L’Eliseo e l’“assedio” operaio
Mentre il neo presidente vaglia le candidature del suo movimento per le Legislative nuove proteste di lavoratori a rischio licenziamento. E Hollande chiede favori
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operai dell’impianto GM&S Industry, dove si costruiscono componenti auto in subappalto per Renault e Psa, hanno deciso ieri di prendere in ostaggio il sito e di minarlo con delle bombole di gas: “Facciamo esplodere tutto”. L’azienda di La Souterraine, nella Creuse, centro della Francia, è in amministrazione controllata dallo scorso dicembre, tutti i tentativi di negoziato sono falliti, la chiusura è imminente e gli operai rischiano di perdere il lavoro prima della fine del mese. Allora ieri hanno deciso di fare un’azione choc. Hanno occupato il sito e si sono messi a distruggere macchinari. Hanno cominciato con una pressa, tagliandola in due con la fiamma ossidrica. “Non volevamo arrivare a questo punto, ma non ci hanno dato scelta”, hanno spiegato i rappresentanti sindacali.
L’età media dei lavoratori è 49 anni: “Che faremo dopo? E le nostre famiglie?”. Sono pronti a marciare su Parigi e andare direttamente all’Eliseo, a vedere il nuovo presidente. Questo il clima in cui Emmanuel Macron si appresta a ricevere domenica l’investitura. Ma la rabbia dei lavoratori sembrava molto lontana da Parigi dove ci si concentrava su manovre politiche. A un mese esatto dal prossimo appuntamento elettorale, le legislative di giugno, nel “quartiere generale” del movimento appena ribattezzato La République en Marche, nel 15° arrondissement di Parigi, è stata presentata la lista dei primi 428 candidati per i 577 seggi dell’Assemblea (i mancanti saranno resi noti mercoledì prossimo).
UN’OPERAZIONE che ha assorbito lo staff del neo presidente che ha ricevuto 19mila domande. La lista doveva rispondere ai principi di pluralismo, parità e coerenza, e proporre figure nuove e senza precedenti penali. I prescelti hanno tra i 24 e i 62 anni, la metà non ha mai esercitato mandati elettivi, e la metà sono donne. Alla fine la lista non ha soddisfatto il principale alleato di Macron, il centrista François Bayrou. “Gli accordi – ha detto quest’ultimo – prevedevano candidature comuni in tutte le circoscrizioni”. E c’è già aria di crisi. È stato a suo modo risolto invece lo psicodramma che ha per protagonista Manuel Valls, l’ex premier socialista che aveva chiesto di farsi eleggere con la sigla della maggioranza presidenziale, sollevando le ire del suo partito e non troppo entusiasmo da parte di Macron. Alla fine anche se Valls non sarà nelle file di En Marche, il partito di maggioranza ha deciso di non fargli concorrenza e non gli opporrà candidati nella sua circoscrizione.
All’Eliseo invece si preparano gli scatoloni. François Hollande è pronto alla riconversione. Il futuro ex presidente prenderà infatti le redini della fondazione La France s’engage , per ricompensare i progetti innovativi e le giovani start up. Ieri è stato a visitarne i futuri locali, in un’ex stazione del sud-est di Parigi: “Avremo bisogno anche di fondi pubblici”, ha detto Hollande, lanciando un chiaro messaggio a Macron
Desistenza di favore L’ex premier Valls non accolto in En Marche! ma non avrà avversari nel suo seggio