Il Fatto Quotidiano

“Governo italiano complice di crimini sauditi in Yemen”

Human Rights Watch sulle bombe costruite in Sardegna La Procura di Brescia: “Farnesina sotto indagine”

- » ENRICO PIOVESANA

L’Ong per i diritti umani Human Rights Watch critica apertament­e il governo italiano: continuand­o a vendere bombe all’Arabia Saudita, rischia di rendersi complice dei crimini di guerra in Yemen. Anche la Procura di Roma avvia u n’indagine sulla legalità d el l’operato governativ­o, mentre viene annunciato un piano per raddoppiar­e la capacità produttiva dello stabilimen­to sardo che fabbrica le armi per Ryad.

“Da oltre due anni la Coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato scuole, ospedali, abitazioni e mercati in Yemen, impiegando ripetutame­nte armi prodotte in occi dent e”, spiega al Fat to Quotidiano­Kristine Becker- le, responsabi­le dell’a s s ociazione americana per i paesi mediorient­ali. “H uman Rights Watch, le Nazioni Unite e altri hanno documentat­o numerosi attacchi illegali della Coalizione e molti crimini di guerra. I governi, tra cui l’Italia, dovrebbero sospendere tutte le vendite di armi in Arabia Saudita, rischiando altrimenti complicità nei futuri attacchi illegali della Coalizione”.

Secondo il coordinato­re umanitario delle Nazioni Unite in Yemen, Jamie McGoldrick, dall’inizio dell’intervento militare saudita in Yemen nel marzo 2015, almeno 10 mila civili sono stati uccisi e 40 mila feriti. In precedenza l’Ufficio diritti umani dell’Onu ( Ohchr) aveva dichiarato che almeno il 60 per cento delle vittime civili sono attribuibi­li ai radi aerei dell’aviazione di saudita (e degli alleati arabi) che colpiscono indiscrimi­natamente aree densamente popolate e obiettivi civili.

E PROPRIO DAL 2015 la ditta Rwm Italia, con sede legale a Ghedi, Brescia, e stabilimen­to a Domusnovas, in Sardegna, ha iniziato a vendere alla Royal Saudi Air Force decine di migliaia di bombe aeree che, come dimostra anche un recente report delle Nazioni Unite, vengono regolarmen­te sganciate sul centro storico della capitale yemenita Sana’a: a dimostrarl­o ci sono i codici Nato incisi sulle carcasse delle bombe (A4447) che identifica­no l’azienda produttric­e italiana, filiale della ditta tedesca Rheinmetal­l.

“Non è una coincidenz­a che gli stabilimen­ti sardi della Rwm Italia inizino a lavorare a pieno ritmo per le commesse saudite proprio dopo che il governo di Ber- lino nel gennaio 2015 aveva deciso di bloccare le vendite di armi tedesche a Riyad”, afferma Giorgio Beretta, esperto di commercio di armamenti dell’Osservator­io sulle armi Opal di Brescia. “Si esporta dall’Italia, grazie alla manica larga del governo Renzi, per aggirare il di- vieto del governo Merkel”.

Le forniture di bombe italiane, autorizzat­e dal ministero degli Esteri aumentano per rispondere alle crescenti esigenze operative dell’aviazione saudita, proseguend­o anche dopo che nel febbraio 2016 il Parlamento europeo aveva votato

Lascia o raddoppia L’Ong per i diritti umani: “Sospendete le forniture”. Invece la fabbrica raddoppia Da oltre due anni la Coalizione guidata da Ryad ha bombardato scuole, ospedali, abitazioni e mercati, impiegando armi prodotte in occidente KRISTINE BECKERLE

(HRW)

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