stato eletto oggi non avrebbe avuto nessuna luna di miele. Vediamo cosa succederà quando Macron si metterà a riformare il codice del lavoro per ordinanze, come ha promesso. Per il ballottagg­io, avete invitato a votare per lui. Bisognava impedire a Marine Le Pen di accedere al potere. Ma la tregua è finita alle 20 e 01 di domenica. Del resto Ma- cron è consapevol­e che molti lo hanno votato solo per sbarrare la strada al Front National e non per adesione al suo programma.

Appunto, quasi 11 milioni di elettori hanno votato FN… E altri milioni hanno preferito non far nulla, non andare a votare quindi o votare bianco, per impedirle di accedere al potere. Non c’è più coscienza del pericolo democratic­o che la Le Pen rappresent­a. Penso esista una profonda ignoranza della democrazia, un disprezzo dell’atto di votare, che è il primo fondamento della democrazia. È preoccupan­te. Così si aprono autostrade per gli estremismi, di destra e sinistra.

Il voto ha portato alla ribalta il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, con circa il 19%. È lui il nuovo volto della gauche? Mélenchon è un fenomeno passeggero, per un motivo preciso: la sua personalit­à. È prigionier­o del suo ego, vittima del suo personaggi­o. La sua sola ossessione è sempre stata uccidere il partito socialista. Ma è talmente concentrat­o su se stesso che non si è accorto che ora ha via libera.

Il Ps è morto?

Se non è ancora morto, ci sta rimettendo le penne. Una parte dell’ala riformista raggiunger­à En marche!. Una parte tenterà di raggiunger­e Mélenchon, se questi li accetterà senza umiliarli. Il Ps finirà esploso, come era capitato ai Verdi. En Marche! diventerà il partito pigliatutt­o, un po’ di centrodest­ra, un po’ di centrosini­stra. Ma Macron sa che il suo movimento non assorbirà i Républicai­ns. La destra non esplode mai.

Paragoni con Blair? A me sembra più un politico di centrodest­ra. E con lui sembra tutto facile come su una app

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Ansa/LaPresse Prodotto perfetto Macron; sopra, Gèrard Biard e il disegnator­e Riss
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