Tariffe e nuovo Jobs act, professionisti in rivolta
La manifestazione Domani avvocati, medici e ingegneri in piazza contro l’abolizione dei compensi minimi
Iprofessionisti
di tutta Italia sono in rivolta: domani scenderanno in piazza a Roma per rivendicare la reintroduzione dei minimi tariffari sulle loro parcelle, oltre a chiedere maggiori tutele che il nuovo Jobs act per autonomo ha ignorato: non c’è, infatti, il concetto di “equo compenso”.
PIÙ DI CENTO tra sedi locali degli ordini di categoria e associazioni si sono riunite nel comitato Noi professionisti e dalle 10 sfileranno nella Capitale partendo da Piazza della Repubblica per arrivare al largo di San Giovanni. Tra loro avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, medici e dentisti: mestieri che lamentano difficoltà, in certi casi sono alle prese con pesanti cali dei redditi degli iscritti e soprattutto con una concorrenza al ribasso che incide anche sulla qualità delle prestazioni. “Nel 2006 – scrivono i promotori - con la legge Bersani sono stati aboliti i minimi tariffari a favore di un presunto libero mercato. Questo ha favorito le grandi aziende e multinazionali. Si diceva che la riforma avrebbe inserito più giovani nel mondo del lavoro ma, al contrario, si è assistito alla svendita della professione”. Dunque, prima la cancellazione del minimo da parte dell'allora ministro allo Sviluppo economico, poi l'abolizione definitiva delle tabelle disposta dal governo di Mario Monti con l'obiettivo di conformarsi all'ordinamento europeo: secondo i diretti interessati, questi interventi pensati a favore dei cittadini hanno in realtà dato un eccessivo potere contrattuale ai clienti innescando la ga- ra a chi stacca la fattura più bassa. Lo scorso dicembre, tra l'altro, la Corte di Giustizia europea ha emesso un'importante sentenza. Esaminando una legge spagnola che consente deroghe massime del 12% sugli onorari minimi dei procuratori legali - i procuradores sono una particolare figura prevista dall'ordinamento del Paese iberico - i giudici del Lussemburgo hanno detto che quella norma è compatibile con il diritto Ue. I professionisti sono quindi convinti sia la prova del fatto che l'introduzione dei minimi tariffari in Italia supererebbe il vaglio dell'organo di giustizia comunitario. Dunque, fiutato il momento propizio, e vista l'occasione mancata del Jobs Act degli autonomi, avvocati, ingegneri, architetti, medici e dentisti di Roma (oltre ai legali napoletani) hanno indetto la manifestazione, raccogliendo subito adesioni da tutto il Paese. L'obiettivo della mobilitazione è anche chiedere misure fiscali più eque e una previdenza sostenibile.
Secondo i dati Inarcassa, ente che raccoglie i contributi di architetti e ingegneri, i guadagni degli iscritti sono diminuiti complessivamente del 22% tra il 2007 e il 2014. Molto colpita dalla recessio- ne è anche la professione legale, soggetta a grandi squilibri tra grossi studi che fanno affari milionari e giovani che si aggirano attorno alla soglia di povertà. Le tabelle della Cassa forense mostrano come la fascia più bassa, alla quale appartengono 57 mila avvocati, abbia un reddito medio di 5.105 euro. Troppo poco per investire nella propria formazione, che pure è diventato un obbligo spesso innescando veri e propri business di corsi web. Nel mirino, inoltre, sono le massicce campagne pubblicitarie che puntano sui prezzi bassi. Un esempio, gli studi dentistici che offrono pulizie a soli 20 euro e otturazioni a meno di 50.
I promotori
“La riforma Bersani doveva favorire l’ingresso dei giovani, invece svende il nostro mestiere”