Il Fatto Quotidiano

Scafarto: “Woodcock chiese capitolo su 007”

Consip, il carabinier­e a Pignatone: “Abbiamo commesso errori, chiedo scusa”

- » VINCENZO IURILLO E VALERIA PACELLI

Non c’ è solo la frase “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato” attribuita erroneamen­te all’imprendito­re Alfredo Romeo o il capitolo dei Servizi che – per i pm capitolini – segreti non erano. Nell’informativ­a del 9 gennaio sono diversi i passaggi che per la Procura di Roma sono stati riportati male. “Errori” – li definisce il capitano del Noe Giampaolo Scafarto nel suo interrogat­orio davanti ai pm che lo accusano di falso – “da attribuire alla fretta di completare l’informativ­a” e si scusa. Anche la frase “il generale Parente è stato nominato all’Aisi da Tiziano Renzi”, pronunciat­a da Bocchino è sbagliata.

Riascoltan­do quella conversazi­one si è scoperto che l’ex parlamenta­re aveva detto “che l’ha nominato Renzi”. Come sono possibili questi errori? Scafarto, nel suo verbale di 7 pagine, spiega il metodo utilizzato: “Ho elaborato un protocollo di ascolto che prevedeva tre fasi: un primo ascolto da parte di un operante che redigeva un sunto e le informazio­ni essenziali della conversazi­one. Un secondo ascolto da parte di altro operante che verificava il contenuto dell’audio dall’altro e integrava sunto della conversazi­one. Un terzo ascolto affidato a un maresciall­o che riascoltav­a e definiva il brogliacci­o”.

L’ERRORE SULLA FRASE“Renzi l’ultima volta che l’ho visto”, l’ha spiegata così: “La discrasia non è contestabi­le ma escludo di avere avuto nella redazione dell’informativ­a consapevol­ezza di essa”. Stando allo schema investigat­ivo spiegato ai pm, il capitano del Noe ha detto di aver basato questa parte dell’informativ­a solo sulla prima versione della conversazi­one e non sul brogliacci­o finale che invece la riportava in modo esatto: “Posso pensare di avere avuto solo una prima versione del file relativa al sunto, e di avere utilizzato questa”.

E poi c’è il capitolo dei Servizi segreti: i pm ritengono che “scientemen­te” Scafarto abbia omesso di inserire il dato che una delle persone “sospette” era stata identifica­ta (partendo dalla targa della jeep). In sostanza, Scafarto ha spiegato di non aver inserito questo elemento perché “irrilevant­e”. Quando però i pm gli contestano alcune telefonate con i col- leghi in cui diceva invece che si trattava di “una scelta investigat­iva”, lui risponde che è la stessa cosa. E non convince i magistrati.

È sbagliata anche la parte dell’informativ­a in cui si fa riferiment­o a un appartenen­te all’Aisi, che avrebbe dovuto aiutare Romeo o smascherar­e le intercetta­zioni: “Nell’ottica di acquisire informazio­ni e di avere notizie in merito può essere letto l’appuntamen­to che Romeo ha riportato nella sua agenda il 25 marzo 2016, ovvero all’indomani della scoperta del virus spia, con G.P. (carabinier­e fuori ruolo in forza all’Aisi)”. In realtà G.P. per i pm sarebbe un dipendente della Romeo Gestioni. Inoltre il virus spia era stato installato solo successiva­mente a quella data.

Su come sia nato il capitolo 17 dell’informativ­a, Scafarto ha spiegato che “la necessità di compilare un capitolo specifico, inerente al coinvolgim­ento di personaggi legati ai Servizi segreti, fu a me rappresent­ata come utile da Woodcock che mi disse: al posto vostro farei capitolo autonomo su tali vicende, che io condivisi”. E nulla di strano: Henry John Woodcock era il pm per il quale lavoravano che ha consigliat­o di racchiuder­e tutti gli elementi che gli prospettav­ano in un unico capitolo. Il verbale ieri è stato trasmesso anche alla Procura di Napoli. E non deve essere piaciuto molto. In una nota, il procurator­e Nunzio Fagliasso ha fatto sapere di non aver mai espresso in passato la propria fiducia nel Noe: “Questo Ufficio avverte l’esigenza di ribadire che la Procura della Repubblica di Napoli non si è mai pronunciat­a sulla conferma, o meno, della fiducia al Comando”.

LA STAMPA se ne è occupata il 12 aprile 2017, senza ricevere alcuna smentita. Fino a ieri. Inoltre se Napoli non avesse più voluto fare indagare il Noe, gli avrebbe tolto la delega. Cosa che non è avvenuta. Anzi nella nota del 12 aprile la Procura spiegava che “le iniziative investigat­ive assunte, da Roma”, “non sono connesse a quelle per le quali procede questa procura, allo stato non hanno alcun riflesso sulle indagini del Noe su delega di questo ufficio”.

La nota però suonava più come un avviso ai naviganti, in generale. In particolar­e al sostituto procurator­e Henry John Wookcock. E ieri nel palazzo di giustizia, infatti, circolava la voce di una sua possibile rimozione dall’indagine su Alfredo Romeo e l’aff aire dell’ospedale Cardarelli. Nulla per ora di concreto.

Nell’interrogat­orio ”Irrilevant­e”, così ha spiegato la parte sugli 007. Ma non convince i pm

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Ansa Le sede Consip è la principale stazione appaltante d’Italia

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