De Bortoli attacca ancora: “Una storia di massoneria”
Il giornalista ricorda tutti i “fratelli” che hanno girato attorno all’istituto. E Mattarella, dal Sudamerica, segue la vicenda
In viaggio di Stato tra Argentina e Uruguay, e dunque lontano dai palazzi romani, il presidente Sergio Mattarella osserva con attenzione l’ultimo capitolo della saga Boschi-Etruria. Il Quirinale segue la complessa vicenda e Mattarella s’informa sugli sviluppi. Al rientro a Roma, previsto domani, il Colle affronterà la questione. Normale. La smentita del sottosegretario Boschi non prevale sull’episodio raccontato con precisione dall’ex direttore del Corriere e le conseguenze riguardano la stabilità del governo e la credibilità delle istituzioni.
NEANCHE CON TROPPO impegno, invece, i renziani producono congetture per occultare la notizia su Maria Elena Boschi rivelata da Ferruccio de Bortoli nel libro Poteri forti (o quasi): l’allora ministro per le Riforme suggerì a Federico Ghizzoni – all’epoca amministratore delegato di Unicredit – di acquistare Etruria, la popolare affondata dai debiti di cui papà Pier Luigi era vicepresidente. Il ministro Luca Lotti si applica parecchio: “È un attacco per coprire i rifiuti a Roma”.
De Bortoli conferma la versione fornita e aggiunge in riferimento al silenzio di Ghizzoni: “Penso che i banchieri siano tenuti a una certa riservatezza, c’è un comunicato della banca che ha svelato che il dossier su Etruria l’ha aperto, e comportandosi bene, l’ha subito richiuso”. Come ricostruito dal Fatto, dopo le sollecitazioni di Boschi, l’ad di Unicredit affidò il dossier a Marina Natale, la responsabile delle strategie del gruppo. E poi De Bortoli fa notare un “dettag lio” spesso ignorato: “Quella di Etruria è una storia di massoneria. È stato dimostrato che in qualche modo la massoneria c’entrava perché sennò il padre del sottosegretario non sarebbe andato a incontrare Flavio Carboni. Era noto che Elio Faralli (a lungo presidente della banca, ndr) fosse un appartenente alla massoneria toscana”.
BOSCHI FINGE una serenità ormai smarrita, appena mercoledì è scappata da una conferenza stampa a Palazzo Chigi per evitare i cronisti. Ieri s’è rinchiusa in “cabina di regia” al Nazareno con il segretario Renzi e gli altri ministri per una riunione più mediatica che politica. Ma l’emergenza è la strategia difensiva, un po’ vacillante, perché gli avvocati dell’ex ministro sembrano abbastanza spaesati: “Querelare De Bor- toli? Le cose si valutano, è inutile fare gli annunci. Guardiamo le carte”, spiega il suo legale Vincenzo Zeno Zencovich. E poi azzarda: “Ho motivo di ritenere che questa richiesta (a Unicredit su Etruria, ndr) fosse stata avanzata da mesi da Banca d’Italia e che non ci sia stato nessun intervento, così come viene raccontato in questo libro”.
Un paio di errori in una frase. Nel passaggio contestato da Zencovich, De Bortoli non ha citato l’istituto di via Nazionale e l’episodio porta la data del 2015. Le ispezioni di Banca d’Italia – già nel 2013 – s’erano concluse con un’indicazione generale: Etruria doveva cercarsi un “partner di elevato standing”, cioè una banca più grande e meglio messa per essere assorbita. Forse Boschi ha pensato che Unicredit fosse quella ideale.
I banchieri sono tenuti a una certa riservatezza, La banca ha svelato che il dossier su banca Etruria l’ha aperto e subito richiuso
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