“Governo italiano complice di crimini sauditi in Yemen”
Human Rights Watch sulle bombe costruite in Sardegna La Procura di Brescia: “Farnesina sotto indagine”
L’Ong per i diritti umani Human Rights Watch critica apertamente il governo italiano: continuando a vendere bombe all’Arabia Saudita, rischia di rendersi complice dei crimini di guerra in Yemen. Anche la Procura di Roma avvia u n’indagine sulla legalità d el l’operato governativo, mentre viene annunciato un piano per raddoppiare la capacità produttiva dello stabilimento sardo che fabbrica le armi per Ryad.
“Da oltre due anni la Coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato scuole, ospedali, abitazioni e mercati in Yemen, impiegando ripetutamente armi prodotte in occi dent e”, spiega al Fat to QuotidianoKristine Becker- le, responsabile dell’a s s ociazione americana per i paesi mediorientali. “H uman Rights Watch, le Nazioni Unite e altri hanno documentato numerosi attacchi illegali della Coalizione e molti crimini di guerra. I governi, tra cui l’Italia, dovrebbero sospendere tutte le vendite di armi in Arabia Saudita, rischiando altrimenti complicità nei futuri attacchi illegali della Coalizione”.
Secondo il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Yemen, Jamie McGoldrick, dall’inizio dell’intervento militare saudita in Yemen nel marzo 2015, almeno 10 mila civili sono stati uccisi e 40 mila feriti. In precedenza l’Ufficio diritti umani dell’Onu ( Ohchr) aveva dichiarato che almeno il 60 per cento delle vittime civili sono attribuibili ai radi aerei dell’aviazione di saudita (e degli alleati arabi) che colpiscono indiscriminatamente aree densamente popolate e obiettivi civili.
E PROPRIO DAL 2015 la ditta Rwm Italia, con sede legale a Ghedi, Brescia, e stabilimento a Domusnovas, in Sardegna, ha iniziato a vendere alla Royal Saudi Air Force decine di migliaia di bombe aeree che, come dimostra anche un recente report delle Nazioni Unite, vengono regolarmente sganciate sul centro storico della capitale yemenita Sana’a: a dimostrarlo ci sono i codici Nato incisi sulle carcasse delle bombe (A4447) che identificano l’azienda produttrice italiana, filiale della ditta tedesca Rheinmetall.
“Non è una coincidenza che gli stabilimenti sardi della Rwm Italia inizino a lavorare a pieno ritmo per le commesse saudite proprio dopo che il governo di Ber- lino nel gennaio 2015 aveva deciso di bloccare le vendite di armi tedesche a Riyad”, afferma Giorgio Beretta, esperto di commercio di armamenti dell’Osservatorio sulle armi Opal di Brescia. “Si esporta dall’Italia, grazie alla manica larga del governo Renzi, per aggirare il di- vieto del governo Merkel”.
Le forniture di bombe italiane, autorizzate dal ministero degli Esteri aumentano per rispondere alle crescenti esigenze operative dell’aviazione saudita, proseguendo anche dopo che nel febbraio 2016 il Parlamento europeo aveva votato
Lascia o raddoppia L’Ong per i diritti umani: “Sospendete le forniture”. Invece la fabbrica raddoppia Da oltre due anni la Coalizione guidata da Ryad ha bombardato scuole, ospedali, abitazioni e mercati, impiegando armi prodotte in occidente KRISTINE BECKERLE
(HRW)